K metro 0 – Istanbul – Il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, detenuto in Turchia dal 1999, ha rivolto un appello storico invitando il suo gruppo a deporre le armi e a sciogliersi. Questo messaggio, letto durante una conferenza stampa a Istanbul dai rappresentanti del partito filo-curdo DEM — terza
K metro 0 – Istanbul – Il fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, detenuto in Turchia dal 1999, ha rivolto un appello storico invitando il suo gruppo a deporre le armi e a sciogliersi. Questo messaggio, letto durante una conferenza stampa a Istanbul dai rappresentanti del partito filo-curdo DEM — terza forza politica in Parlamento — evidenzia la necessità di porre fine a un lungo capitolo di conflitto che ha segnato profondamente la storia recente della Turchia.
Nel suo messaggio, Ocalan ha dichiarato: “Il crollo del vero socialismo negli anni ’90 e i progressi nella libertà di espressione hanno fatto perdere significato al Pkk. È giunto il momento di convocare un congresso e prendere una decisione definitiva: deporre le armi e sciogliere il partito”. Il leader curdo ha sottolineato l’importanza di abbandonare la lotta armata e di cercare soluzioni politiche per risolvere le tensioni tra il popolo curdo e lo Stato turco.
Il Pkk, fondato da Ocalan nel 1978, designato come “organizzazione terroristica” dalla Turchia, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, ha condotto un’insurrezione armata nel sud-est della Turchia dal 1984, causando decine di migliaia di vittime e lasciando una profonda ferita nel tessuto sociale del Paese. Nonostante la sua reclusione sull’isola di Imrali, al largo di Istanbul, Ocalan, oggi 75enne, mantiene una forte influenza sulla leadership del gruppo e continua a essere una figura chiave nei negoziati per la pace.
Questo appello si inserisce nel contesto di un nuovo tentativo di pace tra il Pkk e lo Stato turco, avviato nell’ottobre scorso grazie all’iniziativa di Devlet Bahceli, alleato del presidente Recep Tayyip Erdogan. Bahceli ha suggerito che Ocalan potrebbe ottenere la libertà condizionata se il suo gruppo rinunciasse alla violenza, alimentando speranze per una possibile risoluzione del conflitto. Tuttavia, il percorso verso la pace si preannuncia complesso e irto di ostacoli, poiché all’interno del Pkk esistono diverse fazioni con posizioni contrastanti.
Gli analisti osservano che, sebbene la leadership del Pkk sembri disposta ad ascoltare il proprio fondatore, alcune correnti interne potrebbero opporsi fermamente a qualsiasi accordo che comporti il disarmo e lo scioglimento del partito. La paura di perdere la propria identità politica e l’influenza territoriale costituisce un serio deterrente per alcune frange più radicali del movimento.
Intanto, il partito DEM continua a promuovere una maggiore democrazia in Turchia, il riconoscimento dei diritti della popolazione curda e il miglioramento delle condizioni di detenzione di Ocalan. Il partito sta cercando di mediare tra le varie parti coinvolte, lavorando per costruire un terreno comune su cui fondare il futuro dialogo politico.
Il futuro del processo di pace resta incerto, ma l’appello di Ocalan segna un importante passo verso la possibilità di chiudere un conflitto lungo 40 anni. Resta da vedere se le parole del leader curdo riusciranno a tradursi in azioni concrete e se le parti coinvolte sapranno cogliere questa opportunità per costruire una pace duratura e inclusiva.