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La Commissione europea guida le Pmi nel loro percorso di sviluppo attraverso fondi e supporto strutturale

La Commissione europea guida le Pmi nel loro percorso di sviluppo attraverso fondi e supporto strutturale

K metro 0 – Bruxelles – Giovedì scorso si è tenuta la cerimonia del “Premio Europeo per i Servizi Energetici 2019” (European Energy Service Award 2019) che ha luogo al termine del Forum annuale per gli investimenti, organizzato dalla Commissione europea e dall’Agenzia esecutiva per le piccole e medie imprese in stretta collaborazione con il

K metro 0 – Bruxelles – Giovedì scorso si è tenuta la cerimonia del “Premio Europeo per i Servizi Energetici 2019” (European Energy Service Award 2019) che ha luogo al termine del Forum annuale per gli investimenti, organizzato dalla Commissione europea e dall’Agenzia esecutiva per le piccole e medie imprese in stretta collaborazione con il patto dei sindaci. Ad aggiudicarsi il premio è stato il progetto ligure Enershift, un progetto innovativo unico in Italia che, per la prima volta mette a bando un risparmio energetico per riqualificare gli edifici di edilizia residenziale pubblica. Questo è solo un esempio di quanto le piccole e medie imprese possano giovare dei fondi messi a disposizione dalla Commissione europea per le regioni italiane.

Vengono considerate Pmi, secondo le direttive della Commissione, le aziende che contano meno di 250 dipendenti e meno di 50 milioni di fatturato annuo oppure un totale di bilancio (l’attivo patrimoniale) non superiore ai 43 milioni di euro. Un report della stessa Commissione europea mostra che i due terzi dei lavoratori impiegati nel settore privato sono assunti proprio dalle Pmi. Il fenomeno è in netto accrescimento: negli ultimi cinque anni sono queste ultime ad aver creato l’85% dei nuovi posti di lavoro. Queste imprese sono fortemente supportate nel loro sviluppo dall’Unione europea che ne garantisce il successo attraverso la concessione di fondi e di agevolazioni.

Se consideriamo il periodo 2014-2020 l’Unione ha destinato 8,35 miliardi di euro alle Pmi italiane: 3,83 attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), 4,3 miliardi dal Fondo europeo per lo sviluppo agricolo e rurale (Feasr) e 222 milioni dal Fondo per il mare e la pesca (Feamp). A questi fondi si aggiungono 6,87 miliardi di cofinanziamento nazionale. Complessivamente quindi sono a disposizione delle imprese circa 15,22 miliardi.

L’Ue ha anche aiutato le imprese nell’organizzazione della propria struttura interna, soprattuto per quel che riguarda questioni legali e fiscali, dando vita allo Small Business Act for Europe (Sba). L’obiettivo è quello di stabilire il principio “pensa prima in piccolo” (“think small first”) quando si introducono nuove normative, in modo da semplificare il quadro regolatorio e promuovere così lo sviluppo delle imprese.

A Bruxelles inoltre, dal 2011, esiste un gruppo di consulenza per aiutare le Pmi a far valere le proprie ragioni presso i legislatori. Spesso infatti queste piccole realtà sono surclassate da concorrenti piu’ grandi. Ogni Stato membro ha diritto a nominare un proprio portavoce per le Pmi, e l’organismo si impegna nello snellire le normative a livello comunitario e nazionale.

Il progetto dell’Unione parte da lontano e va ad agire all’inizio del percorso di formazione dei cittadini, sensibilizzando gli studenti. Per questo ha messo in funzione il Piano di azione per l’imprenditorialità: il Piano si concentra soprattutto sulla formazione, e perciò l’Ue ha reso possibili una serie di interventi nelle scuole e nelle università individuando 15 competenze da promuovere tra gli studenti, con 8 livelli di progressione per ciascuna. Fino al 20% degli studenti che affrontano un percorso informativo riguardo l’imprenditorialità aprono la propria attività al termine degli studi. Il programma piu’ interessante in questo senso è “Erasmus per giovani imprenditori”, che facilita l’interscambio di esperienze a livello internazionale. Questo particolare tipo di Erasmus permette ad un imprenditore alle prime armi di fare esperienza per sei mesi nell’azienda di un collega di un altro Stato membro. Più di 2.500 coppie di imprenditori hanno già sfruttato questa opportunità. L’obiettivo è di arrivare a 10mila scambi entro il 2020.

Tra gli strumenti chiave, oltre all’accesso al credito (molte delle risorse europee per le Pmi sono destinate proprio all’apertura di canali di credito), ne sono stati creati alcuni piu’ specifici come l’Eic Sme che finanzia centinaia di progetti in Italia, oltre ad offrire un servizio utile all’accelerazione delle startup, o come InnovFin, che offre risorse per prestiti e garanzie non riservati unicamente alle Pmi.

Per inoltrare una richiesta di concessione fondi all’Ue esiste il portale access2finance.eu. Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, va indicata la regione dove ha sede la propria attività, la dimensione (startup, microimpresa o azienda già avviata), l’importo del credito che si vorrebbe ottenere e settore d’interesse della propria attività. Per facilitare ulteriormente la procedura sul sito è presente una lista degli istituti finanziari che attingono alle risorse europee e che possono fornire i fondi alle imprese interessate.

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