K metro 0 – Londra – Il governo britannico ha confermato che oggi saranno consegnate le materie prime necessarie a mantenere operativi gli altoforni di British Steel a Scunthorpe, dopo il rischio di chiusura causato dalla rottura dei negoziati con il proprietario cinese Jingye. Lo riferisce Nova. Il ministro del Commercio, Jonathan Reynolds, che si
K metro 0 – Londra – Il governo britannico ha confermato che oggi saranno consegnate le materie prime necessarie a mantenere operativi gli altoforni di British Steel a Scunthorpe, dopo il rischio di chiusura causato dalla rottura dei negoziati con il proprietario cinese Jingye. Lo riferisce Nova.
Il ministro del Commercio, Jonathan Reynolds, che si recherà a Scunthorpe per assistere allo scarico di due spedizioni di pellet di minerale di ferro e carbone da coke provenienti dal porto di Immingham, nel Lincolnshire, ha dichiarato: “Siamo intervenuti con decisione per garantire le materie prime necessarie a salvare British Steel”. Due navi sono già arrivate al porto di Immingham e una terza è in viaggio dall’Australia. Secondo alcuni funzionari governativi, citati dal quotidiano “Financial Times”, questo materiale sarà sufficiente a mantenere operativi gli altoforni di British Steel per diverse settimane. La chiusura degli altoforni avrebbe lasciato il Regno Unito come unico Paese del G20 senza la capacità di produrre acciaio da zero.
La crisi degli altoforni di Scunthorpe ha messo in luce l’estensione del coinvolgimento della Cina nelle infrastrutture critiche del Regno Unito. È quanto riporta il quotidiano “The Times”, secondo cui l’intervento del governo per salvare British Steel, controllata dal gruppo cinese Jingye, solleva interrogativi più ampi sulla dipendenza da Pechino. Il quotidiano ricorda che “non tutte le aziende cinesi sostengono il regime del presidente Xi Jinping, ma tutte le imprese private del Paese hanno l’obbligo legale di seguire le direttive dello Stato quando richiesto”. Nel 2023, la “China List” pubblicata dal quotidiano aveva rilevato che gli asset detenuti dallo Stato cinese nel Regno Unito ammontavano a 45 miliardi di sterline (52 miliardi di euro), mentre il valore complessivo detenuto da investitori cinesi e di Hong Kong raggiungeva i 152 miliardi di sterline (175 miliardi di euro).