K metro 0 – Helsinki – Il presidente della Finlandia, Alexander Stubb, ha recentemente chiarito che l’interesse degli Stati Uniti per le navi rompighiaccio non ha alcuna connessione con la politica della Casa Bianca sulla Groenlandia. Secondo Stubb, l’isola appartiene al Regno di Danimarca, e dunque solo il popolo groenlandese ha il diritto di decidere
K metro 0 – Helsinki – Il presidente della Finlandia, Alexander Stubb, ha recentemente chiarito che l’interesse degli Stati Uniti per le navi rompighiaccio non ha alcuna connessione con la politica della Casa Bianca sulla Groenlandia.
Secondo Stubb, l’isola appartiene al Regno di Danimarca, e dunque solo il popolo groenlandese ha il diritto di decidere sul suo futuro. Il presidente finlandese ha sottolineato che la questione non riguarda le aspirazioni politiche degli Stati Uniti sulla Groenlandia, ma piuttosto un tema strategico e tecnico legato alla navigazione artica.
Stubb ha infatti spiegato che gli Stati Uniti hanno un notevole in svantaggio rispetto alla Russia, che possiede ben 48 rompighiaccio, un gap da colmare per poter operare in modo efficace nelle regioni artiche. In questo contesto, la Finlandia, che è il più grande fornitore al mondo di rompighiaccio, ha un ruolo fondamentale nella fornitura di queste imbarcazioni cruciali per l’operatività nelle acque artiche.
Questa dichiarazione arriva in un momento di crescente tensione internazionale, in particolare per la crescente importanza strategica della regione artica, che negli ultimi anni ha visto aumentare l’interesse di diverse potenze globali, tra cui Stati Uniti, Russia e Cina.
Nel 2023, infatti, Stati Uniti, Canada e Finlandia hanno firmato un accordo di collaborazione per la costruzione di nuove navi rompighiaccio nell’ambito dell’Icebreaker Collaboration Effort. Questo accordo risponde alla crescente necessità di potenziare la capacità di operare nell’Artico, una zona che sta guadagnando centralità a causa del cambiamento climatico e della sua posizione strategica, che apre nuove rotte marittime.
Contemporaneamente, la Groenlandia si trova al centro di una crescente attenzione geopolitica. Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, intraprenderà una missione di tre giorni in Groenlandia a partire da domani, con l’obiettivo di rafforzare i legami tra il governo centrale danese e il governo groenlandese, il quale ha uno status semiautonomo.
Questa visita segue di pochi giorni quella del vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, che ha sollevato preoccupazioni sulla gestione della sicurezza della Groenlandia da parte della Danimarca e ha ribadito l’intenzione degli Stati Uniti di “prendere in considerazione” un’eventuale annessione del territorio. Alle dichiarazioni di Vance il nuovo governo groenlandese, guidato dal liberale Jens-Frederik Nielsen, ha risposto con fermezza e ha dichiarato pubblicamente: “Gli Stati Uniti non avranno la Groenlandia. Noi decidiamo il nostro futuro.” Nielsen ha aggiunto che, nonostante le ricche risorse naturali e la posizione geografica strategica della Groenlandia, l’isola rimarrà saldamente sotto il controllo dei suoi abitanti, che sono determinati a mantenere la loro autonomia.
La crescente tensione internazionale sulla Groenlandia è alimentata principalmente dalla sua posizione geostrategica, che sta diventando sempre più rilevante alla luce delle nuove rotte artiche aperte dal riscaldamento globale. La Groenlandia, infatti, si trova in una posizione che offre un accesso diretto a nuove vie di navigazione tra l’Europa e il Nord America, oltre ad avere risorse naturali non ancora sfruttate, come minerali e petrolio. Questo ha attirato l’attenzione di potenze come la Russia, che ha una forte presenza nell’Artico, e la Cina, che ha investito in infrastrutture nella regione. Gli Stati Uniti, da parte loro, vedono la Groenlandia come una chiave per il controllo di queste rotte e risorse, alimentando così le speculazioni sulla possibilità di acquisire il territorio.
Nonostante le pressioni esterne, la Danimarca e la Groenlandia continuano a sostenere un forte legame di cooperazione, con Frederiksen che ha sottolineato il rispetto per la gestione politica della Groenlandia, anche di fronte alle recenti dichiarazioni americane.