Belgrado: manifestazione a sostegno della comunità accademica

Belgrado: manifestazione a sostegno della comunità accademica

K metro 0 – Belgrado – Nella serata di ieri, la capitale serba Belgrado ha ospitato una nuova manifestazione in solidarietà con la comunità accademica, alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini e studenti. L’evento è stato organizzato per denunciare le crescenti pressioni subite dal mondo universitario, accusato di appoggiare il movimento studentesco e di

K metro 0 – Belgrado – Nella serata di ieri, la capitale serba Belgrado ha ospitato una nuova manifestazione in solidarietà con la comunità accademica, alla quale hanno partecipato centinaia di cittadini e studenti. L’evento è stato organizzato per denunciare le crescenti pressioni subite dal mondo universitario, accusato di appoggiare il movimento studentesco e di opporsi alle politiche governative in materia di istruzione e libertà di espressione.

La protesta si inserisce in un più ampio ciclo di mobilitazioni che da mesi attraversa la Serbia. Manifestazioni simili si sono svolte in diverse città, tra cui Niš, Kragujevac e Novi Sad, a testimonianza di un crescente malcontento tra studenti, docenti e cittadini. Il corteo di ieri ha assunto un valore simbolico ancora più forte per il suo legame con due eventi recenti che hanno scosso l’opinione pubblica: l’aggressione subita domenica scorsa dalla preside della Facoltà di Filosofia di Niš, Natalija Jovanović, ferita alla mano da una coltellata, e il tragico crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad.

Il crollo, avvenuto il 1° novembre 2024, ha causato la morte di 15 persone, tra cui un bambino di sei anni, quando la pesante struttura in cemento armato è collassata, schiacciando i passeggeri seduti sulle panchine sottostanti. Il disastro ha sollevato un’ondata di indignazione in tutto il paese, poiché considerato il risultato di anni di negligenza, corruzione e cattiva gestione delle infrastrutture pubbliche.

Il 21 marzo, il bilancio delle vittime è salito a 16, alimentando ulteriormente la protesta contro l’attuale governo, accusato di inefficienza e mancato controllo sulla sicurezza delle opere pubbliche.

Durante la manifestazione di Belgrado, i partecipanti si sono radunati davanti alla Procura della Repubblica per chiedere giustizia per la preside Jovanović e maggiore trasparenza nelle indagini sul crollo della pensilina. Successivamente, la folla ha organizzato una marcia che ha attraversato il centro della capitale, fermandosi davanti alle redazioni di tre importanti quotidiani serbi: “Večernje Novosti”, “Politika” e “Kurir”. Secondo i manifestanti, questi giornali sarebbero responsabili di un “linciaggio mediatico” contro il movimento studentesco e di insabbiare le responsabilità politiche dietro le recenti tragedie.

Negli ultimi mesi, le tensioni tra il governo e il mondo accademico si sono intensificate. Professoresse e studenti hanno denunciato più volte forme di intimidazione, censura e pressione politica volte a reprimere il dissenso. A Belgrado, Niš, Novi Sad e altre città, le proteste hanno assunto una dimensione più ampia, unendo il malcontento per la repressione della libertà di espressione con la rabbia per le condizioni delle infrastrutture e la corruzione diffusa. Il crollo della pensilina di Novi Sad è diventato un simbolo di questa crisi, spingendo migliaia di persone in piazza per chiedere responsabilità e riforme.

A conclusione della manifestazione, gli organizzatori hanno annunciato una grande protesta nazionale a Belgrado il prossimo 4 aprile, in occasione della Giornata degli Studenti. La data è altamente simbolica, poiché celebra il ruolo degli studenti nella società e la loro storica lotta per i diritti civili e la democrazia. La protesta del 4 aprile si preannuncia come un momento cruciale per il movimento studentesco e per l’intera società serba, che continua a chiedere maggiore tutela dei diritti fondamentali e un cambio di rotta nella gestione del Paese.

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