K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa riconosce le sfide significative alle quali devono attualmente far fronte la autorità greche dinanzi al numero elevato di stranieri giunti nel paese. Nonostante ciò, sulla base di una visita effettuata
K metro 0 – Strasburgo – Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa riconosce le sfide significative alle quali devono attualmente far fronte la autorità greche dinanzi al numero elevato di stranieri giunti nel paese. Nonostante ciò, sulla base di una visita effettuata lo scorso anno ad aprile, il CPT ha ricevuto accuse attendibili di maltrattamenti fisici inflitti da ufficiali di polizia. I presunti maltrattamenti hanno incluso schiaffi, pugni, calci e manganellate.
Le condizioni di detenzione nella maggior parte delle stazioni di polizia e di frontiera visitate rimangono a dir poco “inadatte” a detenere persone per periodi superiori a 24 ore, e tuttavia sono state ancora utilizzate per detenere immigrati irregolari per periodi prolungati, secondo il rapporto.
Il CPT ricorda anche che la detenzione di bambini con i loro genitori in strutture di detenzione di polizia – stazioni di polizia e di frontiera, centri di pre-rimozione o RIC – può avere un effetto psicologico negativo sullo sviluppo e il benessere di un bambino, in particolare quando il bambino è piccolo. Il CPT ribadisce la sua raccomandazione di porre fine alla detenzione ordinaria di bambini con i loro genitori al loro arrivo nel paese, ed esorta le autorità a perseguire i loro sforzi per aumentare significativamente e rapidamente il numero di rifugi aperti, o semiaperti, dedicati strutture per bambini non accompagnati.
Il CPT nota anche che diversi cittadini stranieri intervistati in privato in tre luoghi di detenzione hanno fatto accuse credibili sul verificarsi di operazioni di “push-back” dalla Grecia verso la Turchia in barca attraverso il confine del fiume Evros, dopo che erano state arrestate dalla polizia greca e guardie di confine. Alcuni presunti maltrattamenti fisici, inclusi colpi di baton alla testa, da parte di agenti di polizia e di frontiera o (para)commando militari durante tali operazioni di “respingimento”.
Nel rapporto del CPT, pubblicato in concomitanza con la risposta del governo greco, le accuse provengono principalmente da strutture di trattenimento nella regione dell’Evros (centro di detenzione in vista dell’allontanamento di Fylakio; centro di accoglienza e identificazione di Fylakio; commissariato e caserma di confine di Tychero) e sull’isola di Lesbo (centro di detenzione in vista dell’allontanamento di Moria). Il CPT raccomanda alla Grecia l’adozione di “provvedimenti incisivi” per eliminare i maltrattamenti di stranieri privati della loro libertà dalla polizia (riassunto del rapporto).