K metro 0 – Istanbul – Dall’8 dicembre scorso, con la caduta del regime siriano di Bashar al-Assad, la Turchia ha visto un significativo ritorno di rifugiati siriani. Secondo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ben 133.000 rifugiati siriani hanno scelto di rientrare volontariamente in Siria, una decisione che segna un passo importante verso la
K metro 0 – Istanbul – Dall’8 dicembre scorso, con la caduta del regime siriano di Bashar al-Assad, la Turchia ha visto un significativo ritorno di rifugiati siriani. Secondo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ben 133.000 rifugiati siriani hanno scelto di rientrare volontariamente in Siria, una decisione che segna un passo importante verso la stabilizzazione della regione.
Durante una cena iftar con le forze di sicurezza ad Ankara, riportato dall’agenzia di stampa Anadolu, Erdogan ha dichiarato che il numero complessivo di rifugiati siriani che hanno fatto ritorno in patria è arrivato a 873.000, un dato che sottolinea l’impegno della Turchia nel facilitare il rientro dei suoi “fratelli siriani” in un contesto di crescente difficoltà regionale
Erdogan ha inoltre ribadito che la Turchia, in quanto nazione centrale nel cuore della regione, è profondamente influenzata dagli sviluppi in Siria e in tutta la zona circostante. La competizione per il potere globale, infatti, si sta svolgendo proprio nella regione mediorientale, e la Turchia non può rimanere indifferente a tali dinamiche.
“La nostra regione è al centro di enormi sfide geopolitiche”, ha affermato il presidente turco, “e noi siamo direttamente coinvolti in ogni cambiamento che si verifica al suo interno”.
Il presidente ha sottolineato che la Turchia non può permettersi di “restare a guardare gli eventi dagli spalti”. In un mondo sempre più interconnesso e complesso, la Turchia deve essere preparata ad affrontare ogni tipo di scenario che possa sorgere, e deve saper gestire gli sviluppi in modo da proteggere e promuovere gli interessi del Paese.
“Non possiamo essere spettatori di eventi che influenzano direttamente sul nostro destino”, ha dichiarato Erdogan, aggiungendo che è essenziale “indirizzare gli eventi nella nostra regione in modo che siano vantaggiosi per la Turchia”
Queste parole riflettono la visione della Turchia di non essere solo un attore passivo, ma un protagonista attivo nelle dinamiche geopolitiche e umanitarie che si sviluppano nella regione. Il ritorno dei rifugiati siriani, purtroppo, non rappresenta l’unico fronte di crisi in Siria e nelle aree circostanti, ma è un passo verso una possibile stabilizzazione, anche se la strada da percorrere non è semplice.