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Studenti in 50 piazze d’Italia per ribadire Il proprio ‘no’ alle politiche del governo sulla scuola

Studenti in 50 piazze d’Italia per ribadire Il proprio ‘no’ alle politiche del governo sulla scuola

K metro 0 – Roma – “Contro i tagli e la nuova maturità bocciamo il governo”. È una sentenza senza appello quella degli studenti che questa mattina si sono radunati in 50 piazze d’Italia per ribadire Il proprio ‘no’ alle politiche del governo sulla scuola. A Roma la protesta è partita da Piazzale Ostiense, per il

K metro 0 – Roma – “Contro i tagli e la nuova maturità bocciamo il governo”. È una sentenza senza appello quella degli studenti che questa mattina si sono radunati in 50 piazze d’Italia per ribadire Il proprio ‘no’ alle politiche del governo sulla scuola. A Roma la protesta è partita da Piazzale Ostiense, per il consueto corteo in direzione Miur, dove è terminato con un presidio. Gli studenti puntano il dito contro la nuova maturità targata ministro Marco Bussetti. “Il nuovo esame è un esperimento – ha detto Ludovico – a cui noi non siamo preparati. Siamo cavie da laboratorio”. E in attesa che l’esame diventi realtà ad essere respinti per ora, secondo gli studenti, sono i rappresentanti del governo presente e passato. Ad accompagnare il corteo infatti, decine di foto di Bussetti, Di Maio, Salvini e Renzi con la scritta “bocciato”. Non mancano gli striscioni: da “Questo non è il cambiamento” a “Miur-tacci vostra” fino a “Da esame di Stato a c’è posta per te”. “Questa riforma – ha detto Giulia Biazzo coordinatrice dell’Unione degli studenti – non è stata condivisa con gli studenti. Sarà una primavera di mobilitazioni come non si vedeva dai tempi de ‘La Buona scuola’. Questo governo è bocciato”. Il corteo romano si è concluso con il coro “Salvini-Di Maio ma quale cambiamento, il vostro programma si chiama sfruttamento”. Arrivati ai piedi del ministero dell’Istruzione, dopo aver percorso via Marmorata e Ponte Sublicio, gli studenti hanno ribadito le ragioni di una protesta condivisa con i licei di tutta Italia. “Siamo scesi in piazza contro i 4 miliardi di euro di tagli all’istruzione. Per le armi i soldi ci sono sempre. Questo è solo l’inizio di una lunga primavera di mobilitazione” annunciano dalle scalinate del Miur gli studenti, che accusano l’esecutivo di “aver cambiato in corsa le regole per l’esame”. Per questo non sono mancati i cori contro il Ministero, nient’altro che “un burattino al soldo del padrone”. A controllare gli studenti un cordone di agenti delle forze dell’ordine che hanno scortato il corteo da piazzale Ostiense.

Il corteo di Milano: “riportare al centro la scuola, la cultura, gli studenti”

1500 studenti hanno sfilato questa mattina a Milano per “riportare al centro la scuola, la cultura, gli studenti” e “per ribadire la completa incompatibilità dei ‘diktat’ di questo governo con i principi e i valori di basilare umanità che ci dovrebbero essere insegnati quotidianamente”, come “le politiche securitarie e anti-immigrati” portate avanti dall’esecutivo M5S-Lega. La manifestazione, denominata “Blockade” e a cui hanno aderito la Rete Studenti e l’Unione degli studenti, ha preso il via dal liceo classico Manzoni di via Orazio (che da lunedì scorso è in autogestione e ha promosso la mobilitazione) e si è concluso nel giardino pubblico di via della Guastalla dopo aver sfilato per il centro cittadino dietro lo striscione con la scritta: “Finché non sarò spento, contro il vostro cambiamento”. L’iniziativa degli studenti medi, a cui hanno partecipato i collettivi di una dozzina di istituti milanesi, si è svolta in modo del tutto pacifico.

Studenti in piazza a Napoli, come in altre città italiane, con striscioni per contestare il nuovo esame di maturità e slogan contro il ministro dell’istruzione Marco Bussetti invitato, dopo la sua dichiarazione diventata virale sui social sui fondi destinati al Sud, a” Impegnarsi o dimettersi”. Due cortei che hanno attraversato il centro cittadino con destinazione il palazzo della Prefettura e la sede della Regione Campania. Lungo il percorso gli studenti hanno raccolto la solidarietà degli operai impegnati nel restauro della Galleria Umberto scesi in strada con loro per alcuni minuti. Una volta giunti in piazza del Plebiscito davanti al palazzo di Governo alcuni dei ragazzi hanno calato sulla bocca dei bavagli con la scritta ‘Esame di Stato’.

Cortei anche in Veneto, dove forte è stata la contestazione contro l’autonomia di Zaia. “Oggi, in tutta Italia gli studenti stanno riempiendo le piazze portando al culmine l’onda di mobilitazioni contro la nuova maturità che ha agitato l’intero mese di febbraio: qui in Veneto, dopo il corteo di Padova che abbiamo organizzato l’8 febbraio, siamo al fianco degli studenti di Venezia, Verona e Portogruaro. La resistenza al nuovo esame di maturità parte dai rappresentanti, dalle classi, dall’indignazione collettiva per l’ennesima modifica all’esame avvenuta senza nessuna consultazione degli studenti”. Lo sottolinea la Rete degli Studenti Medi che precisa: “abbiamo sostenuto e contribuito attivamente all’organizzazione delle mobilitazioni sorte spontaneamente in moltissime città, da Nord a Sud, e non fa eccezione il Veneto”. “Sostituire la tesina con il ‘gioco’ delle tre buste e improvvisare l’interdisciplinarietà con la doppia seconda prova significa, per i maturandi, perdere un’occasione per esprimersi e allo stesso tempo dover affrontare una prova impostata in modo completamente slegato dai loro percorsi di studi”, spiega Tommaso Biancuzzi, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Veneto. Conclude Biancuzzi: “L’esame di stato è solo la punta dell’iceberg di un sistema di valutazione e di un intero sistema scolastico che non funzionano, ma è sempre la prima cosa a venire modificata. Non importano le ripercussioni sulla pelle degli studenti, importa che costi poco. Ma noi non siamo cavie e siamo in piazza per dimostrarlo: con le manifestazioni di oggi chiediamo un ripensamento completo della didattica e delle funzioni della valutazione, misure che non possono esistere senza un vero investimento in istruzione!”.

Centinaia di studenti si sono ritrovati in piazza Repubblica a Cagliari per sfilare nelle strade della città con striscioni e cartelli. Emblematici i due messaggi che aprono il corteo diretto verso piazza Giovanni XXIII: “Contro tagli e nuova maturità bocciamo il governo” e “La maturità non è un telequiz”. I ragazzi lo dicono e lo ripetono: “Non siamo cavie”. Le ragioni della protesta? Per gli studenti la novità è stata introdotta con “scarso preavviso”. Tra le modifiche dell’esame – spiega Eureka, Rete Degli Studenti Medi Cagliari – a causare maggiore malcontento vi sono l’abolizione della tesina, che eliminerà qualunque possibilità di espressione degli interessi degli alunni, e la trasformazione della seconda prova in multidisciplinare. Variazioni del genere – continuano i ragazzi – annunciate con un preavviso minimo, rappresentano solo un esperimento sulla pelle dei maturandi, trasformandoli da studenti a cavie”. La manifestazione è anche un nuovo segno di solidarietà della popolazione studentesca verso la lotta dei pastori sardi. “Le trattative – continua Eureka – non hanno ancora trovato una soluzione che vada incontro alle esigenze degli allevatori, e la nostra solidarietà continua”.

“Studenti a fianco dei pastori”. È spuntato questo striscione oggi a Catania, lungo la via Etnea, durante la protesta degli studenti, parte della mobilitazione nazionale. Il serpentone colorato e chiassoso si è fermato per alcuni minuti ed è andata in scena la modalità ormai notissima della lotta dell’ala dura dei pastori: diversi litri di latte sono stati sversati per strada tra le urla e gli applausi dei giovanissimi. “Studenti e pastori uniti per il cambiamento”, gridano i giovani con i megafoni, “non è questo il governo del cambiamento. Continuiamo a lottare uniti”.

 

Jobsnews – Beppe Pisa

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