La risposta Ue a Trump: dazi per oltre 22 miliardi di euro

La risposta Ue a Trump: dazi per oltre 22 miliardi di euro

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione Europea è pronta a rispondere ai nuovi dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump con una mossa destinata a far rumore: un pacchetto di misure ritorsive dal valore complessivo di 22,1 miliardi di euro, con cui Bruxelles punta a colpire in modo mirato le esportazioni americane. L’obiettivo? Far

K metro 0 – Bruxelles – L’Unione Europea è pronta a rispondere ai nuovi dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump con una mossa destinata a far rumore: un pacchetto di misure ritorsive dal valore complessivo di 22,1 miliardi di euro, con cui Bruxelles punta a colpire in modo mirato le esportazioni americane. L’obiettivo? Far sentire il peso delle decisioni di Washington, proprio nei territori che più sostengono l’amministrazione repubblicana.

La strategia è stata delineata in un documento interno visionato da “Politico”, che anticipa le mosse della Commissione europea: tariffe fino al 25% su una vasta gamma di prodotti agricoli e industriali, selezionati con cura per avere il massimo impatto politico ed economico. I rappresentanti dei 27 Stati membri voteranno la proposta mercoledì, e salvo sorprese, il piano dovrebbe essere approvato senza ostacoli significativi.

Le nuove misure entreranno in vigore gradualmente, con un calendario già definito. Il 15 aprile saranno reintrodotti i dazi su alcuni prodotti già colpiti nel 2018, tra cui mirtilli rossi e succo d’arancia. Il 16 maggio partiranno nuove tariffe su acciaio, carne bovina, cioccolato bianco e polietilene. Infine il 1° dicembre scatteranno i dazi su altri prodotti chiave dell’export USA, come mandorle e soia.

Secondo le stime, fino a 13,5 miliardi di dollari di esportazioni provenienti da Stati a maggioranza repubblicana potrebbero essere interessati dalle misure. La soia, simbolo dell’agricoltura americana, è il bersaglio più rilevante: oltre l’80% delle esportazioni verso l’Ue arriva dalla Louisiana, lo stato del potente speaker della Camera, Mike Johnson.

La Commissione ha costruito un elenco variegato di beni su cui far pesare le nuove tariffe, scegliendo settori che affondano le radici nei cuori industriali e rurali d’America. Tra questi la carne bovina dal Kansas e dal Nebraska, il pollame dalla Louisiana, le sigarette dalla Florida, il legname da Carolina del Nord, Georgia e Alabama e i ricambi auto dal Michigan

Tra i prodotti presi di mira ci sono anche articoli più curiosi o “di nicchia”, come il gelato dall’Arizona, i fazzoletti dalla Carolina del Sud, le cravatte dalla Florida, le lavatrici dal Wisconsin, la pasta da Florida e Carolina del Sud e la biancheria intima da Ohio e Kentucky.

Curiosamente, il whisky, inizialmente incluso nell’elenco, è stato rimosso nella versione finale del piano, dopo le pressioni congiunte di Francia, Italia e Irlanda, timorose di danneggiare le importazioni dei loro pregiati distillati.

La mossa dell’Unione Europea si inserisce in un contesto di tensioni commerciali sempre più acute tra Washington e i suoi partner. Anche Cina e Canada hanno reagito con dazi mirati, portando il totale delle esportazioni statunitensi colpite a circa 90 miliardi di dollari.

Nonostante il braccio di ferro, Bruxelles ha lasciato uno spiraglio aperto alla diplomazia. La Commissione Europea ha infatti proposto l’adozione di un regime a dazio zero per alcuni beni industriali, nella speranza di riprendere il dialogo. Ma per Trump non basta: il presidente ha rilanciato chiedendo all’Unione di comprare 350 miliardi di dollari in energia statunitense, come gas e petrolio, per ridurre il disavanzo commerciale.

Se le trattative dovessero fallire, Bruxelles potrebbe fare ricorso al suo strumento più potente: colpire i servizi statunitensi, un settore fondamentale per l’economia americana. Ma questa opzione, definita il “bazooka commerciale”, resta controversa e divide gli Stati membri, preoccupati per le possibili ripercussioni su settori come finanza, tecnologia e turismo.

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