Boemia Centrale: un pensionato di 90 anni scopre un antico tesoro nel suo orto

Boemia Centrale: un pensionato di 90 anni scopre un antico tesoro nel suo orto

K metro 0 – Praga – Quasi un anno fa un pensionato residente in un villaggio della Boemia Centrale ritrovò, mentre lavorava nel proprio orto, un vaso contenente circa 600 monete risalenti alla metà del XV secolo: questa settimana le autorità locali hanno deciso di premiarlo per la scoperta. L’episodio è accaduto l’agosto scorso a

K metro 0 – Praga – Quasi un anno fa un pensionato residente in un villaggio della Boemia Centrale ritrovò, mentre lavorava nel proprio orto, un vaso contenente circa 600 monete risalenti alla metà del XV secolo: questa settimana le autorità locali hanno deciso di premiarlo per la scoperta.

L’episodio è accaduto l’agosto scorso a un pensionato di 90 anni, Miroslav Jurníček, che mentre era intento a lavorare le sue piantagioni nel giardino di casa, notò una piccola moneta d’oro che giaceva sul terreno. Così, iniziò a scavare in quel punto fino a scoprire un recipiente colmo di monete d’oro e d’argento. “Devo ammettere che, nonostante la mia età, sono stato molto sorpreso. In effetti, ero fuori di me dalla gioia. Ho pensato che il tesoro fosse una sorta di ricompensa per lo scarso raccolto dell’anno precedente” ha dichiarato l’uomo all’emittente radiotelevisiva Czech Radio.

A distanza di un mese da questa scoperta, proprio in Italia, a Como per la precisione, sono state ritrovate 300 monete d’oro romane: l’anfora è spuntata dal cantiere dell’ex Teatro Cressoni durante gli scavi per realizzare appartamenti di lusso. Un ritrovamento storico, che secondo gli archeologi giunti sul posto, potrebbe essere uno dei più importanti per la città: stando al perfetto stato di conservazione, al fatto che si tratta di monete d’oro e alla quantità, si può ipotizzare un valore abbondantemente superiore al milione di euro. Secondo il presidente dell’Archeologica Comense, Giancarlo Frigerio, “un’anfora con tutti quei pezzi d’oro all’interno potrebbe essere stata nascosta all’interno dei muri della casa da un nobile per evitare di essere derubato”. Dunque, le monete potrebbero risalire al periodo della guerra greco-gotica, il conflitto che contrappose l’Impero bizantino agli Ostrogoti nella contesa di parte dei territori di quello che fu l’Impero Romano d’Occidente. Del resto, Como è stata costruita sulla città medievale e la Como medievale su quella romana. Gli appartamenti dei Palazzo Cressoni, quindi, già ipotizzati come case di élite, potrebbero essere fonti di investimento: l’attico, ad esempio, come riporta il Corriere di Como, viene quotato quasi un milione di euro.

Tuttavia, ritrovare un tesoro non sempre è fonte di fortuna. A Selvino, un comune italiano nella provincia di Bergamo, infatti, un operaio cinquantaquattrenne si è messo nei guai qualche anno fa per aver ritrovato 28 monete romane sul monte Podona. Dopo il ritrovamento della prima moneta, l’uomo avrebbe cercato e scavato per recuperare altri reperti, senza avvertire le autorità. Ignorando il codice dei beni culturali e del paesaggio, è così finito indagato per presunta violazione in materia di ricerche archeologiche e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. Nonostante il cinquantaquattrenne si fosse giustificato dicendo che non era sua intenzione tenere le monete – ma di essere semplicemente un appassionato di archeologia che voleva contribuire a svelare un pezzo di storia dell’Impero Romano nella mia zona – la prima cosa da fare secondo la legge è chiamare chi è autorizzato agli scavi.

Ritornando al novantenne ceco, infatti, nonostante la tentazione di tenere per sé l’antico tesoro, il signor Jurníček e suo figlio Zdeněk hanno deciso di contattare immediatamente la polizia: l’entità della scoperta era troppo importante per non divulgarla. Infatti, in totale, le monete ritrovate sono 583 e, in base a quanto dicono gli esperti, sono state coniate tra il 1350 e il 1455. Si tratta in gran parte di monete di bassa qualità emesse in Austria e Germania, ma ci sono anche due Groshen d’argento – nome generico con cui nei paesi di lingua tedesca ci si riferisce al grosso – emesse sotto il dominio di Giovanni di Boemia, Carlo IV e Václav IV. Gli oggetti più preziosi sono due ducati d’oro d’Ungheria emessi da Sigismondo di Lussemburgo e Alberto il Magnanimo. “Sono stati gli archeologi a tirare fuori il vaso e sono stati molto contenti nell’aver potuto documentare il fatto in tempo reale”. Le monete, dopo essere state pulite e analizzate, sono ora conservate presso il Museo di Podblanicko, nella città della Boemia Centrale di Vlašim, il cui direttore ha spiegato che le monete, essendo abbastanza piccole, risalgono ad un periodo di crisi monetaria. Tuttavia, “per quella somma di denaro, la gente poteva comprare due cavalli, due spade, sei mucche, undici maiali e 17 paia di scarpe” ha detto.

La correttezza del signor Jurníček, dunque, è stata apprezzata e ripagata, giovedì scorso, con un premio ricompensa ricevuto dalle autorità della Boemia Centrale. Le monete, invece, saranno presto esposte come parte di una mostra dedicata alle recenti scoperte archeologiche nella regione.

 

di Mara Di Fuccia

 

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