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Commissione europea. Report dettagliato sugli stati membri. Preoccupazioni sulla manovra finanziaria del governo italiano

Commissione europea. Report dettagliato sugli stati membri. Preoccupazioni sulla manovra finanziaria del governo italiano

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea, nella sua valutazione annuale della situazione economica e sociale negli Stati membri, secondo un rapporto diffuso oggi, insiste sulla necessità di promuovere gli investimenti, portare avanti politiche di bilancio responsabili e attuare riforme ben congegnate. Le preoccupazioni sono concentrate sulla manovra finanziaria del governo italiano per

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione europea, nella sua valutazione annuale della situazione economica e sociale negli Stati membri, secondo un rapporto diffuso oggi, insiste sulla necessità di promuovere gli investimenti, portare avanti politiche di bilancio responsabili e attuare riforme ben congegnate.

Le preoccupazioni sono concentrate sulla manovra finanziaria del governo italiano per il 2019 che non avrà conseguenze positive a lungo termine per l’economia italiana. Il giudizio è contenuto nel Country Report, l’analisi che viene fatta annualmente sulle economie dei paesi dell’Unione. È la seconda volta nel giro di poche settimane che la Commissione giudica in maniera negativa, di fatto, l’opera del governo italiano di Lega e Movimento 5 Stelle. All’inizio di febbraio aveva abbassato di parecchio le stime di crescita del PIL italiano nel 2019, passando da 1,2 a 0,2 per cento (una delle previsioni più pessimistiche in circolazione).

In generale, per l’Italia, la Commissione Europea sostiene quanto segue: “La legge di bilancio del 2019 fa fare dei passi indietro su importanti riforme, senza includere misure efficienti per stimolare la crescita”.

Il documento, lungo 87 pagine, fa il punto sulle difficoltà del sistema economico italiano degli ultimi vent’anni e in alcuni passaggi critica le due misure economiche più discusse e più a lungo promesse da M5S e Lega: la “quota 100” e il “reddito di cittadinanza”. Secondo la Commissione la “quota 100” non farebbe altro che aumentare la spesa pensionistica e peggiorare la sostenibilità del debito, a causa dei suoi possibili effetti negativi sulla crescita. In altri documenti e dichiarazioni ufficiali della Commissione, “quota 100” era già stata criticata per i suoi effetti a lungo periodo sui bilanci dello stato e per il fatto che non sarà smantellabile (a differenza del reddito di cittadinanza).

Riguardo al “reddito di cittadinanza”, la Commissione sostiene che sarà molto difficile da attuare, e che il suo successo dipenderà molto dai parametri che deciderà di applicare il governo nella distribuzione dei sussidi.

Nel rapporto, inoltre, la Commissione esprime la sua preoccupazione per il rischio di contagio che la difficile situazione economica dell’Italia potrebbe avere sul resto dell’eurozona a causa della mancata riduzione del debito pubblico. Nel paragrafo delle valutazioni finali, si legge: “La sua riduzione è compromessa dai piani di bilancio del governo che indeboliscono la ripresa e aumentano il costo del credito. Il debito italiano resta una potenziale fonte di contagio per tutta l’eurozona”. Il rapporto della Commissione ha anche confermato la stima di crescita del PIL italiano nel 2019, fissata allo 0,2 per cento rispetto al 2018.

L’Italia non è l’unico paese che secondo la Commissione Europea sta attraversando una fase di ‘eccessivi squilibri’ dal punto di vista economico: nella stessa categoria ci sono anche la Grecia (che però prossimamente dovrebbe uscirne dopo il commissariamento) e Cipro.

I problemi variano notevolmente da un paese all’altro e richiedono un’azione politica adeguata e determinata.

Secondo quanto è sintetizzato nel report, l’economia europea nel 2019 dovrebbe crescere per il settimo anno consecutivo, ma a un ritmo più moderato. L’occupazione ha raggiunto livelli record e la disoccupazione registra un tasso storicamente basso. Anche le finanze pubbliche sono globalmente migliorate, sebbene il debito di alcuni paesi sia ancora elevato. Sussistono però determinati problemi. I livelli di produttività rimangono modesti, l’invecchiamento della popolazione si accentua e i rapidi mutamenti tecnologici hanno un’incidenza considerevole sui mercati del lavoro. In alcuni Stati membri il reddito reale delle famiglie è ancora inferiore ai livelli pre-crisi. Pur essendo stata notevolmente ridotta, la disoccupazione giovanile rimane a livelli inaccettabilmente elevati in certi Stati membri. Vista la maggiore incertezza che caratterizza il contesto mondiale, gli Stati membri dell’UE dovrebbero assolutamente intensificare l’azione per aumentare la produttività, migliorare la resilienza delle economie nazionali e garantire che la crescita economica produca effetti positivi per tutti i cittadini.

Dopo la pubblicazione, a novembre, dell’analisi annuale della crescita e della raccomandazione sulla politica economica della zona euro, che definiscono le priorità a livello europeo, le 28 relazioni per paese odierne si concentrano sulla dimensione nazionale del semestre europeo. Le relazioni contengono un’analisi dettagliata delle sfide economiche e sociali dei singoli paesi, che servirà di base per la discussione con gli Stati membri sulle loro scelte politiche in vista dei programmi nazionali da adottare in aprile e porterà, alla fine della primavera, alla formulazione delle annuali raccomandazioni specifiche per ciascun paese.

Con il pacchetto odierno, la Commissione avvia per la prima volta una discussione sulle sfide e sulle priorità di investimento negli Stati membri e offre qualche spunto iniziale sul contributo che i fondi UE, in particolare quelli della politica di coesione, potranno dare nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027. Questo servirà anche a garantire una maggiore coerenza tra il coordinamento delle politiche economiche e l’uso dei fondi UE, che rappresentano una parte consistente degli investimenti pubblici in diversi Stati membri. La nuova centralità di questo aspetto si riflette in tutte le relazioni per paese, ciascuna delle quali è corredata di un nuovo allegato sul possibile uso dei futuri fondi della politica di coesione dell’UE.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e competente per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: “L’economia europea vive attualmente il settimo anno consecutivo di espansione economica, ma la crescita sta rallentando. Per mantenere lo slancio anche in futuro saranno necessari un livello elevato di competitività e una convergenza costante verso l’alto. Per realizzare pienamente il potenziale di crescita delle nostre economie abbiamo bisogno di riforme strutturali. Servono inoltre investimenti mirati per sostenere l’aumento della produttività in tutta Europa.”

Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: “I mutamenti demografici e le nuove tecnologie stanno modificando il mercato del lavoro, mentre la carenza di competenze si accentua in molti Stati membri. È ora di cambiare marcia. Per mantenere il nostro tenore di vita dobbiamo assolutamente investire con la massima priorità nelle competenze, puntando in particolare a migliorarne il livello per le persone poco qualificate.”

Pierre Moscovici, Commissario responsabile per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “Abbiamo fatto una radiografia delle 28 economie dell’UE per individuare i problemi e garantire che siano affrontati in modo tempestivo. Molti degli squilibri osservati in Europa sono in via di correzione grazie alla crescita economica e all’azione politica, anche se devono ancora essere affrontati problemi di lunga data. Il rallentamento della crescita di quest’anno impone ai governi di agire per rafforzare la resilienza delle nostre economie riducendo il debito, incrementando la produttività, investendo di più e meglio e lottando contro le disuguaglianze. Per quanto riguarda la Grecia, la seconda relazione di sorveglianza rafforzata, anch’essa pubblicata oggi, evidenzia progressi significativi, ma anche alcuni ambiti in cui sono necessari ulteriori sforzi, che invito le autorità a portare a termine in tempo per la prossima riunione dell’Eurogruppo.”

Corina Creţu, Commissaria responsabile per la Politica regionale, ha dichiarato: “Le novità importanti delle relazioni per paese di quest’anno sono la maggiore attenzione per gli ostacoli agli investimenti e le disparità regionali e la valutazione della Commissione relativa alle modalità di investimento dei futuri fondi UE in ciascun paese. Questo ci aiuterà ad avviare la discussione sulle priorità di investimento degli Stati membri per il prossimo decennio e sul contributo che i fondi della politica di coesione possono dare a tal fine.”

Nel complesso, gli Stati membri hanno compiuto alcuni o maggiori progressi nell’attuare più di due terzi delle raccomandazioni formulate dal 2011, quando è stato istituito il semestre europeo. La maggior parte dei progressi degli Stati membri riguarda le raccomandazioni sui servizi finanziari, il che rispecchia la priorità attribuita alla stabilizzazione e alla solidità del settore finanziario successivamente alla crisi finanziaria. Si osservano buoni progressi anche per quanto riguarda le riforme volte a facilitare la creazione di posti di lavoro con contratti a tempo indeterminato e a ovviare alla segmentazione del mercato del lavoro.

Da qualche anno a questa parte, la Commissione aiuta gli Stati membri ad intensificare le riforme anche attraverso il programma di sostegno alle riforme strutturali (SRSP), che offre assistenza tecnica a tutti gli Stati membri dell’UE che la richiedono per l’elaborazione e l’attuazione di riforme volte a favorire la crescita, in cui rientrano anche le riforme evidenziate nelle raccomandazioni specifiche per paese.

Nell’ambito del pacchetto odierno la Commissione ha inoltre adottato il programma di lavoro 2019 del programma di sostegno alle riforme strutturali. Nel 2019 l’SRSP fornirà a 26 Stati membri assistenza tecnica per la realizzazione di più di 260 progetti, che vanno ad aggiungersi agli oltre 290 selezionati nel 2017 e nel 2018.

A novembre la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 13 Stati membri per accertare l’eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l’entità. La Commissione ha concluso che i 13 Stati membri presentano tutti squilibri o squilibri eccessivi, ma che in alcuni casi l’entità degli squilibri è diminuita. I risultati degli esami approfonditi possono essere riassunti come segue:

Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano squilibri economici;

Cipro, Grecia e Italia presentano squilibri eccessivi.

La Commissione continuerà a esaminare gli sviluppi economici e le misure adottate da tutti gli Stati membri che presentano squilibri o squilibri eccessivi attraverso un monitoraggio specifico nell’ambito del semestre europeo.

La Commissione ha pubblicato oggi anche il parere sul documento programmatico di bilancio (DPB) aggiornato della Slovenia, ripresentato in sostituzione del documento dell’ottobre scorso che si basava su uno scenario ‘a politiche invariate’. La Commissione ritiene che il DPB aggiornato presenti un rischio di non conformità con le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Sia il documento programmatico di bilancio della Slovenia che le previsioni della Commissione prospettano una possibile deviazione significativa rispetto al percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di bilancio a medio termine del paese. La Slovenia è invitata ad adottare le misure necessarie nel quadro del processo di bilancio nazionale al fine di garantire che il bilancio 2019 sia conforme al patto di stabilità e crescita.

Per la Grecia, che è stata inserita nel semestre europeo dopo aver concluso, nell’estate scorsa, il programma di sostegno alla stabilità, la Commissione ha adottato la seconda relazione nell’ambito della sorveglianza rafforzata, che valuta i progressi compiuti dalla Grecia nell’attuazione degli impegni politici assunti in sede di Eurogruppo nel giugno 2018. La relazione conclude che, nonostante i notevoli progressi compiuti dalla Grecia nell’attuare gli impegni specifici in materia di riforme fissati per la fine del 2018, in alcuni settori il ritmo è stato lento e ha ritardato riforme fondamentali.

La Commissione ha pubblicato la relazione sui progressi compiuti nell’attuare la raccomandazione del Consiglio del 20 settembre 2016 sull’istituzione di comitati nazionali per la produttività. La relazione analizza l’andamento della produttività e della competitività nell’UE e nella zona euro e presenta una panoramica dei comitati nazionali per la produttività istituiti a fine 2018. 10 Stati membri della zona euro hanno già istituito i comitati nazionali per la produttività, mentre tutti gli altri Stati membri della zona euro hanno confermato l’intenzione di istituirli prossimamente. I comitati esistenti, strutturati in modo diverso a seconda del contesto nazionale, stanno già contribuendo attivamente alle discussioni nazionali sulle sfide connesse alla produttività. La Commissione ha creato una rete per facilitare lo scambio di opinioni, prassi ed esperienze tra i comitati per la produttività.

Analogamente la Commissione ha adottato una proposta relativa al mantenimento della decisione del Consiglio del 2018 sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione con i 20 principi del pilastro europeo dei diritti sociali. Gli orientamenti in materia di occupazione presentano priorità e finalità comuni per le politiche nazionali a favore dell’occupazione e forniscono la base giuridica delle raccomandazioni specifiche per paese in questo settore, che devono essere adottate ogni anno.

Allo stesso modo, la Commissione ha pubblicato una relazione sull’attuazione della raccomandazione del Consiglio relativa ai ‘Percorsi di miglioramento delle competenze’. Attualmente nell’UE sono 61 milioni gli adulti che hanno conseguito al massimo un diploma di istruzione secondaria inferiore. Con questa raccomandazione gli Stati membri si sono impegnati a offrire agli adulti con bassi livelli di competenze e di qualifiche opportunità nuove e migliori di rafforzare le competenze alfabetiche, matematiche e digitali di base e di progredire verso qualifiche più elevate. La relazione passa in rassegna le misure adottate dagli Stati membri, che hanno portata e livelli di ambizione diversi e molte delle quali sono sostenute dal Fondo sociale europeo.

Le relazioni per paese e i risultati degli esami approfonditi saranno discussi in sede di Consiglio. Nei prossimi mesi la Commissione terrà riunioni bilaterali con gli Stati membri basandosi sull’analisi delle rispettive relazioni. I vicepresidenti, i commissari e i servizi della Commissione si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e parlamento nazionale, le parti sociali e le altre parti interessate e discutere dei risultati delle relazioni. Queste visite comprenderanno anche discussioni specifiche sugli allegati che spiegano come i futuri fondi della politica di coesione dell’UE potrebbero contribuire a coprire il fabbisogno di investimento specifico degli Stati membri.

In aprile gli Stati membri presenteranno i programmi nazionali di riforma, in cui saranno specificate le rispettive priorità di riforma, e i programmi di stabilità (per gli Stati membri della zona euro) o di convergenza (per gli Stati membri non appartenenti alla zona euro), in cui saranno delineate le rispettive strategie pluriennali di bilancio.

Basandosi sull’insieme di questi programmi, in primavera la Commissione presenterà le proposte relative alla nuova serie di raccomandazioni specifiche per paese incentrate sulle principali sfide individuate per il 2019-2020. Le raccomandazioni comprenderanno anche orientamenti di bilancio basati sulle previsioni di primavera della Commissione, che ingloberanno i dati di bilancio definitivi per il 2018 convalidati da Eurostat.

Questo pacchetto d’inverno fa parte del semestre europeo, il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche a livello dell’UE. Fa seguito alla pubblicazione, a novembre, dell’analisi annuale della crescita 2019 e della raccomandazione per la zona euro (pacchetto d’autunno), che definiscono le priorità per l’anno successivo a livello europeo. Il pacchetto invernale si concentra sulla dimensione nazionale del semestre europeo.

Esso si basa sui dati più recenti contenuti nelle previsioni economiche d’inverno 2019 della Commissione e sul dialogo costante con le autorità e le parti interessate degli Stati membri per valutare i progressi compiuti nel tempo. Le relazioni per paese forniscono la base per l’elaborazione dei programmi nazionali degli Stati membri, entro la metà di aprile, e delle raccomandazioni specifiche per paese della Commissione nel corso della primavera (pacchetto di primavera).

Insomma, l’Unione europea avrebbe assunto un ruolo da insegnante, mentre gli stati membri avrebbero il ruolo degli alunni che dovranno svolgere i compiti assegnati.  L’insorgere dei populismi e dei sovranismi antieuropeisti in seno ai Paesi dell’Unione europea, desta molte preoccupazioni per il proseguimento dell’integrazione degli Stati membri verso la creazione della Federazione europea.

 

di Salvatore Rondello

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