Spagna, la Procura nazionale chiede l’amnistia per Puigdemont

Spagna, la Procura nazionale chiede l’amnistia per Puigdemont

K metro 0 – Madrid – La Procura Nazionale spagnola ha richiesto alla Corte Suprema di applicare l’amnistia all’ex presidente catalano Carles Puigdemont. Secondo quanto riportato dai media spagnoli, la Procura sostiene che il leader indipendentista non abbia utilizzato fondi pubblici per fini personali e che non ci sia stato alcun arricchimento illecito, come evidenziato

K metro 0 – Madrid – La Procura Nazionale spagnola ha richiesto alla Corte Suprema di applicare l’amnistia all’ex presidente catalano Carles Puigdemont. Secondo quanto riportato dai media spagnoli, la Procura sostiene che il leader indipendentista non abbia utilizzato fondi pubblici per fini personali e che non ci sia stato alcun arricchimento illecito, come evidenziato dal giudice Pablo Llarena.

La difesa di Puigdemont ha ribadito che la competenza per l’applicazione della legge di amnistia non spetta alla Corte Suprema, ma all’Alta Corte di Giustizia della Catalogna (TSJC), poiché Puigdemont è un membro del Parlamento catalano. Questa posizione è stata espressa durante un’udienza pubblica presso la Corte Suprema, volta a esaminare i ricorsi presentati da Puigdemont e dagli ex ministri regionali Toni Comín e Lluís Puig contro la decisione del giudice Llarena, il quale ha negato loro la grazia per il reato di appropriazione indebita e ha confermato la validità dei mandati di arresto nazionali.

Lunedì, sia la Procura pubblica che l’Avvocatura dello Stato hanno ribadito la richiesta alla Corte Suprema di applicare l’amnistia a Puigdemont, Comín e Puig. Hanno contestato la decisione del giudice Llarena, secondo cui la legge di amnistia non si applicherebbe ai reati di appropriazione indebita per cui i tre politici sono perseguiti. La Procura ha definito questa interpretazione un “artificio” che non rispetta lo spirito della legge.

“La norma è chiara. Affermare che vi sia stato un vantaggio economico è, per usare un eufemismo, sorprendente”, ha dichiarato María Ángeles Sánchez Conde, procuratore aggiunto della Corte Suprema, criticando la lettura della legge da parte del giudice Llarena.

Un ulteriore punto di scontro riguarda l’utilizzo dei fondi pubblici: contrariamente a quanto sostenuto dal giudice, la Procura ha sottolineato che non sono stati usati fondi dell’Unione Europea e che non vi è stata alcuna riduzione del bilancio europeo, poiché i fondi impiegati appartenevano esclusivamente alla Generalitat.

La Corte Suprema, finora, ha concesso l’amnistia solo per i reati di disobbedienza e disordine pubblico, ma ha escluso l’appropriazione indebita, accusando i politici catalani di aver utilizzato risorse pubbliche per organizzare il referendum indipendentista del 2017.

La Procura e l’Avvocatura dello Stato continuano a insistere affinché la Corte Suprema corregga la decisione di Llarena, applicando l’amnistia anche per l’appropriazione indebita, in linea con la normativa vigente e senza interpretazioni restrittive. La questione resta aperta, mentre l’Alta Corte di Giustizia della Catalogna rivendica la propria competenza nel caso di Puigdemont, aggiungendo un ulteriore livello di complessità a una vicenda già altamente politicizzata.

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