Parigi, conferenza internazionale sulla Siria: transizione e sanzioni

Parigi, conferenza internazionale sulla Siria: transizione e sanzioni

K metro 0 – Parigi – La capitale francese Parigi ha ospitato oggi una conferenza internazionale sulla Siria, la terza del suo genere in circa due mesi dopo quelle di Aqaba, in Giordania, e Riad, in Arabia Saudita. L’obiettivo della conferenza non era raccogliere fondi per la ricostruzione – compito dell’incontro annuale dei donatori, che

K metro 0 – Parigi – La capitale francese Parigi ha ospitato oggi una conferenza internazionale sulla Siria, la terza del suo genere in circa due mesi dopo quelle di Aqaba, in Giordania, e Riad, in Arabia Saudita. L’obiettivo della conferenza non era raccogliere fondi per la ricostruzione – compito dell’incontro annuale dei donatori, che si dovrebbero riunire prossimamente a Bruxelles – ma discutere del processo di transizione siriano e del quadro di riferimento per l’erogazione degli aiuti, con particolare riguardo alle sanzioni internazionali inflitte al regime di deposto di Bashar al Assad.

Il ministro degli Esteri siriano, Asaad al Shaibani, prima dell’apertura dei lavori ha avuto un colloquio con l’omologo francese, Jean-Noel Barrot, e ha poi partecipato a una riunione per rinnovare il coordinamento tra i donatori internazionali e fare il punto della situazione umanitaria. “Vogliamo una Siria libera, sovrana, unificata e stabile”, ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, evidenziando l’importanza di un contesto utile ad agevolare la “pacificazione” del Paese insieme alla sua “riunificazione”. “A tal scopo, siamo pronti a sostenere le autorità siriane di transizione”, ha detto il titolare del Quai d’Orsay. Barrot, ha poi evocato l’importanza di consentire l’inizio di aiuti umanitari “di cui i siriani hanno ancora ampiamente bisogno”.

La Conferenza di Parigi, ha riunito rappresentanti della Lega araba, del Consiglio di cooperazione del Golfo, dell’Unione europea, della Turchia, delle Nazioni Unite e anche degli Stati Uniti (come osservatori).

All’avvio dei lavori, il ministro degli Esteri francese Barrot ha sottolineato che la Siria “non deve essere più strumentalizzata” per destabilizzare la regione. “Vogliamo che i siriani possano concentrarsi sulla riuscita della transizione e il risanamento del loro Paese”, ha aggiunto il titolare della diplomazia di Parigi.

A rappresentare l’Italia alla Conferenza è stata la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, su delega del ministro Antonio Tajani. “L’Italia è in prima linea nella risposta umanitaria a sostegno al popolo siriano in tutte le aree del Paese e nei settori di maggiore urgenza”, ha affermato. “Siamo pronti a contribuire al processo di ricostruzione, fornendo assistenza diretta e facendo leva anche su organizzazioni della società civile italiana presenti sul terreno e sul grande potenziale delle nostre aziende”, ha aggiunto Tripodi.

La Conferenza sulla Siria ospitata dalla Francia si è conclusa con un intervento del presidente francese Emmanuel Macron, che ha sottolineato come la lotta contro lo Stato islamico resti una “priorità assoluta”, anche nel quadro della sicurezza siriana. “Bisogna anche fare in modo che la Siria non torni a essere una piattaforma logistica per le milizie legate all’Iran”, ha detto Macron, aggiungendo che Damasco “deve chiaramente continuare a battersi contro tutte le organizzazioni terroristiche che seminano il caos e che vogliono esportarlo”.

Questa settimana, la nuova leadership siriana guidata dal presidente ad interim Ahmed al Sharaa ha confermato la volontà di formare all’inizio del prossimo mese un nuovo governo di transizione che rappresenti il più possibile l’intero popolo siriano, tenendo conto delle sue diversità. Nelle scorse settimane, con una iniziale apertura di credito, i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno concordato una tabella di marcia per un graduale allentamento del regime sanzionatorio. “Abbiamo raggiunto l’accordo politico per iniziare ad allentare le sanzioni sulla Siria. Questo potrebbe dare una spinta all’economia siriana e aiutare il Paese a rimettersi in piedi. Sebbene intendiamo agire rapidamente, siamo pronti a invertire la rotta se la situazione peggiora”, aveva spiegato l’Alta rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas.

Nei giorni scorsi, in vista della Conferenza organizzata dalla Francia, Human Rights Watch ha inviato una lettera ai ministri degli esteri dell’Ue con raccomandazioni su alcune questioni chiave: giustizia, sanzioni, sostegno alla ricostruzione e assistenza ai civili, garanzie e tutela dei diritti umani, nonché protezione internazionale per i rifugiati e i richiedenti asilo. “Il rovesciamento del regime del deposto presidente Bashar al Assad, lo scorso dicembre, ha creato un’opportunità storica per promuovere la giustizia e lo Stato di diritto, garantire l’assunzione di responsabilità per anni di crimini orribili e attuare riforme della governance, della giustizia e del settore della sicurezza che proteggano e rispettino i diritti civili, politici, sociali ed economici”, ha sottolineato l’organizzazione, auspicando “sforzi di ricostruzione globali che consentano a tutti in Siria di godere dei propri diritti fondamentali e alla società civile di prosperare”.

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Nizar Ramadan
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