K metro 0 – Bruxelles – Ormai mancano meno di due mesi al voto europeo, previsto per i giorni 23-26 di maggio, e come è noto, il Parlamento Europeo, ogni quindici giorni, in collaborazione con Kantar Public, monitora le possibili direzioni che il voto europeo potrebbe seguire nei 27 paesi membri. Dagli ultimi sondaggi, registrati
K metro 0 – Bruxelles – Ormai mancano meno di due mesi al voto europeo, previsto per i giorni 23-26 di maggio, e come è noto, il Parlamento Europeo, ogni quindici giorni, in collaborazione con Kantar Public, monitora le possibili direzioni che il voto europeo potrebbe seguire nei 27 paesi membri.
Dagli ultimi sondaggi, registrati a fine febbraio, si può sicuramente affermare che il nuovo asse franco-tedesco sta aiutando i due leader Macron e Merkel a ottenere maggiori consensi: il movimento del presidente francese, En Marche, avrebbe guadagnato 4 deputati rispetto alle precedenti proiezioni, mentre la Merkel, con la Cdu-Csu, ne avrebbe addirittura 5 in più. Di contro, i consensi per i diretti avversari sono lievemente in calo: sia la destra tedesca dell’AfD che il Rassemblement national di Marine Le Pen hanno perso due seggi a testa.
Al momento, dunque, è forte il fronte europeista, che trae forza non soltanto dal successo dei due leader, francese e tedesco, ma anche dal grande consenso che di recente hanno ottenuto i verdi, che ultimamente hanno registrato numeri sempre più alti e coesi, ottenendo nell’ultimo sondaggio 5 seggi in più rispetto a quello precedente; i socialisti, invece, che si appoggiano sui voti raccolti in Spagna con Psoe e in Germania con i socialdemocratici, restano stabili, compreso il gruppo Alde, guidato dal belga Guy Verhofstadt.
Il Ppe, gruppo cui appartiene anche Jean-Claude Juncker, deve affrontare la crisi che si è aperta al suo interno tra coloro che sostengono il premier ungherese Viktor Orban (come Silvio Berlusconi) e i moderati. Su iniziativa della componente svedese (partito Moderaterna) della famiglia popolare è stata infatti lanciata una campagna per chiedere l’espulsione del partito Fidesz del premier ungherese per il mancato rispetto dei valori fondanti dei Popolari e dello stato di diritto. A far scattare la rivolta all’interno del più grande partito di centrodestra europeo è stata anche l’ultima campagna a dir poco aggressiva lanciata da Orban, con cartelloni pubblicitari anti-Ue, contro la Commissione europea.
Dall’altro lato, per quanto riguarda l’Italia, la Lega di Matteo Salvini continua a crescere, anche se guadagna un solo seggio in più rispetto al precedente sondaggio, mentre il leggero calo di un seggio registrato dal M5S colpisce il gruppo Efdd, che hanno da ultimo perso gli alleati francesi di Debout la France, i quali hanno deciso di confluire tra conservatori dell’Ecr, aumentando le fila di sovranisti ed euroscettici.
Il PD, rispetto al 6 febbraio, perde un seggio, passando da 15 a 14, mentre al contrario Forza Italia ne guadagna uno, e Fratelli d’Italia resta stabile.
Considerando le proiezioni dell’attuale composizione dell’Eurocamera, si nota che, per questa tornata, c’è un calo generalizzato per Popolari (da 217 a 181 seggi) Socialisti (da 186 a 135), Verdi (da 52 a 49), Gue (da 52 a 47), e dell’Efdd (da 41 a 39). In aumento invece l’Alde (da 68 a 75), e l’Enf (da 37 a 59). Le proiezioni tengono conto dell’uscita del Regno Unito a seguito della Brexit con una riduzione degli europarlamentari dagli attuali 751 a 705.