K metro 0 – Washington – L’11 febbraio scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump Trump ha bandito la storica e prestigiosa associazione di stampa internazionale AP, fondata nel 1846, come un gruppo di “pazzi della sinistra radicale”, aggiungendo che “li terremo fuori finché non saranno d’accordo”. Martedì 8 aprile, invece, un giudice federale
K metro 0 – Washington – L’11 febbraio scorso, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump Trump ha bandito la storica e prestigiosa associazione di stampa internazionale AP, fondata nel 1846, come un gruppo di “pazzi della sinistra radicale”, aggiungendo che “li terremo fuori finché non saranno d’accordo”.
Martedì 8 aprile, invece, un giudice federale nominato proprio da Trump, Trevor N. McFadden, ha ordinato alla Casa Bianca di ripristinare il pieno accesso dell’Associated Press alla copertura degli eventi presidenziali, affermando, sulla base del Primo Emendamento, che il governo non può punire l’organizzazione giornalistica per il contenuto del suo discorso.
Il capo della Casa Bianca aveva difatti “bandito” Associated Press perché si era rifiutata, fra l’altro, di rinominare in “Golfo d’America” il Golfo del Messico. Ma le decisioni dell’AP sulla terminologia da utilizzare sono seguite da giornalisti e scrittori di tutto il mondo attraverso il suo influente manuale di stile. L’agenzia ha dichiarato così che continuerà a usare Golfo del Messico, pur prendendo atto della decisione di Trump di rinominarlo Golfo d’America. Diversi organi di stampa hanno tuttavia utilizzato approcci diversi, alcuni dei quali hanno evitato di chiamarlo “Golfo”.
Dall’11 febbraio l’AP era stata esclusa dai giornalisti che possono coprire Trump nello Studio Ovale o a bordo dell’Air Force One, con la possibilità sporadica di coprirlo durante gli eventi nella East Room. “Siamo soddisfatti della decisione della Corte”, ha commentato la portavoce dell’AP Lauren Easton. “La sentenza di oggi afferma il diritto fondamentale della stampa e del pubblico di parlare liberamente senza ritorsioni da parte del governo. Si tratta di una libertà garantita a tutti gli americani dalla Costituzione degli Stati Uniti”.
L’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt, uno dei funzionari dell’amministrazione citati nella causa, non ha risposto a un messaggio di richiesta di commento. Nella causa presentata il 21 febbraio, l’AP ha citato in giudizio la Leavitt, il capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles e il vice capo dello staff Taylor Budowich.
Da quando è tornato in carica, Trump è stato molto aggressivo contro i media su diversi fronti. La Commissione federale per le comunicazioni ha aperto cause contro ABC, CBS e NBC News. L’amministrazione ha inoltre cercato di tagliare i fondi per i servizi di informazione gestiti dal governo, come Voice of America, e sta minacciando i finanziamenti pubblici per le emittenti pubbliche PBS e NPR per la loro presunta copertura troppo liberale delle notizie.
di Sandro Doria