Guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, cosa c’è in gioco

Guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, cosa c’è in gioco

K metro 0 – Bruxelles – Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato giovedì di imporre un dazio del 200% sulle importazioni di vino, cognac e altri alcolici dall’Europa, aprendo un nuovo fronte in una guerra commerciale globale che ha scosso i mercati finanziari e sollevato timori di recessione. Le azioni di Wall

K metro 0 – Bruxelles – Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato giovedì di imporre un dazio del 200% sulle importazioni di vino, cognac e altri alcolici dall’Europa, aprendo un nuovo fronte in una guerra commerciale globale che ha scosso i mercati finanziari e sollevato timori di recessione. Le azioni di Wall Street sono così scese perché gli investitori temono che The Donald possa imporre barriere commerciali più rigide nel più grande mercato di consumo del mondo. L’S&P 500 è difatti precipitato oltre il 10% al di sotto del suo massimo storico raggiunto a febbraio.

La minaccia di Trump è arrivata in risposta al piano dell’Unione europea di imporre tariffe sul whisky americano e altri prodotti da aprile, che a sua volta è una reazione alle tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio, entrate in vigore mercoledì. Anche il Canada, un vicino e stretto alleato che è il più grande fornitore di alluminio degli Stati Uniti, ha annunciato contromisure alle tariffe sui metalli di Trump e portato la controversia all’Organizzazione Mondiale del Commercio. I colloqui tra funzionari statunitensi e canadesi di ieri non hanno però prodotto nessuna svolta.

Da quando è tornato alla Casa Bianca a gennaio, Trump ha minacciato di imporre una serie di sanzioni commerciali, anche se ha rinviato l’azione su molte di esse. Nel corso di un incontro nello Studio Ovale con il Segretario Generale della Nato Mark Rutte, giovedì, ha dichiarato che non si tirerà indietro rispetto alle tariffe reciproche che ha giurato di imporre a tutti i partner commerciali il 2 aprile. “Ci hanno fregato per anni e non ci fregheranno”, ha detto. L’alcol in particolare sta diventando un punto di attrito fondamentale nella guerra commerciale in corso. Guerra commerciale con il Vecchio continente ormai confermata. L’Europa ha però promesso una risposta “forte ma proporzionata”: la Commissione europea ha annunciato l’imposizione di tasse, a partire dal 1° aprile, su prodotti emblematici degli Stati Uniti come le moto Harley-Davidson e il bourbon, e altri ancora. In totale, Bruxelles prevede di imporre contromisure su merci americane per un valore di 28 miliardi di dollari. Né gli Stati Uniti né l’Europa sembrano ancora disposti a fare marcia indietro. Franceinfo ha analizzato in dettaglio la posta in gioco di questa disfida.

Acciaio e alluminio rappresentano meno del 2% delle esportazioni europee. Stéphane Auray, ricercatore presso l’Ecole Nationale de la Statistique et de l’Analyse de l’Information e la Rennes School of Business, commenta: “È abbastanza comune che le guerre commerciali inizino imponendo tariffe su prodotti meno importanti”. Secondo lui, questi dazi doganali possono comunque aumentare il conto per le aziende che dipendono da tali materie prime per le loro attività, come l’industria automobilistica con l’acciaio. Sottolinea inoltre che esiste il rischio di un’escalation, con un ulteriore aumento di una tariffa che porta all’introduzione di un’altra tassa sulle importazioni come ritorsione.

“Questi dazi doganali sono restrittivi per le aziende, perché perturbano i mercati, ma questo non è un grosso problema per l’industria europea dell’alluminio”, testimonia Cyrille Mounier, delegato generale di Aluminium France. Nel 2018, durante il primo mandato di Donald Trump, era già stata imposta una imposta simile del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio, con un impatto in definitiva limitato sulle esportazioni europee, secondo i dati Eurostat. Il rappresentante della federazione francese dell’industria dell’alluminio ha inoltre sottolineato che l’Europa produce alluminio grezzo, mentre gli Stati Uniti non lo producono e devono quindi importarlo. “Costerebbe loro molto di più costruire fabbriche per produrre metallo grezzo che pagare il 25% di dazi doganali”, ha aggiunto.

Le economie europee e americane sono legate da un’intensa attività commerciale. Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale dell’UE e rappresentano circa il 20% delle esportazioni europee nel 2024, secondo i dati Eurostat. Dall’altra parte, l’Europa dipende dal partner americano per circa il 14% delle sue importazioni, rendendo gli Stati Uniti il secondo fornitore dell’UE, subito dopo la Cina. Un commercio significativo soprattutto in alcuni settori. L’Europa dipende in parte dagli Stati Uniti per le importazioni di petrolio (oltre il 12% del totale dei beni scambiati), gas e alcuni medicinali. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, essi importano in particolare prodotti medici e farmaceutici europei, che rappresentano quasi il 15% delle loro importazioni dall’UE, nonché automobili e aerei.

Una guerra commerciale sui prodotti più scambiati tra UE e USA sarebbe davvero un disastro. Mentre i balzelli sui prodotti più commercializzati rimangono per il momento limitati, altri settori potrebbero comunque soffrire. Con dazi doganali “al 200%”, “gli affari si fermerebbero”, ha avvertito Nicolas Ozanam, delegato generale della Federazione francese degli esportatori di vino e liquori, intervistato dall’AFP. Ciò significherebbe triplicare il prezzo delle bottiglie di alcolici tricolori sul mercato americano. Secondo i dati delle dogane francesi e della FEVS, nel 2024 la Francia ha esportato vino negli Stati Uniti per un valore di circa 3,9 miliardi di euro, pari a un quarto delle sue esportazioni totali. 

La bilancia commerciale pende comunque a favore dell’Europa. L’Unione europea registra un’eccedenza commerciale con gli Stati Uniti. Nel 2024, l’UE ha esportato beni per quasi 200 miliardi di euro in più rispetto a quelli importati dagli Stati Uniti. Alcuni Paesi europei, come la Germania e l’Irlanda, che esportano negli Stati Uniti oltre il 50% delle loro merci provenienti da Paesi extracomunitari, sono più vulnerabili alle conseguenze degli aumenti tariffari e rischiano di essere più colpiti.

Al Parlamento europeo, alcuni eurodeputati hanno sottolineato la necessità di un fronte unito di fronte a questa incipiente guerra commerciale. In Francia, il ministro del Commercio estero, Laurent Saint-Martin, ha mostrato la sua determinazione a difendere gli interessi francesi ed europei: “Non cederemo alle minacce e proteggeremo sempre le nostre industrie”, ha scritto sul social network X.

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