K metro 0 – Bruxelles – Dopo anni di scetticismo sugli accordi di libero scambio, nel 2024 l’India ha siglato un accordo di libero scambio da 100 miliardi di dollari con l’Associazione europea di libero scambio – un gruppo di quattro Paesi europei non membri dell’Unione europea – dopo quasi 16 anni di negoziati. E
K metro 0 – Bruxelles – Dopo anni di scetticismo sugli accordi di libero scambio, nel 2024 l’India ha siglato un accordo di libero scambio da 100 miliardi di dollari con l’Associazione europea di libero scambio – un gruppo di quattro Paesi europei non membri dell’Unione europea – dopo quasi 16 anni di negoziati. E quest’anno riprenderà anche i negoziati con l’Unione Europea.
L‘Ue punta molto sulle relazioni con l’India, il cui mercato e la cui crescita economica rappresentano una preziosa opportunità per le aziende continentali, soprattutto nel campo delle tecnologie verdi, come riferisce Eunews. L‘India è difatti leader nella promozione delle energie rinnovabili, e questo ruolo non è nuovo. A marzo 2018 il primo ministro indiano, Narendra Modi, insieme al presidente francese Emmanuel Macron, parteciparono in effetti alla conferenza fondatrice dell’Alleanza internazionale per il solare (International Solar Alliance, Isa). Isa mira a sbloccare un trilione di dollari in investimenti solari entro il 2030, riducendo al contempo i costi di tecnologia e finanziamento.
L’Unione europea, e in particolare la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, puntano così su una nuova stagione di relazioni bilaterali con Nuova Delhi, malgrado il Paese, al pari della Cina, mantenga un ruolo di partner privilegiato con la Russia condannata e oggetto di ben sedici pacchetti di sanzioni. L’India ha inoltre molta strada da fare a livello di diritti umani. Non è difatti un modello esemplare di quei valori tanto sbandierati dall’Ue in questi ultimi anni. Nuova Delhi sta poi rafforzando i rapporti con l’amministrazione Trump. La Commissione europea va comunque avanti. Lo confermano gli appuntamenti presi in India il 27 e 28 febbraio e tutta una serie di vertici in programma nel 2025, a riprova di volersi mettere al riparo da nuove tensioni commerciali e nuovi ordini mondiali.
Anche la partita geopolitica assume un ruolo sempre più cruciale. I ricercatori del Parlamento europeo ricordano che l’obiettivo di Nuova Delhi è “collocarsi al centro dell’equilibrio di potere globale” tra gli Stati Uniti e i suoi alleati da una parte, e Russia e Cina (con cui partecipa all’organizzazione intergovernativa BRICS e alla Shanghai Cooperation Organisation) dall’altra. Al contempo, l’India mira a rappresentare e guidare il ‘Sud globale’. Insomma, la Russia gioca un ruolo non indifferente, visto che storicamente l’India si sente minacciata dalla Cina (con cui esiste ancora il contenzioso sui territori dell’Aksai-Chin, rivendicati da entrambe le parti), e vede nelle relazioni con Mosca un modo per rispondere a questo senso di accerchiamento cinese. Una parte del greggio russo sanzionato dagli europei è stato difatti acquistato dall’India, che avrebbe aiutato a far entrare in Russia materiale aeronautico europeo che non potrebbe essere venduto a Putin.
Nel frattempo l’India ha riavviato colloqui di libero scambio con il Regno Unito, quasi un anno dopo che i negoziati erano stati sospesi in vista delle elezioni generali in entrambi i Paesi. Jonathan Reynolds, segretario agli affari e al commercio del Regno Unito, ha incontrato lunedì 24 febbraio a Delhi il suo omologo indiano Piyush Goyal e ha dato il via ai colloqui di due giorni. I Paesi hanno tenuto più di una dozzina di cicli di negoziati dal 2022, ma un accordo è rimasto irraggiungibile. Tra i punti critici figurano le alte tariffe indiane sul whisky scozzese e l’allentamento delle tasse e delle regole sui visti per gli studenti e i professionisti indiani che si recano nel Regno Unito.
Questo è accaduto dopo che il partito laburista è salito al potere nel Regno Unito e Reynolds ha dichiarato che garantire un accordo è una “priorità assoluta” per il suo governo. “La crescita sarà pertanto il principio guida dei nostri negoziati commerciali con l’India e sono entusiasta delle opportunità offerte da questo vivace mercato”, ha dichiarato in un comunicato in vista dell’incontro.
Si prevede difatti che l’India diventerà la terza economia mondiale in pochi anni. Il Regno Unito è anche un partner commerciale prioritario per il governo del primo ministro Narendra Modi, che ha l’ambizioso obiettivo di far crescere le esportazioni di 1.000 miliardi di dollari entro l’anno fiscale 2030. Già a novembre, subito dopo l’incontro tra Sir Keir Starmer e il premier Modi al vertice del G20 in Brasile, il Regno Unito aveva annunciato la ripresa dei colloqui nel nuovo anno.
Secondo una dichiarazione del governo britannico, i due Paesi condividono relazioni commerciali per un valore di 41 miliardi di sterline (52 miliardi di dollari) e un accordo commerciale potrebbe sbloccare nuove opportunità per entrambi. Londra ha identificato i settori che potrebbero trarne beneficio, tra cui l’industria manifatturiera avanzata, l’energia pulita e i servizi professionali e commerciali. Un accordo potrebbe anche sbloccare un mercato prezioso per le auto britanniche oltre al whisky scozzese e i servizi finanziari per un valore di miliardi di dollari.
L’India cerca anche di ottenere una maggiore mobilità per i suoi professionisti e studenti che lavorano nel Regno Unito, e di accelerare i tempi di elaborazione dei visti. Potrebbe anche chiedere concessioni per i suoi residenti che lavorano temporaneamente Oltremanica con visti d’affari, che sono tenuti a pagare l’assicurazione nazionale, ma non hanno diritto alle prestazioni sociali.