Serbia, protesta blocca l’ingresso della tv nazionale Rts

Serbia, protesta blocca l’ingresso della tv nazionale Rts

K metro 0 – Belgrado– Migliaia di studenti e cittadini si sono radunati nella tarda serata di ieri davanti all’edificio della Radiotelevisione serba (RTS) a Belgrado. L’iniziativa, annunciata tramite un post su Instagram, aveva l’obiettivo di bloccare l’ingresso dell’edificio per 22 ore, fino a quando RTS non verrà “liberata”. “Siamo stati definiti ‘turbolenti’ da una

K metro 0 – Belgrado– Migliaia di studenti e cittadini si sono radunati nella tarda serata di ieri davanti all’edificio della Radiotelevisione serba (RTS) a Belgrado. L’iniziativa, annunciata tramite un post su Instagram, aveva l’obiettivo di bloccare l’ingresso dell’edificio per 22 ore, fino a quando RTS non verrà “liberata”.

“Siamo stati definiti ‘turbolenti’ da una conduttrice della RTS. Per questo motivo, stasera blocchiamo l’edificio. Nessuna violenza, nessuna intrusione: ai dipendenti sarà consentito di uscire, ma nessuno potrà entrare”, ha dichiarato un collettivo studentesco della facoltà di Medicina dell’Università di Belgrado.

La protesta di ieri si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazioni che da settimane stanno attraversando la Serbia. Studenti, docenti e cittadini sono scesi ripetutamente in piazza per denunciare la mancanza di libertà dei media e chiedere maggiore trasparenza nelle istituzioni pubbliche. Le tensioni si sono acuite dopo una serie di episodi controversi che hanno visto i media pubblici accusati di parzialità e di mancata copertura delle manifestazioni.

Le proteste si sono intensificate ulteriormente dopo il recente crollo di un edificio a Novi Sad, che ha sollevato forti critiche contro le autorità locali per la scarsa supervisione edilizia e la corruzione. L’incidente ha alimentato la rabbia popolare, portando migliaia di persone nelle strade per chiedere giustizia per le vittime e maggiore responsabilità da parte delle istituzioni. In seguito alla crescente pressione pubblica, le manifestazioni delle scorse settimane hanno portato alle dimissioni di diversi funzionari locali, accusati di negligenza e cattiva gestione. A fine gennaio sì è dimesso il primo ministro Milos Vucevic.

La polizia antisommossa è intervenuta durante la protesta di ieri, riuscendo a entrare nell’edificio attraverso uno dei tre ingressi, provocando piccoli scontri con i manifestanti.

Il ministro dell’Interno, Ivica Dacic, ha sottolineato che la manifestazione non era stata annunciata, ribadendo che il compito della polizia è mantenere l’ordine pubblico e intervenire in caso di disordini.

Proteste simili si sono svolte anche in altre città: l’edificio dell’emittente di Novi Sad (RTV) è stato bloccato, con una forte presenza delle forze dell’ordine, mentre a Kragujevac (RTK) decine di studenti e cittadini si sono riuniti davanti alla sede dell’emittente locale, esprimendo solidarietà ai manifestanti di Belgrado e Novi Sad.

Le mobilitazioni non accennano a fermarsi e i partecipanti annunciano nuove azioni nei prossimi giorni, continuando a chiedere maggiore pluralismo nei media pubblici, giustizia per le vittime del crollo di Novi Sad e rispetto per i diritti democratici.

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