Anche la Norvegia vieta DeeoSeek ai membri del Parlamento

Anche la Norvegia vieta DeeoSeek ai membri del Parlamento

K metro 0 – Oslo – Il Parlamento norvegese, lo Storting, ha ufficialmente vietato ai deputati e al personale amministrativo l’utilizzo dell’app cinese di intelligenza artificiale DeepSeek. La decisione è stata presa dopo un avviso dell’Autorità di sicurezza nazionale norvegese (Nsm), che ha sollevato dubbi sulla gestione dei dati personali degli utenti. Secondo il quotidiano norvegese

K metro 0 – Oslo – Il Parlamento norvegese, lo Storting, ha ufficialmente vietato ai deputati e al personale amministrativo l’utilizzo dell’app cinese di intelligenza artificiale DeepSeek. La decisione è stata presa dopo un avviso dell’Autorità di sicurezza nazionale norvegese (Nsm), che ha sollevato dubbi sulla gestione dei dati personali degli utenti. Secondo il quotidiano norvegese Altinget , il divieto per telefoni cellulari, tablet e Pc con accesso alle informazioni e ai servizi dello Storting.

La mossa della Norvegia segue una tendenza globale: diversi paesi stanno valutando l’impatto delle intelligenze artificiali sviluppate in Cina e il potenziale rischio che possano compromettere la sicurezza nazionale e la privacy degli utenti.

DeepSeek è finita sotto la lente d’ingrandimento di numerosi enti regolatori in Europa e Asia. Le autorità per la protezione dei dati di Belgio, Irlanda, Francia e Corea del Sud hanno dichiarato di voler interrogare la società cinese sulla raccolta, archiviazione e utilizzo delle informazioni personali degli utenti. Questi governi temono che DeepSeek possa trasferire dati sensibili a un’entità al di fuori dell’Unione Europea.

L’Italia è stata tra i primi Paesi ad adottare misure concrete. Il Garante della Privacy ha avviato un’indagine approfondita sulla piattaforma, mettendo in discussione la trasparenza della gestione dei dati da parte della società cinese. Di conseguenza, DeepSeek è stato rimosso dagli store Apple e Android in Italia. L’azienda ha ricevuto un ultimatum di 20 giorni per rispondere a domande cruciali su come e dove venire memorizza le informazioni sensibili raccolte dall’app e, soprattutto, per cosa le utilizza.

Anche altri Paesi hanno adottate politiche restrittive. In Giappone i funzionari pubblici dovrebbero astenersi dall’utilizzare DeepSeek per garantire la protezione dei loro dati.

Taiwan ha adottato una posizione rigida: il ministero degli Affari Digitali ha vietato l’uso di DeepSeek in tutte le agenzie governative, scuole pubbliche e aziende statali. Il governo taiwanese ritiene che l’app possa rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale, potenzialmente esponendo dati sensibili a entità straniere non affidabili.

Negli Stati Uniti, le restrizioni sono state altrettanto rapide. Alla fine di gennaio, il Chief Administrative Officer della Camera ha imposto il divieto di installare DeepSeek su smartphone, computer e tablet ufficiali del governo. Secondo fonti interne, l’applicazione è attualmente sotto revisione e potrebbe subire ulteriori limitazioni nei prossimi mesi.

La crescente attenzione nei confronti di DeepSeek riflette un dibattito più ampio sulla privacy e la sicurezza dei dati nell’era dell’intelligenza artificiale. Molti governi temono che le AI sviluppate in Cina possano essere utilizzate come strumenti di sorveglianza o di raccolta dati per scopi non legali.

Le istituzioni europee e internazionali stanno lavorando per stabilire regole più chiare e stringenti sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in particolare per quanto riguarda la protezione delle informazioni personali. Il caso DeepSeek potrebbe rappresentare un punto di svolta, spingendo governi e aziende tecnologiche a rivedere le proprie politiche di sicurezza e a rafforzare i controlli sulla raccolta e gestione dei dati.

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