K metro 0 – Bucarest – “Inaccettabile che giudici e pubblici ministeri vadano in pensione a 47 o 50 anni, proprio nel pieno della loro maturità professionale”. Con queste parole Ilie Bolojan, presidente ad interim della Romania, ha commentato la proposta di riforma del sistema pensionistico della magistratura durante un’intervista rilasciata al podcast Friendly Fire.
K metro 0 – Bucarest – “Inaccettabile che giudici e pubblici ministeri vadano in pensione a 47 o 50 anni, proprio nel pieno della loro maturità professionale”. Con queste parole Ilie Bolojan, presidente ad interim della Romania, ha commentato la proposta di riforma del sistema pensionistico della magistratura durante un’intervista rilasciata al podcast Friendly Fire.
La riforma è stata presentata al Parlamento dai leader della coalizione di governo. Il disegno di legge prevede l’aumento graduale dell’età pensionabile per i magistrati, fino ad arrivare a 65 anni entro il 2045. A partire dal 2026, resterà comunque possibile andare in pensione con almeno 25 anni di servizio e un’età minima di 48 anni.
Secondo Bolojan, la questione non riguarda solo i costi per lo Stato. “Non è solo una questione economica, ma anche di qualità del lavoro e fiducia nel sistema giudiziario”, ha spiegato. “Quando la qualità è alta, le sentenze diventano più prevedibili. Il sistema funziona meglio e si riduce anche il numero dei ricorsi”.
Il presidente ad interim ha insistito sulla necessità di separare due aspetti distinti: da un lato l’adeguamento dell’importo delle pensioni, dall’altro l’età a cui è giusto accedervi. “Serve un ritorno alla normalità”, ha detto, “e la normalità è che chi ha ancora piena capacità e competenza continui a lavorare, soprattutto in un settore così delicato come la giustizia”.
La proposta di riforma ha suscitato reazioni immediate tra i vertici della magistratura. Il Consiglio Superiore della Magistratura, la Corte di Cassazione e la Procura Generale hanno richiesto un incontro urgente con i leader della coalizione. Vogliono discutere direttamente il contenuto del disegno di legge e le sue implicazioni sul sistema giudiziario.
Attualmente, in Romania, molti magistrati scelgono di andare in pensione già tra i 47 e i 50 anni. Questa situazione ha generato nel tempo carenze di personale, perdita di competenze e squilibri nel funzionamento della giustizia. Secondo i sostenitori della riforma, il nuovo piano permetterebbe di mantenere in servizio professionisti esperti, ridurre i costi del sistema e migliorare l’efficienza dei tribunali.
Il dibattito è ancora aperto. La riforma rappresenta un passo importante per il futuro della giustizia romena, ma per essere efficace dovrà tenere conto sia delle esigenze dello Stato sia delle legittime aspettative dei magistrati.