K metro 0 – Lisbona – Il Portogallo si prepara a chiedere all’Unione europea l’attivazione della clausola di salvaguardia fiscale, per poter aumentare le spese per la difesa fino all’1,5% del Pil. La notizia arriva direttamente dal ministero delle Finanze di Lisbona, che ha sottolineato come il governo abbia già consultato il Partito socialista –
K metro 0 – Lisbona – Il Portogallo si prepara a chiedere all’Unione europea l’attivazione della clausola di salvaguardia fiscale, per poter aumentare le spese per la difesa fino all’1,5% del Pil. La notizia arriva direttamente dal ministero delle Finanze di Lisbona, che ha sottolineato come il governo abbia già consultato il Partito socialista – principale forza di opposizione – prima di prendere una decisione definitiva.
La clausola di salvaguardia, prevista dal Patto di stabilità europeo, permette agli Stati membri di derogare temporaneamente agli obiettivi di bilancio in situazioni eccezionali. In questo caso, Lisbona punta a rafforzare il comparto difensivo in un contesto internazionale segnato da nuove tensioni geopolitiche. Il governo, seppur uscente, ha voluto coinvolgere le opposizioni per garantire un sostegno ampio alla richiesta, che ora sarà presentata ufficialmente a Bruxelles.
Intanto, il Fondo monetario internazionale ha diffuso le nuove stime di crescita per il Paese. Secondo il World Economic Outlook pubblicato oggi, l’economia portoghese crescerà del 2% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. Numeri leggermente inferiori rispetto a quanto previsto nell’ottobre scorso, quando il Fondo stimava una crescita del 2,3% per l’anno prossimo. Un aggiustamento al ribasso che però non cambia il quadro generale: la ripresa prosegue, seppur con un ritmo più moderato.
Il governo portoghese, nella bozza del bilancio statale per il 2025, è leggermente più ottimista: prevede una crescita del PIL del 2,1%. Resta quindi una certa coerenza tra le proiezioni interne e quelle degli organismi internazionali, con l’esecutivo che punta a coniugare prudenza fiscale e sostegno allo sviluppo economico.
Uno dei settori più dinamici dell’economia lusitana è senza dubbio quello delle costruzioni. Secondo i dati Eurostat relativi a febbraio, la produzione del settore in Portogallo è aumentata del 2,9% rispetto al mese precedente. Un risultato che piazza il Paese al primo posto tra gli Stati membri per incremento mensile, davanti a Francia (+1,5%) e Svezia (+1,3%).
Nel complesso, però, la produzione nel comparto costruzioni ha registrato un calo: -0,5% in eurozona e -0,4% nell’Unione europea rispetto a gennaio. A gennaio, invece, si erano registrati aumenti rispettivamente dello 0,6% e dello 0,2%. Su base annua, rispetto a febbraio 2024, la produzione è cresciuta appena dello 0,2% in area euro, mentre è calata dello 0,3% nell’intera Unione.
I numeri dimostrano che, nonostante il rallentamento generale, il settore delle costruzioni in Portogallo continua a mostrare segni di vitalità. Questo dinamismo potrebbe contribuire positivamente al quadro economico del Paese nei prossimi trimestri, anche alla luce delle previsioni di crescita già illustrate dal Fmi e dalle stime interne del governo.
Nel contesto europeo, il Portogallo si conferma dunque un attore attento agli equilibri fiscali ma pronto ad agire – anche con misure straordinarie – per rispondere alle sfide economiche e geopolitiche del presente.