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Nucleare. Kim Jong Un e Trump a colloquio la prossima settimana per discutere il futuro della centrale di Yongbyon

Nucleare. Kim Jong Un e Trump a colloquio la prossima settimana per discutere il futuro della centrale di Yongbyon

K metro 0 – Tokyo – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader coreano Kim Jong Un si incontreranno la prossima settimana ad Hanoi, in Vietnam, il 27 e il 28 febbraio. All’interno della riunione verrà discusta la questione del disarmo nucleare da parte di Pyongyang. In particolare, si parlerà del futuro

K metro 0 – Tokyo – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader coreano Kim Jong Un si incontreranno la prossima settimana ad Hanoi, in Vietnam, il 27 e il 28 febbraio. All’interno della riunione verrà discusta la questione del disarmo nucleare da parte di Pyongyang. In particolare, si parlerà del futuro di una delle piu’ importanti strutture nucleari nordcoreane, quella di Yongbyon.

I due avevano già fatto passi avanti dopo l’incontro avvenuto a giugno scorso a Singapore, eppure la Corea del Nord ha continuato nella sua produzione di scorte nucleari: solo nel 2018 ha prodotto il quantitativo utile per fare una mezza dozzina di bombe atomiche. Lo Stanford Center per la Sicurezza Internazionale e la Cooperazione ha pubblicato un rapporto su quanto sta succedendo a Pyongyang, si legge che: “La Corea del Nord come si poteva immaginare, ha continuato a operare, espandendo la complessa infrastruttura delle armi nucleari”. Per gli Stati Uniti sarà quindi fondamentale strappare un accordo su Yongbyon, soprattutto un accordo che dovrà essere dettagliato e che esprima chiaramente le intenzioni di Kim. Secondo gli organi di stampa, sull’agenda dell’incontro potrebbe esserci anche il ritiro dei soldati Usa dalla Corea del Sud, anche se non sono state fatte esplicite dichiarazioni sull’argomento.

L’inviato statunitense in Corea del Nord, Stephen Biegun, ha spiegato che Kim si sta impegnando in un’opera di “ritrattamento della totalità del plutonio nordcoreano e dei programmi di arricchimento dell’uranio”. Le dichiarazioni di facciata sembrano confermare questa ipotesi: Kim ha accettato di dialogare con il presidente della Corea del Sud Moon Jae per studiare la chiusura di uno dei reattori a Yongbyon. A fine anno inoltre ha accennato alla possibilità di accettare uno stop temporaneo o un tetto massimo di produzione di materiale nucleare.

La centrale di Yongbyon è un punto nevralgico per la produzione di plutonio della Corea del Nord. L’uranio arricchito e il trizio vengono prodotti proprio in questo complesso. Per questo la chiusura della centrale andrebbe a colpire gravemente l’industria del nucleare nel nord, riducendo di molto le scorte di materiale utile a produrre armi atomiche. Il trizio infatti è cruciale nella produzione di missili a lunga gittata, visto che consente di produrre testate nucleari abbastanza piccole. Dalle indiscrezioni trapelate si evince che comunque la Corea del Nord ha già un piano B da tempo. Si parla di centrali per produrre l’uranio arricchito anche in altre zone, come quella di Nampo, a ovest della capitale. Si crede quindi che la chiusura di Yongbyon non danneggi in realtà così tanto la produzione.

Il reattore era stato già chiuso nel 1994 e riattivato nel 2003 per poi essere chiuso di nuovo nel 2007 proprio dal padre di Kim, Kim Jong Il. Dopo poco tempo che Kim Jong Un ha assunto il potere, nel 2013, ha ordinato la riapertura del reattore. Per la natura controversa delle azioni nordcoreane, infatti, si parla di uno smantellamento puramente fittizio della centrale di Yongbyon. È proprio per questo motivo che le negoziazioni dovranno portare ad una decisione chiara e irreversibile sulla questione. Pyongyang, dal canto suo, richiede il ritiro delle sanzioni, la firma di un trattato di pace, una dichiarazione di fine guerra e una garanzia di sicurezza per la Corea del Nord.

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