Ricostruzione di Gaza, Erdogan esorta Israele a pagare 100 mld di dollari

Ricostruzione di Gaza, Erdogan esorta Israele a pagare 100 mld di dollari

K metro 0 – Ankara – Durante una conferenza pubblica in Malesia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – impegnato in un tour di quattro giorni in Malesia, Indonesia e Pakistan – ha dichiarato che Israele deve sostenere l’intero costo di 100 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza. Ha inoltre invitato i Paesi

K metro 0 – Ankara – Durante una conferenza pubblica in Malesia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – impegnato in un tour di quattro giorni in Malesia, Indonesia e Pakistan – ha dichiarato che Israele deve sostenere l’intero costo di 100 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza. Ha inoltre invitato i Paesi musulmani e le altre nazioni a intensificare gli sforzi per la creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme Est come capitale.

Il presidente Erdogan ha dunque respinto di nuovo la proposta degli Stati Uniti di trasferire i palestinesi da Gaza. Non solo. La proposta di Trump di estromettere gli oltre due milioni di palestinesi che vivono nella Striscia e di riqualificarla, ha fatto infuriare il mondo arabo e musulmano. Il presidente turco Erdogan ha precisato che oltre 61.000 persone innocenti sono state martirizzate a Gaza. Scuole, chiese, moschee e università sono state bombardate e quasi l’80% degli edifici è stato raso al suolo.

Erdogan ha dunque presentato il conto al presidente statunitense degli ingenti danni causati dai bombardamenti israeliani. “Gli Usa e Israele fanno finta che non sia successo nulla. Scuole, chiese, moschee, università: in 15 mesi Netanyahu ha lasciato più di 50 milioni di tonnellate di macerie. È bene che si sappia che la fattura per i danni arrecati da Netanyahu e dal suo governo ammonta a 100 miliardi di dollari”, ha concluso.

Insomma, il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe cercare fondi per “compensare” un danno che, secondo Erdogan, ammonta a 100 miliardi di dollari “invece di cercare un posto per la gente di Gaza”. E ha aggiunto: “Non consideriamo la proposta di esiliare i palestinesi dalle terre in cui hanno vissuto per migliaia di anni come qualcosa da prendere sul serio”. E ancora: “Nessuno ha il potere di costringere il popolo palestinese a vivere una seconda Nakba”, riferendosi allo sfollamento di massa dei palestinesi durante la guerra arabo-israeliana del 1948.

Trump aveva comunicato la sua proposta martedì in una conferenza stampa congiunta con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che l’ha salutata come “la prima buona idea che ho sentito” su cosa fare con il piccolo territorio devastato dalla guerra. Erdogan l’ha liquidata subito come inutile.

“Le proposte su Gaza avanzate dalla nuova amministrazione statunitense su pressione della leadership sionista non hanno nulla che valga la pena discutere dal nostro punto di vista”, ha dichiarato quest’ultimo. Ma c’è di più. In un’intervista rilasciata alla televisione palestinese domenica scorsa, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha escluso l’idea di espellere i palestinesi da Gaza.

 “Dobbiamo minacciare Hamas che se dovesse accadere qualcosa a qualche ostaggio, Israele occuperebbe il 5% della Striscia di Gaza. Un altro, un altro 5%”, ha affermato il ministro in un discorso all’istituto “Haredi”. Secondo l’esponente dell’ala più oltranzista dell’esecutivo, l’elettricità e l’acqua a Gaza dovrebbero essere completamente tagliate e gli aiuti umanitari cancellati.

La recrudescenza dei contrasti tra le parti preoccupa anche l’Onu. “Dobbiamo evitare a tutti i costi una ripresa delle ostilità a Gaza, che porterebbe a una tragedia immensa”. Così su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. “Entrambe le parti devono rispettare scrupolosamente gli impegni assunti nell’accordo di cessate il fuoco, ha rimarcato Guterres, e riprendere negoziati seri”.

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Joseph Villeroy
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