Serbia, il presidente del Parlamento: non ci saranno nuove elezioni

Serbia, il presidente del Parlamento: non ci saranno nuove elezioni

K metro 0 – Belgrado – In Serbia non ci saranno nuove elezioni: verrà formato un nuovo governo dopo le dimissioni del premier Milos Vucevic. Lo ha confermato la presidente del Parlamento di Belgrado, Ana Brnabic, precisando che, al momento, la maggioranza non ha discusso della nomina del nuovo primo ministro, neppure a livello di

K metro 0 – Belgrado – In Serbia non ci saranno nuove elezioni: verrà formato un nuovo governo dopo le dimissioni del premier Milos Vucevic. Lo ha confermato la presidente del Parlamento di Belgrado, Ana Brnabic, precisando che, al momento, la maggioranza non ha discusso della nomina del nuovo primo ministro, neppure a livello di partito.

La prossima seduta dell’Assemblea è prevista per il 4 marzo, durante la quale i parlamentari esamineranno e voteranno alcune proposte di legge — inclusi gli emendamenti alla legge sull’istruzione superiore — prima di confermare ufficialmente le dimissioni di Vucevic.

Brnabic ha sottolineato che la formazione del nuovo governo sarà un processo graduale, con consultazioni interne ai partiti della maggioranza. Ha ribadito che la stabilità politica rimane una priorità e che l’obiettivo principale è garantire continuità amministrativa mentre il paese affronta una fase delicata sia a livello interno che internazionale.

Inoltre, ha annunciato che, dopo intensi colloqui tra il governo e le università statali, è stato raggiunto un accordo definitivo per ridurre le tasse universitarie del 50% e aumentare gli stipendi del personale accademico del 16%.

La presidente del Parlamento ha rivolto un appello a università, facoltà e studenti affinché considerino il ritorno in aula dopo l’approvazione degli emendamenti, per salvare l’anno accademico. Ha dichiarato che il governo continuerà a dialogare con le rappresentanze studentesche per garantire che le loro richieste siano ascoltate.

Oggi si terrà la seduta dell’Assemblea cittadina di Novi Sad, con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo sindaco. Il candidato principale è Zarko Micin, sostenuto dal Partito progressista serbo (SNS) guidato dal presidente Aleksandar Vucic.

Durante la sessione, verranno eletti anche il vicesindaco e i membri del Consiglio comunale. Le dimissioni del precedente sindaco, Milan Djuric, sono arrivate il 28 gennaio scorso, insieme a quelle del premier Vucevic, a seguito delle proteste per l’aggressione a una studentessa durante le manifestazioni legate alla tragedia di Novi Sad.

Le autorità hanno sottolineato che la scelta di Micin rappresenta una continuità amministrativa, ma i partiti d’opposizione hanno già annunciato la loro intenzione di contestare la nomina. I partiti d’opposizione hanno annunciato una manifestazione e invitato i cittadini a radunarsi davanti al municipio.

Questa mattina, la polizia criminale serba ha arrestato la manager delle Ferrovie serbe di Belgrado e alcuni membri della commissione tecnica responsabile dei lavori alla stazione ferroviaria di Novi Sad. Gli arresti sono legati al crollo della pensilina del 1° novembre 2024, che ha causato 15 morti e 2 feriti gravi.

Secondo le prime indagini, il crollo sarebbe stato causato da gravi negligenze nei controlli di sicurezza e dall’uso di materiali non conformi agli standard richiesti. Le autorità hanno promesso un’indagine approfondita e trasparente per garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.

Ana Brnabic incontrerà anche Tonino Picula, relatore permanente del Parlamento europeo per la Serbia, in visita per tre giorni. Il Parlamento europeo ha espresso solidarietà alle proteste studentesche, condannando la violenza contro i manifestanti pacifici e chiedendo un’indagine trasparente sulle recenti tensioni interne. La bozza di relazione chiede inoltre che la Serbia mostri un impegno concreto verso i principi democratici fondamentali richiesti per l’adesione all’Ue.

Brnabic ha replicato con forza, affermando che il governo serbo ha compiuto sforzi significativi per migliorare le istituzioni democratiche del Paese e che le affermazioni contenute nella bozza sono “fuorvianti e ingiustificate”.

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