Regno Unito, suicidio assistito: modifica la legge non serve l’ok dell’Alta corte

Regno Unito, suicidio assistito: modifica la legge non serve l’ok dell’Alta corte

K metro 0 – Londra – Il Parlamento britannico sta affrontando una revisione importante del disegno di legge sul suicidio assistito. Il disegno di legge, che va sotto il nome di Terminally Ill Adults End of Life Bill, prevede la possibilità della “morte assistita” per chiunque abbia dai 18 anni in su e una diagnosi

K metro 0 – Londra – Il Parlamento britannico sta affrontando una revisione importante del disegno di legge sul suicidio assistito. Il disegno di legge, che va sotto il nome di Terminally Ill Adults End of Life Bill, prevede la possibilità della “morte assistita” per chiunque abbia dai 18 anni in su e una diagnosi di aspettativa di vita non superiore a 6 mesi.

Secondo la nuova proposta della deputata laburista Kim Leadbeater, le richieste di fine vita non richiederanno più l’approvazione dei giudici dell’Alta corte. Invece, una commissione composta da psichiatri, assistenti sociali e un esperto legale senior esaminerà le richieste.

Leadbeater ha dichiarato che il disegno di legge contiene già le misure di sicurezza più rigorose al mondo e che è stato ulteriormente rafforzato per rispondere alle critiche riguardanti il ruolo dei giudici.

Il disegno di legge, che ha superato la seconda lettura con 330 voti a favore e 275 contrari, permetterà solo ai malati terminali con meno di sei mesi di vita di accedere al suicidio assistito, escludendo persone con disabilità o malattie mentali. Un emendamento per formalizzare queste modifiche sarà presentato nei prossimi giorni.

Il 29 novembre scorso, i parlamentari britannici hanno votato a favore di una legge che legalizza la morte assistita per adulti e malati terminali nel Regno Unito. La legge garantisce ai medici che non ci sarà “nessun obbligo di fornire assistenza” nella morte assistita.

Tuttavia, i medici che non sono disposti ad assistere il paziente dovranno indirizzarlo a un altro medico. Il medico potrà sollevare la questione della morte assistita se lo riterrà opportuno, rispettando così le opinioni dei medici e le esigenze dei pazienti.

Le disposizioni della legge includono misure di salvaguardia, come il fatto che la morte volontaria medicalmente assistita si applichi solo agli adulti, ai pazienti pienamente consapevoli e mentalmente sani, e ai malati terminali con meno di sei mesi di vita. I malati dovranno avere le capacità mentali per compiere una scelta “chiara, ponderata e informata”, con una richiesta libera da coercizioni o pressioni, rinnovata a ogni stadio del processo. È inoltre previsto il consenso dei medici curanti.

I pazienti dovranno fare due dichiarazioni di volontà a sette giorni di distanza, ciascuna firmata e testimoniata da un medico diverso che soddisfi le richieste. L’assistenza effettiva permetterà al paziente di autosomministrarsi la sostanza letale, con il medico coordinatore autorizzato ad assisterlo e rimanere fino al decesso.

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