K metro 0 – Pretoria – La riunione ministeriale del G20 prenderà il via domani a Johannesburg, segnando un momento storico per il Sudafrica, primo Paese africano a detenere la presidenza del forum. L’incontro vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle prime venti economie mondiali, inclusa l’Italia rappresentata dalla sottosegretaria agli Affari esteri Maria Tripodi. Tuttavia,
K metro 0 – Pretoria – La riunione ministeriale del G20 prenderà il via domani a Johannesburg, segnando un momento storico per il Sudafrica, primo Paese africano a detenere la presidenza del forum. L’incontro vedrà la partecipazione dei rappresentanti delle prime venti economie mondiali, inclusa l’Italia rappresentata dalla sottosegretaria agli Affari esteri Maria Tripodi. Tuttavia, la significativa assenza degli Stati Uniti rischia di influenzare l’esito dell’evento. Il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha infatti annunciato il suo boicottaggio della riunione, una decisione che segue la sospensione dei finanziamenti a Pretoria da parte dell’amministrazione Trump per un valore di 440 milioni di dollari nel 2023. Questa mossa è stata motivata dall’approvazione del contestato Expropriation Act, che consente l’esproprio di terreni senza indennizzo, e dalla decisione del Sudafrica di denunciare Israele alla Corte internazionale di giustizia con l’accusa di genocidio.
Questa posizione statunitense appare come un tentativo di ostacolare il successo della presidenza sudafricana, che mira a porre l’accento sulle preoccupazioni dei Paesi in via di sviluppo, tra cui la crescente disuguaglianza, il debito sovrano e la crisi climatica. Infatti, i Paesi del G20 rappresentano l’85% dell’economia mondiale e oltre tre quarti delle emissioni globali. Nonostante l’assenza degli Usa, il portavoce del ministero degli Esteri sudafricano, Chrispin Phiri, ha dichiarato che Pretoria ha ricevuto un forte sostegno dagli altri Paesi del G20 e che continuerà a portare avanti il proprio programma, il cui tema principale è “Solidarietà, Uguaglianza, Sostenibilità”.
Alcuni osservatori ritengono che il boicottaggio statunitense potrebbe avvantaggiare rivali come Cina e Russia, rafforzando la loro influenza all’interno del G20. Il presidente cinese Xi Jinping ha già dimostrato un ruolo di primo piano durante l’ultimo vertice in Brasile, annunciando misure a favore delle economie emergenti. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, insieme ai suoi omologhi russo Sergej Lavrov e indiano Subrahmanyam Jaishankar, sarà presente a Johannesburg, testimoniando l’importanza che questi Paesi attribuiscono alla leadership del Sudafrica. La dinamica di potere del G20 si intreccia con l’influenza crescente del blocco Brics, che dal 2011 rappresenta una sfida all’ordine globale dominato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali. L’adesione recente di Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran e Indonesia ha ulteriormente ampliato la portata di questa alleanza.
Il boicottaggio statunitense della riunione ministeriale degli Esteri del G20 potrebbe avere implicazioni geopolitiche di vasta portata, evidenziando le tensioni tra Washington e Pretoria. Divergenze sulla governance globale, sulle istituzioni legali internazionali e sulla geopolitica mediorientale alimentano queste frizioni. La decisione del Sudafrica di schierarsi apertamente contro Israele ha acuito la distanza tra i due Paesi, con Washington che continua a difendere il suo alleato storico.
Oltre alle implicazioni diplomatiche, l’assenza degli Stati Uniti potrebbe avere conseguenze economiche e strategiche. Nel frattempo, le tensioni tra Washington e Pretoria si intensificano anche sul fronte della riforma agraria sudafricana, con Trump che ha accusato il governo di un “accaparramento di terre” a danno dei contadini bianchi, una narrazione amplificata da figure di spicco come Elon Musk. La riduzione degli aiuti finanziari americani potrebbe spingere il Sudafrica a rafforzare ulteriormente i suoi legami con Cina, Russia e altri membri dei Brics.
Storicamente, il Sudafrica ha mantenuto relazioni strette con la Russia, risalenti all’epoca della guerra fredda e rafforzate dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Pretoria ha evitato di condannare pubblicamente Mosca per l’invasione dell’Ucraina e ha ospitato nel 2023 le esercitazioni militari congiunte “Mosi II” con Russia e Cina.