K metro 0 – Tripoli – Almeno 20 persone sono rimaste uccise in violenti scontri armati tra le forze del Comando generale dell’Esercito nazionale libico (ENL) del generale Khalifa Haftar e la 128ª Brigata del generale Hassan al Zadma nell’area di Qatrun, nel deserto del Fezzan. Fonti libiche hanno riferito ad “Agenzia Nova”, che il
K metro 0 – Tripoli – Almeno 20 persone sono rimaste uccise in violenti scontri armati tra le forze del Comando generale dell’Esercito nazionale libico (ENL) del generale Khalifa Haftar e la 128ª Brigata del generale Hassan al Zadma nell’area di Qatrun, nel deserto del Fezzan. Fonti libiche hanno riferito ad “Agenzia Nova”, che il conflitto ha coinvolto anche la polizia militare e le fazioni fedeli a Saleh Habrè, membro della tribù dei Tebu e nipote dell’ex dittatore ciadiano Hissene Habrè, schierate con Al Zadma.
Gli scontri, caratterizzati dall’impiego di elicotteri e droni, hanno causato ingenti danni, con la distruzione di proprietà e abitazioni a Qatrun e l’interruzione di una delle principali vie di comunicazione tra Libia, Niger e Ciad. Il gruppo di Saleh Habrè, un tempo parte integrante della 128ª Brigata, si è ritirato dopo essersi rifiutato di consegnare le proprie armi alla polizia militare. Questo ha portato a una crescente instabilità nell’area, già segnata da tensioni etniche e politiche.
Le ostilità si inseriscono in una strategia più ampia che ha visto il generale Saddam Haftar, figlio di Khalifa Haftar e responsabile delle Forze di terra dell’ENL, inviare centinaia di veicoli blindati a Sebha. L’obiettivo è il controllo di mezzi, armi e strutture precedentemente utilizzate dalla Brigata di Al Zadma.
Questa manovra fa parte di un’operazione iniziata all’inizio dell’anno per eliminare le fazioni armate ciadiane e sudanesi attive nella guerra civile in Sudan. Nel sud della Libia operano gruppi come il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (JEM) e i seguaci del governatore del Darfur occidentale Minni Minnawi, entrambi opposti alle Forze di supporto rapido (RSF) del generale sudanese Mohammed Hamdan Dagalo, alleato di Haftar.
Secondo esperti militari, il controllo del Fezzan è cruciale per la stabilità della regione, poiché rappresenta un nodo strategico per il traffico di armi, droga e migranti. Negli ultimi mesi, Haftar ha intensificato la sua presenza nel sud della Libia, cercando di consolidare il potere sulle rotte commerciali e sulle risorse naturali della zona.
Il Comando generale dell’ENL ha annunciato la fine delle operazioni militari a Qatrun, dichiarando di aver colpito “covi di mercenari, sabotatori e sostenitori dell’immigrazione illegale”. Nel frattempo, le forze di Saddam Haftar hanno espulso gruppi armati dalle aree di Wau al Namous, impedendone il ritorno più a nord, e hanno avviato lo smantellamento di reti ostili a Jufra, Zalla e Shahat.
Questa offensiva mira a recidere i legami tra la regione del Fezzan e le milizie straniere, in particolare quelle coinvolte nel conflitto sudanese. Secondo analisti politici, questa mossa rientra in una più ampia strategia di consolidamento del potere da parte di Haftar, che sta cercando di rafforzare il suo controllo sulla Libia meridionale per garantirsi un ruolo centrale nella politica nazionale e internazionale.
A beneficiare di questa situazione sarebbero soprattutto la Russia, che vanta interessi significativi nei Paesi della regione coinvolti, e altri attori internazionali che cercano di sfruttare la complessa rete di alleanze e rivalità locali per i propri obiettivi geopolitici. La crescente militarizzazione del Fezzan potrebbe tuttavia aggravare le tensioni con le comunità locali, aumentando il rischio di nuovi conflitti nei prossimi mesi.