K metro 0 – Beirut – Karim Souaid, candidato sostenuto dal presidente libanese Joseph Aoun, è stato eletto nuovo governatore della Banca centrale del Libano con 17 voti su 24 ministri. La notizia ha rapidamente fatto il giro dei media locali e internazionali, suscitando reazioni contrastanti tra gli esperti del settore e l’opinione pubblica. La
K metro 0 – Beirut – Karim Souaid, candidato sostenuto dal presidente libanese Joseph Aoun, è stato eletto nuovo governatore della Banca centrale del Libano con 17 voti su 24 ministri. La notizia ha rapidamente fatto il giro dei media locali e internazionali, suscitando reazioni contrastanti tra gli esperti del settore e l’opinione pubblica.
La sua nomina avviene in un momento particolarmente delicato per il Libano, che da anni affronta una delle peggiori crisi economiche e finanziarie della sua storia. Il Paese è alle prese con un sistema bancario in difficoltà, un debito pubblico insostenibile e una moneta locale che ha perso gran parte del suo valore.
Forti tensioni politiche hanno preceduto la riunione del governo che ha portato alla sua elezione. Il primo ministro Salam aveva minacciato le dimissioni se la scelta del governatore fosse stata sottoposta al voto, temendo che il processo potesse diventare un terreno di scontro politico. Tuttavia, su insistenza del presidente Aoun, il voto ha avuto luogo e ha sancito la vittoria di Souaid.
Karim Souaid è un economista ed esperto di finanza con una lunga carriera alle spalle in importanti istituzioni bancarie arabe e internazionali. La sua esperienza nel settore finanziario lo ha portato a ricoprire ruoli di rilievo, tra cui quello di membro del consiglio d’amministrazione della Emirates Lebanon Bank, guidata da Varouj Nerguizian, stretto collaboratore del presidente Aoun.
È inoltre fondatore e managing partner della Growthgate Capital, una società di investimenti con sede negli Emirati Arabi Uniti, specializzata in operazioni strategiche nel settore finanziario e industriale. La sua rete di contatti lo collega a figure influenti della scena economica e politica libanese, tra cui Maher Najib Miqati, figlio dell’ex primo ministro Najib Miqati.
Souaid è anche il fratello dell’ex deputato Fares Souaid, noto per le sue posizioni indipendenti e critiche nei confronti di molte delle attuali dinamiche politiche del Paese. Questa connessione ha suscitato dibattiti sul grado di autonomia che il nuovo governatore potrà effettivamente mantenere rispetto agli equilibri di potere libanesi.
Uno degli elementi più discussi riguardo alla figura di Souaid è il suo ruolo nello sviluppo del cosiddetto Piano Harvard, un ambizioso progetto di riforma economica che ha diviso l’opinione pubblica.
Uno dei punti più controversi del piano riguarda la trasformazione dei depositi bancari in titoli del debito pubblico, una misura che i sostenitori ritengono necessaria per stabilizzare il sistema finanziario, ma che ha suscitato forti critiche tra i risparmiatori. Molti cittadini libanesi temono di perdere gran parte dei loro fondi a causa di questa conversione forzata.
Nonostante le contestazioni, il piano ha ottenuto il pieno sostegno dell’Associazione delle Banche del Libano, che lo considera l’unica alternativa per evitare il collasso del sistema economico. Tuttavia, gli esperti avvertono che la sua implementazione potrebbe comportare rischi significativi, sia sul piano sociale che su quello economico, con possibili ripercussioni a lungo termine sulla fiducia degli investitori.
Ora, il nuovo governatore dovrà affrontare sfide ancora più complesse. Tra le priorità immediate c’è la ristrutturazione del settore bancario, con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni finanziarie e ridurre i rischi sistemici.
Il ripristino della fiducia tra i risparmiatori, molti dei quali hanno visto i loro conti congelati o svalutati dalla crisi economica. La stabilizzazione monetaria, fondamentale per contrastare la continua svalutazione della lira libanese e contenere l’inflazione.