L’emancipazione femminile al centro della Giornata della cultura slovena

L’emancipazione femminile al centro della Giornata della cultura slovena

K metro 0 – Milano – “L’emancipazione delle donne a Trieste tra Ottocento e Novecento – le promotrici della rivista Slovenka”, è il tema dell’incontro di oggi 20 febbraio alle 18 alla libreria Claudiana di via Francesco Sforza 12a, organizzato dall’Associazione Sloveni a Milano, che ospiterà due illustri personaggi della cultura slovena: la professoressa Marta

K metro 0 – Milano – “L’emancipazione delle donne a Trieste tra Ottocento e Novecento – le promotrici della rivista Slovenka”, è il tema dell’incontro di oggi 20 febbraio alle 18 alla libreria Claudiana di via Francesco Sforza 12a, organizzato dall’Associazione Sloveni a Milano, che ospiterà due illustri personaggi della cultura slovena: la professoressa Marta Verginella e la senatrice della Repubblica italiana Tatjana Rojc. L’occasione sono le celebrazioni della Giornata della cultura slovena (Dan Slovenske Kulture), importante festa nazionale che si celebra nel Paese europeo l’8 febbraio, anniversario della morte del più importante poeta nazionale, France Prešeren.  Si parlerà così dell’emancipazione femminile a Trieste tra Ottocento e Novecento, con un particolare riferimento alla rivista Slovenka, la prima rivista femminile fondata nel 1897 a Trieste.

L’incontro è tuttavia anche un momento collettivo di riflessione su un tema sempre più preoccupante, la violenza contro le donne, acuito da una scarsa educazione alla parità dei sessi. La scelta della data non è poi casuale, perché è la giornata inaugurale della Capitale della cultura europea che nel 2025 accomuna la città di Nova Gorica a quella di Gorizia.

“Siamo onorati di ospitare a Milano la senatrice Tatiana Rojc e la professoressa Marta Verginella, con le quali approfondiremo il tema della violenza contro le donne, una delle più gravi emergenze contemporanee” afferma Laura Prinzi, presidente dell’Associazione Sloveni a Milano. In Italia, i dati parlano chiaro: nel 2023, 120 donne sono state uccise, di cui 102 in ambito familiare o affettivo e 60 per mano del partner o ex partner (Ministero dell’Interno, 2023). Inoltre, il 31,5% del gentil sesso tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una volta nella vita violenza fisica o sessuale (Istat, 2021). “Non possiamo pertanto ignorare l’impatto devastante di questo fenomeno, che mina la sicurezza, la dignità e la libertà di milioni di donne. Parlare di violenza di genere significa riconoscerne la radice culturale e lavorare per un cambiamento sistemico” aggiunge la Prinzi.

Marta Verginella è docente ordinaria di Storia dell’Ottocento e Teoria della storia presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Lubiana. Si occupa di storia sociale e di storia di genere, in particolare studia i processi di nazionalizzazione tra Ottocento e Novecento nel contesto nord-adriatico. Parte dei suoi studi sono focalizzati anche sulle pratiche di memorie e sull’uso politico nell’area di confine italo-slovena e in Slovenia. Tra il 2017 e 2023 ha diretto il progetto ERC Eirene sulla condizione delle donne nei dopoguerra del Novecento nelle aree di confine altoadriatiche.

Tatjana Rojc è studiosa di lettere slovene e letterature comparate. Si è dedicata ad autori come Srecko Kosovel, France Balantic, Alojz Rebula, Miroslav Kosuta e Boris Pahor che la considerava l’interprete più approfondita della sua opera e di cui ha curato alcuni suoi libri; gli ha dedicato, in occasione del centenario dell’Autore, la monografia “Tako sem zivel”, uscita in traduzione italiana per la Bompiani 2013 con il titolo “Cosi ho vissuto”. Autrice di monografie, articoli, documentarista, traduttrice, dal 2018 è Senatrice della Repubblica italiana.

“È fondamentale decostruire l’immaginario associato al femminile e al maschile e proporre nuovi modelli comportamentali e relazionali affinché le nuove generazioni possano crescere in una società più equa e sicura. Siamo felici di farlo nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della cultura: oggi più che mai, la cultura deve farsi strumento di consapevolezza e trasformazione” conclude la presidente dell’Associazione sloveni a Milano.

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