K metro 0 – Varsavia – Anche la Polonia ha il suo esponente dell’estrema destra populista ispirata al modello “trumpiano”. Si tratta di Slawomir Mentzen, candidato alle elezioni presidenziali del prossimo maggio per il partito della Confederazione (Konfederacja). Un partito in ascesa, che si inserisce in un panorama politico finora dominato dall’antagonismo tra europeisti e
K metro 0 – Varsavia – Anche la Polonia ha il suo esponente dell’estrema destra populista ispirata al modello “trumpiano”. Si tratta di Slawomir Mentzen, candidato alle elezioni presidenziali del prossimo maggio per il partito della Confederazione (Konfederacja). Un partito in ascesa, che si inserisce in un panorama politico finora dominato dall’antagonismo tra europeisti e i conservatori del Pis, entrambi accomunati dalla distanza nei confronti della Russia.
Secondo un sondaggio di Sw Research, Mentzen, 38 anni, con un dottorato in economia e un background legale, gode del 18,9% delle intenzioni di voto. Un risultato che lo colloca davanti al candidato del Partito del diritto e della giustizia (Pis), Karol Nawrocki, fermo al 16,5%, e subito dietro Rafał Trzaskowski, il candidato centrista sostenuto dal premier Donald Tusk e dalla sua Piattaforma civica, che raccoglie il 33,6% dei consensi.
Mentzen non nasconde le sue posizioni estreme. In un recente comizio a Bełchatów, ha dichiarato: “Sin dal primo giorno, Donald Trump ha detto cose ovvie, cose in cui tutti crediamo. Trump sta guidando la rivoluzione del senso comune”.
Tra le sue proposte, spiccano l’arresto delle donne che abortiscono e l’uscita della Polonia dall’Unione Europea. Il suo programma elettorale si riassume in cinque punti provocatori e una frase shock: “Non vogliamo gli ebrei, gli omosessuali, l’aborto, le tasse e l’Unione Europea”.
La sua retorica mira a polarizzare l’elettorato, invocando la fine della “guerra civile polacca”, riferendosi allo scontro politico tra Tusk e il leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski. Mentzen punta a raccogliere consensi tra i giovani, sfruttando i social media e una comunicazione aggressiva, spesso accompagnata da toni provocatori e messaggi semplici, diretti, studiati per fare presa sull’elettorato più arrabbiato e disilluso.
Il Presidente uscente Andrzej Duda, esponente del Pis, ha avuto in passato stretti legami con Donald Trump e sarà tra i primi leader a incontrarlo nuovamente durante la sua prossima visita in Polonia, prevista a ridosso delle elezioni. Un incontro che potrebbe influenzare le dinamiche interne del Pis, specialmente dopo le recenti tensioni tra Trump e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L’eventuale supporto indiretto o diretto dell’ex presidente americano a Mentzen rischia di ridisegnare l’asse politico polacco, spostandolo ulteriormente verso posizioni sovraniste e anti-europeiste. Il partito della Confederazione, fondato nel 2019, ha ottenuto solo il 6,8% dei voti alle elezioni del 2023, molto meno di quanto previsto dai sondaggi. Tuttavia, Mentzen sembra aver guadagnato consensi nel mondo degli affari.
Secondo Ignacy Niemczycki, segretario di Stato del governo Tusk, “è seguito con grande interesse dagli ambienti economici, un tempo orientati verso politiche liberali e pro-europeiste”. Alcuni analisti politici ritengono che la retorica di Mentzen sulla riduzione delle tasse e sulla deregulation stia attirando l’attenzione di imprenditori scontenti della politica economica attuale.
Con le elezioni alle porte, la figura di Mentzen rappresenta un nuovo volto dell’estrema destra polacca, capace di sfruttare malcontento e divisioni politiche per guadagnare terreno. La sua strategia si basa su una narrativa populista che dipinge l’Unione Europea come un ostacolo alla sovranità nazionale e i suoi oppositori politici come parte di un’élite distante dai problemi reali dei cittadini. Se la sua ascesa continuerà, la Polonia potrebbe trovarsi ad affrontare una nuova fase di instabilità politica e tensioni internazionali.