K metro 0 – Roma – Dopo quasi 14 anni di guerra devastante e oltre 13 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case, la Siria si trova a un bivio. Negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato: dal dicembre scorso, 350.000 persone hanno trovato il coraggio di rientrare nel Paese, mentre più di 885.000
K metro 0 – Roma – Dopo quasi 14 anni di guerra devastante e oltre 13 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case, la Siria si trova a un bivio. Negli ultimi mesi, qualcosa è cambiato: dal dicembre scorso, 350.000 persone hanno trovato il coraggio di rientrare nel Paese, mentre più di 885.000 sfollati interni hanno fatto ritorno nelle loro comunità. Tuttavia, la strada per la ricostruzione è ancora lunga e complessa.
Le cifre parlano chiaro: oltre 16 milioni di persone dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere, e 7,4 milioni di siriani continuano a vivere come sfollati interni, molti dei quali in condizioni disperate. Intanto le famiglie faticano a trovare cibo e acqua potabile, mentre l’economia è al collasso e infrastrutture cruciali come scuole, ospedali e abitazioni sono state distrutte o gravemente danneggiate. La situazione è resa ancora più critica dalla recente recrudescenza di violenza nella Siria occidentale, che ha causato la morte di centinaia di civili e ha costretto altre persone a lasciare nuovamente le loro case.
Nonostante le difficoltà, molti rifugiati nutrono una speranza incrollabile di poter tornare un giorno a casa. Le più recenti indagini condotte da Unhcr rivelano che l’80% dei rifugiati desidera rientrare nel proprio Paese, e un numero significativo di loro intende farlo già entro il prossimo anno. Questo dato riflette un crescente senso di determinazione e coraggio, ma anche la necessità di interventi concreti per rendere possibili ritorni sicuri e dignitosi.
È qui che entra in gioco l’impegno di Unhcr Italia. Ogni giorno l’organizzazione lavora instancabilmente per fornire beni di prima necessità – come coperte, materassi e vestiti caldi – e supportare la riparazione delle abitazioni danneggiate. Inoltre, gestisce una rete di 106 centri comunitari che offre una vasta gamma di servizi essenziali, tra cui assistenza sanitaria, supporto legale, aiuto psicosociale e attività ricreative per bambini. Questi interventi sono fondamentali per offrire un futuro migliore a chi sceglie di ricostruire la propria vita in Siria. La campagna gode del prezioso supporto di Alessandro Gassmann, Ambasciatore di Buona Volontà di Unhcr.
La mancanza di fondi è uno dei principali ostacoli: senza un adeguato sostegno economico, 1,5 milioni di siriani rischiano di rimanere senza accesso ai beni di prima necessità e 75.000 persone, tra le più vulnerabili, potrebbero perdere un alloggio di emergenza. Questa non è solo una crisi umanitaria, ma una crisi globale, poiché l’instabilità in Siria ha ripercussioni su tutti noi.
Ecco perché Unhcr Italia ha deciso di lanciare un appello urgente. “Dopo anni vissuti lontano dalle loro case, tante famiglie stanno tornando con forza di volontà e speranza”, spiega Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di Unhcr Italia. “Ma la crisi non è finita. Manca tutto: case, scuole, ospedali, elettricità, cibo e acqua potabile. Ogni contributo, anche piccolo, può fare una grande differenza. Non possiamo lasciare che questa speranza svanisca”.