K metro 0 – Parigi – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha preso parte oggi a Parigi a un importante appuntamento per il futuro dell’industria dell’acciaio europeo: la Conferenza sul futuro della siderurgia, organizzata in collaborazione con il ministro dell’Industria francese Marc Ferracci. L’evento ha rappresentato un momento cruciale di confronto tra i principali Paesi europei impegnati nella difesa e nel rilancio del settore siderurgico, in un contesto sempre più complesso segnato da sfide globali e crisi interne.

Durante la conferenza, è stato firmato il non-paper sulla siderurgia europea, un documento condiviso dai ministri di Francia, Belgio, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Spagna, che propone un piano d’azione articolato e concreto per consolidare la competitività del comparto e tutelare la produzione di acciaio all’interno dell’Unione Europea. Questo testo mira a rafforzare una visione comune e coordinata, fondamentale per affrontare le crescenti pressioni internazionali e la diminuzione della produzione, promuovendo allo stesso tempo soluzioni innovative e sostenibili per il futuro del settore.

L’iniziativa nasce in risposta alla crisi che colpisce l’industria siderurgica europea, segnata dal calo della produzione e dalla crescente concorrenza internazionale. Questo non-paper è strettamente legato al documento promosso dall’Italia — firmato anche da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro — riguardante la revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). L’obiettivo è chiaro: tutelare le industrie energivore, come la siderurgia e la chimica, e garantire condizioni di concorrenza leale. “La siderurgia è la spina dorsale dell’industria europea e italiana. Senza acciaio non c’è industria, e senza un’industria forte l’Europa non può competere a livello globale”, ha dichiarato il ministro Urso.

Difendere la capacità produttiva siderurgica significa preservare l’autonomia strategica dell’Europa. Una questione resa ancora più urgente dalla crisi del settore automotive, che ha ridotto drasticamente la domanda di acciaio.

L’Italia gioca un ruolo di primo piano nella transizione verso la sostenibilità, vantando 34 impianti su 35 alimentati da forni elettrici e una produzione decarbonizzata all’80%. Un risultato che posiziona il nostro Paese come leader europeo dell’acciaio green. Un esempio virtuoso è lo stabilimento di Taranto, che, grazie al nuovo piano industriale, diventerà il principale polo siderurgico sostenibile d’Europa.

Il non-paper sottoscritto evidenzia alcune priorità fondamentali per il futuro della siderurgia europea: la riduzione del costo dell’energia, con l’adozione di politiche europee efficaci per allineare i costi energetici a quelli globali. La difesa commerciale con il rafforzamento delle misure di salvaguardia contro la concorrenza sleale e limitare la sovraccapacità globale. Il sostegno alla domanda interna, incentivando la produzione europea attraverso politiche mirate. E infine investimenti per la transizione verde per colmare i gap di finanziamento e promuovere un mercato europeo dell’acciaio sostenibile.

Con uno sguardo rivolto al futuro, i Paesi firmatari del non-paper sollecitano la Commissione europea a predisporre risorse adeguate per la decarbonizzazione e a creare un mercato forte per l’acciaio verde. L’Italia, con la sua esperienza nella transizione ecologica, si conferma un punto di riferimento per l’industria europea, indicando la strada per un modello industriale sostenibile, innovativo e competitivo.