K metro 0 – San Diego – Il 26 febbraio, Becky Burke, una turista gallese che viaggiava con lo zaino in spalla attraverso il Nord America, è stata fermata al confine tra Stati Uniti e Canada e trattenuta per quasi tre settimane in un centro di detenzione nello Stato di Washington, ha scritto il padre,
K metro 0 – San Diego – Il 26 febbraio, Becky Burke, una turista gallese che viaggiava con lo zaino in spalla attraverso il Nord America, è stata fermata al confine tra Stati Uniti e Canada e trattenuta per quasi tre settimane in un centro di detenzione nello Stato di Washington, ha scritto il padre, Paul Burke, su Facebook. È tornata a casa martedì, riferisce AP.
Identica sorte per Lennon Tyler e il suo fidanzato tedesco. Lei era spesso in viaggio in Messico quando lui era in vacanza negli Stati Uniti, dato che si trovava a solo un giorno di auto da casa di lei a Las Vegas, uno dei vantaggi della loro relazione a distanza. Ma quando sono tornati da Tijuana il mese scorso, gli agenti di frontiera statunitensi hanno ammanettato Tyler, cittadina americana, e l’hanno incatenata a una panchina, mentre il suo fidanzato, Lucas Sielaff, è stato accusato di aver violato le regole del suo permesso turistico statunitense di 90 giorni.
Le autorità hanno poi ammanettato e incatenato Sielaff e lo hanno mandato in un affollato centro di detenzione per immigrati negli Stati Uniti. Ha trascorso 16 giorni rinchiuso prima di poter tornare a casa in Germania.
Da quando il presidente Donald Trump si è insediato, si sono verificati altri episodi di turisti come Sielaff fermati ai valichi di frontiera degli Stati Uniti e trattenuti per settimane nelle strutture di detenzione per immigrati statunitensi prima di poter tornare a casa a proprie (care) spese.
Al confine con il Canada, un viaggiatore con lo zaino in spalla proveniente dal Galles ha così trascorso quasi tre settimane in un centro di detenzione prima di tornare a casa questa settimana. Una donna canadese con un visto di lavoro trattenuta al confine con Tijuana ha trascorso 12 giorni in detenzione prima di tornare a casa lo scorso week end. Sielaff, 25 anni, e gli altri hanno confermato che non è mai stato chiarito il motivo per cui sono stati presi in custodia, anche dopo essersi offerti di tornare a casa volontariamente.
Pedro Rios, direttore del programma di frontiera tra Stati Uniti e Messico dell’American Friends Service Committee, un’organizzazione no-profit che si occupa di assistenza ai migranti, ha dichiarato che in 22 anni di lavoro al confine non ha mai visto rinchiusi in questo modo viaggiatori provenienti dall’Europa occidentale e dal Canada, da sempre alleati degli Stati Uniti.
“L’unica ragione che vedo è che c’è un’atmosfera molto più tesa contro gli immigrati”, ha detto Rios.
Insomma, i turisti provenienti da Paesi in cui gli Stati Uniti richiedono il visto – molti dei quali non occidentali – incontrano da tempo difficoltà ad entrare negli Stati Uniti. Ignoto ancora il numero di turisti trattenuti di recente nelle strutture di detenzione, né la motivazione del loro arresto. Intanto l’amministrazione Trump si prepara a vietare l’ingresso ai viaggiatori provenienti da alcuni Paesi e cresce l’ansia per il ripetersi di casi del genere.
L’Immigration and Customs Enforcement ha dichiarato in un’e-mail all’AP che Sielaff e Brösche, che è stato trattenuto per 45 giorni, “sono stati ritenuti inammissibili” dalla Customs and Border Protection. L’agenzia ha dichiarato di non poter discutere i dettagli, ma “se lo statuto o i termini del visto vengono violati, i viaggiatori possono essere soggetti a detenzione e rimozione”.
Entrambi i turisti tedeschi sono poi stati ammessi negli Stati Uniti grazie a un programma offerto a un gruppo selezionato di Paesi, per lo più in Europa e in Asia, i cui cittadini possono recarsi negli Stati Uniti per affari o per piacere per un massimo di 90 giorni senza dover ottenere un visto in anticipo. I richiedenti si registrano online con il Sistema elettronico per l’autorizzazione al viaggio.
Ma anche se sono autorizzati a viaggiare secondo questo sistema, le autorità statunitensi hanno ampia discrezionalità nel negare l’ingresso. In seguito ai fermi, la Gran Bretagna e la Germania hanno aggiornato i loro avvisi di viaggio per avvertire i cittadini della severa applicazione delle norme di frontiera statunitensi. Il Regno Unito ha avvertito che “potreste essere passibili di arresto o detenzione se infrangete le regole”.
A Lucas Sielaff alla fine è stato detto di prendere un volo diretto per la Germania e di inviare un numero di conferma. Dopo una frenetica telefonata la sua fidanzata Tyler lo ha acquistato per 2.744 dollari. È tornato il 5 marzo.
“Quello che è successo al confine è stato un palese abuso di potere della polizia di frontiera”, ha detto Tyler. La quale intende fare causa al governo degli Stati Uniti. Sielaff ha dichiarato inoltre che soffre di incubi e sta prendendo in considerazione l’idea di una terapia per affrontare il trauma. “Nessuno è più sicuro di venire in America come turista”, ha aggiunto.
Le detenzioni si inseriscono nel contesto di lotte legali per l’arresto e la deportazione da parte dell’amministrazione Trump di altri stranieri con visti validi e titolari di carta verde, tra cui un attivista palestinese che ha contribuito a organizzare le proteste del campus contro la guerra a Gaza.
di Sandro Doria