Usa, entrati in vigore oggi i dazi “base” del 10% sull’import

Usa, entrati in vigore oggi i dazi “base” del 10% sull’import

K metro 0 – Washington – A partire da oggi, alle 6,00 ora italiana, i dazi generalizzati del 10% imposti dall’amministrazione Trump su una vasta gamma di prodotti importati negli Stati Uniti hanno ufficialmente fatto il loro debutto. Questa misura riguarda un’ampia varietà di beni, ma alcuni settori cruciali restano esclusi, tra cui metalli (sia

K metro 0 – Washington – A partire da oggi, alle 6,00 ora italiana, i dazi generalizzati del 10% imposti dall’amministrazione Trump su una vasta gamma di prodotti importati negli Stati Uniti hanno ufficialmente fatto il loro debutto. Questa misura riguarda un’ampia varietà di beni, ma alcuni settori cruciali restano esclusi, tra cui metalli (sia preziosi che non), materie prime come petrolio e gas, prodotti farmaceutici e legname. 

Il mercato finanziario ha reagito tempestivamente, con un crollo delle borse internazionali. La perdita di valore è stimata in circa 9.000 miliardi di dollari, di cui oltre 5.000 miliardi sono stati registrati a Wall Street, riflettendo un forte nervosismo tra gli investitori globali. La misura, che entra in vigore oggi, non è l’unica: mercoledì prossimo, 9 aprile, sarà il turno dei dazi individuali imposti ai singoli Paesi e all’Unione Europea, con potenziali ripercussioni che si estenderanno ulteriormente.

In risposta agli sviluppi il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha rilasciato delle dichiarazioni in un’intervista al programma di Rai Uno “Cinque Minuti”. Tajani ha esortato alla calma, ma ha anche reso chiaro che l’Italia respinge qualsiasi possibilità di trattative bilaterali con Washington. “Le trattative individuali non sono percorribili. L’Unione Europea è l’ente che si occupa delle politiche commerciali e deve essere l’unico interlocutore per questioni di questa portata”, ha dichiarato il vicepremier. 

Anche a livello internazionale, la misura ha suscitato forti reazioni. Oggi, il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato in un’intervista televisiva che contatterà Trump la prossima settimana: “Non ho intenzione di imporre dazi di ritorsione”, ha dichiarato Ishiba.

Anche negli Stati Uniti, alcuni membri del partito repubblicano hanno espresso crescente preoccupazione per l’impatto di una guerra commerciale. Ted Cruz, presidente della Commissione Commercio del Senato, ha avvertito che le misure protezionistiche potrebbero avere effetti devastanti per l’economia americana, portando a un aumento dei costi per i consumatori e influenzando negativamente i posti di lavoro. Cruz ha affermato che un’escalation dei dazi da parte di altri Paesi potrebbe comportare il più grande aumento delle tasse negli Stati Uniti da decenni, con conseguenze devastanti per le famiglie americane.

In particolare, Cruz ha sollevato il rischio che i dazi danneggino il settore automobilistico americano, già provato da una crescente concorrenza internazionale. Secondo le stime, l’introduzione dei dazi potrebbe far aumentare il prezzo medio delle automobili di 4.500 dollari già a partire da giugno, un fattore che potrebbe ridurre significativamente la domanda interna di veicoli.

Il futuro di questa disputa commerciale è ancora incerto, ma le implicazioni economiche e politiche sono evidenti. La posizione dell’Unione Europea, in particolare, giocherà un ruolo cruciale nel determinare se questi dazi saranno limitati o se, al contrario, daranno inizio a una lunga e complessa guerra commerciale che potrebbe danneggiare l’economia globale. Le prossime settimane saranno decisive per capire come evolverà la situazione e quali azioni intraprenderanno le nazioni coinvolte per rispondere a questo crescente conflitto commerciale.

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