K metro 0 – Roma – Dopo che per mesi Donald Trump ha dichiarato, ripetutamente, che giunto alla Casa Bianca avrebbe posto fine al conflitto Russo-ucraino trattando in prima persona direttamente con Putin e non considerando l’Europa, segnatamente l’Unione Europea, oggi a Bruxelles tutti si strappano i capelli come se avessero riacceso il telefono e
K metro 0 – Roma – Dopo che per mesi Donald Trump ha dichiarato, ripetutamente, che giunto alla Casa Bianca avrebbe posto fine al conflitto Russo-ucraino trattando in prima persona direttamente con Putin e non considerando l’Europa, segnatamente l’Unione Europea, oggi a Bruxelles tutti si strappano i capelli come se avessero riacceso il telefono e il televisore dopo sei mesi.
Quella della guerra in Ucraina è la madre delle occasioni perse per l’Unione Europea. Avevamo iniziato relativamente bene, annunciando investimenti comunitari in difesa, prendendo posizioni forti e non tollerando deviazioni dalla linea tracciata, cosa è successo poi?
L’Europa è rimasta impantanata nelle sue questioni tutte interne, tra crisi politiche causate da governi senza coraggio e crisi industriali causate da politiche semplicemente anti- industriali.
Per tutti coloro che credono in un progetto Europeo, il modo in cui si sta chiudendo il capitolo della guerra Russo-ucraina è il peggiore. Poteva essere il momento della presa di coscienza, potevamo forse accorgerci una volta per tutte che c’è enormemente bisogno di Europa, di un’Europa politica, non solo amministrativa. Poteva finire l’illusione della Grande Potenza erbivora, quella per cui pensiamo di poterci accontentare di vivere in questo angolo di mondo indisturbati da ciò che avviene fuori, o al più inviando fiori per la pace e aiuti umanitari per metterci la coscienza a posto.
L’Europa è lenta, questo lo sappiamo, è la debolezza di un sistema democratico e liberale solido, ma questi eventi devono fungere da catalizzatore di cambiamento, altrimenti diventano pietre tombali, e proprio in un momento di crisi interna si può trovare l’unità grazie a eventi come quelli degli ultimi tre anni.
La leadership della storica coalizione PPE-S&D non funziona più, poiché non guida, lascia correre la macchina in folle proprio quando dovrebbe prendere una sterzata decisa.
Da europeisti e da italiani possiamo sperare in una sola cosa: che il pezzetto d’Italia che si trova ora a Bruxelles grazie all’Ambasciatore Elisabetta Belloni, neo consigliere diplomatico della Presidente Von der Leyen, possa consegnarci buone notizie, o quantomeno un ruolo in politica estera quanto prima.