K metro 0 – Bruxelles – L’Unione Europea è preoccupata per la possibile adesione dell’Italia alla Via della Seta. Per questo, ha inviato un monito agli stati europei, all’interno del nuovo documento strategico sui rapporti UE-Cina, dove si legge che “Né la Ue né alcuno Stato membro può raggiungere i suoi obiettivi con la Cina
K metro 0 – Bruxelles – L’Unione Europea è preoccupata per la possibile adesione dell’Italia alla Via della Seta. Per questo, ha inviato un monito agli stati europei, all’interno del nuovo documento strategico sui rapporti UE-Cina, dove si legge che “Né la Ue né alcuno Stato membro può raggiungere i suoi obiettivi con la Cina senza una piena unità”.
Oggi la Commissione Europea ha consegnato al Consiglio europeo la Comunicazione in questione, che sarà oggetto di discussione la settimana prossima, e al Parlamento di Strasburgo, anche in vista del vertice Europa-Cina che si terrà il 9 aprile. L’avvertimento è molto chiaro: i governi europei devono restare uniti e far fronte a Pechino, che sta tentando di stringere accordi con i singoli partner europei piuttosto che discutere di compromessi con l’intero blocco UE, che costituisce il secondo mercato del pianeta.
L’Italia è uno dei paesi che si prepara a firmare l’adesione alla Nuova Via della Seta, durante la visita nel presidente Xi Jinping in Italia, previsto per i giorni 21-24 di marzo. L’Italia sarebbe così il primo Paese del G7 ad aderire ad una iniziativa che potrebbe aprire ulteriormente, dal punto di vista commerciale, il paese ai colossi economici cinesi. Al momento, il Movimento 5 Stelle è favorevole e pronto a firmare, la Lega invece avanza qualche dubbio.
L’auspicio è, invece, che l’Europa resti unita e sia in grado di adottare politiche migliori e più stringenti con Pechino per rafforzare le proprie politiche” e difendere “la propria base industriale”. L’Unione è il primo partner commerciale della Cina, ma se non si mette a punto un sistema normativo internazionale comune, la crescita della Cina metterà a repentaglio non solo il mercato unico UE, ma anche “gli stessi valori, economici e sociali dell’Unione”.
Secondo quanto riportato dalla stampa, ciò che la Commissione ha voluto fare è stato invitare il Consiglio europeo a intraprendere 10 azioni concrete, precedute da un’analisi dettagliata dei problemi che esistono fra Bruxelles e Pechino, che ormai è considerata un “avversario sistemico che ha modelli di governance diversi” da quelli comunemente accettati in sede internazionale. Modelli che obbligano il Vecchio Continente a «difendere i propri principi e valori”.
Il problema, secondo la Commissione, si pone anche in termini di diversa comprensione e applicazione del diritto e dell’ordine internazionale da parte della Cina, che indebolirebbe la rete protettiva della normativa commerciale che gli Stati Europei possiedono. Inoltre, l’Esecutivo UE sostiene che la situazione diritti umani in Cina “si sta deteriorando”: lo dimostra il fatto che la Cina ha firmato gli accordi di Parigi, ma continua a costruire stabilimenti ad alta emissione in altri Paesi, rimanendo comunque il più grande produttore di carbonio.