Libano, l’Idf si ritira ma resta in 5 postazioni lungo il confine

Libano, l’Idf si ritira ma resta in 5 postazioni lungo il confine

K metro 0 – Beirut – Le Forze di difesa israeliane (Idf) si sono ritirate all’alba dai villaggi e dalle città meridionali libanesi di Yaroun, Maroun al Ras, Blida, Mays al Jabal, Houla, Markaba, Adaisseh, Kfar Kila e Al Wazzani, mantenendo la loro presenza in cinque postazioni lungo il confine tra Libano e Israele. Lo

K metro 0 – Beirut – Le Forze di difesa israeliane (Idf) si sono ritirate all’alba dai villaggi e dalle città meridionali libanesi di Yaroun, Maroun al Ras, Blida, Mays al Jabal, Houla, Markaba, Adaisseh, Kfar Kila e Al Wazzani, mantenendo la loro presenza in cinque postazioni lungo il confine tra Libano e Israele. Lo riferisce all’agenzia di stampa libanese “Nna”.

Oggi è scaduta la proroga annunciata il 26 gennaio del cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre 2024. Le forze israeliane mantenendo la presenza in cinque punti strategici, contestano ai miliziani di non aver abbandonato il sud. Il neonato governo libanese prova ad alzare la voce e chiede l’intervento dell’Onu.

I leader libanesi tornano a chiedere il ritiro completo dei militari israeliani dal Libano. Una dichiarazione è stata diffusa dopo un incontro tra il presidente Joseph Aoun, il premier Nawaf Salam e il capo del Parlamento Nabih Berri, alleato di Hezbollah. Sottolineano, riferisce sempre l’agenzia libanese “Nna”, la necessità del “ritiro israeliano da tutti i territori libanesi”, confermando l’impegno di Beirut riguardo i termini della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che nel 2006 pongono fine alle ostilità tra Israele e Hezbollah ed è alla base dell’intesa per la cessazione delle ostilità raggiunta alla fine dello scorso novembre. “La parte israeliana continua con le sue violazioni”, accusano.

Il Libano ha avuto contatti con gli Usa e la Francia, paesi mediatori del cessate il fuoco tra Israele e il movimento sciita Hezbollah, per fare pressione su Tel Aviv affinché completasse il ritiro dalle postazioni occupate nel sud entro la scadenza fissata del 18 febbraio. Lo ha detto alla stampa il presidente della Repubblica libanese, Joseph Aoun, confermando che Beirut prosegue i contatti con i due paesi, dopo che Israele ha annunciato che le sue truppe resteranno in cinque posizioni vicino al confine.

Il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, ha convocato per il 25 e 26 febbraio 2025 due giornate di sessioni parlamentari, dedica alla discussione della dichiarazione ministeriale del governo del Libano sul “disarmo” di Hezbollah. La bozza di dichiarazione ministeriale, approvata di recente, riafferma l’obiettivo del governo di “liberare” tutti i territori libanesi e sottolinea la necessità che «lo Stato abbia il monopolio sulle armi», una circostanza che alcuni hanno letto come un colpo al movimento sciita Hezbollah.

Il ministro dell’Informazione, Paul Morcos, dopo un incontro al palazzo presidenziale, ha precisato che il governo si impegna a garantire la sovranità dello Stato su tutto il territorio nazionale, esclusivamente attraverso le Forze armate libanesi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la necessità di disarmare Hezbollah, mentre il presidente libanese Joseph Aoun ha indicato che la questione delle armi del gruppo è parte delle soluzioni concordate a livello nazionale.

La dichiarazione ministeriale libanese, che si intreccia dunque con il cessate il fuoco, sottolinea la volontà del Libano di restare neutrale rispetto ai conflitti regionali e di evitare di utilizzare il proprio territorio come base per attacchi contro Stati confinanti. Riguardo alla Siria, il documento promuove l’avvio di un dialogo serio con le nuove autorità di Damasco, il controllo efficace dei confini e il non interferire negli affari interni reciproci, segnando un tentativo di superare le tensioni storiche tra i due Paesi.

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