Corea del Sud, 40% di allevamenti di cani in meno dopo la legge che ne vieta il consumo

Corea del Sud, 40% di allevamenti di cani in meno dopo la legge che ne vieta il consumo

K metro 0 – Seul – Dal momento dell’introduzione della legge che vieta il consumo di carne di cane, circa il 40% degli allevamenti in Corea del Sud hanno cessato la loro attività. Secondo il ministero dell’Agricoltura, 623 dei 1.537 allevamenti attivi nel Paese hanno chiuso dal varo della legge lo scorso anno. Si prevede

K metro 0 – Seul – Dal momento dell’introduzione della legge che vieta il consumo di carne di cane, circa il 40% degli allevamenti in Corea del Sud hanno cessato la loro attività. Secondo il ministero dell’Agricoltura, 623 dei 1.537 allevamenti attivi nel Paese hanno chiuso dal varo della legge lo scorso anno. Si prevede che entro la fine del 2025, la percentuale di allevamenti chiusi sarà del 60%.

La legge, entrata in vigore lo scorso anno, proibisce l’allevamento, la macellazione, la distribuzione e la vendita di cani per il consumo umano. Per supportare chi lavora nel settore, il governo ha messo a disposizione dei sussidi per facilitare la riconversione professionale. A partire dal 2027, coloro che violeranno il divieto rischieranno pene gravi, tra cui fino a due anni di prigione o una multa fino a 30 milioni di won (20.583 dollari).

In particolare, sono previsti sussidi per aiutare i lavoratori del settore ad avviare nuove attività ora riconvertire le loro imprese. Inoltre, gli allevatori e i ristoratori che entro tre anni non si adeguano alla nuova legge e decidono di chiudere o riconvertire le loro attività, beneficeranno di un programma di aiuti economici.

Gli allevatori di cani, in particolare, hanno espresso preoccupazione per la perdita di lavoro e per le difficoltà economiche che potrebbero derivare dalla chiusura delle loro attività.

La decisione riflette la crescente sensibilità verso i diritti degli animali e un cambiamento profondo nella percezione della carne di cane come alimento. Fino a qualche anno fa, il consumo di carne di cane era visto da molti come una pratica radicata nella cultura coreana, ma oggi la situazione è profondamente cambiata, con una crescente opposizione alla macellazione dei cani. Oggi, quasi tutti i consumatori di carne di cane sono persone di età superiore ai 50 anni.

Il dibattito sull’opportunità di vietare questa pratica era in corso da tempo e aveva incontrato resistenze, soprattutto da parte degli allevatori e dei proprietari di ristoranti che servivano carne di cane.

La carne di cane ha una lunga storia in Corea del Sud, simile ad altre nazioni asiatiche come il Vietnam e la Cina. Storicamente, era considerato un alimento che aiutava a contrastare il caldo estivo e, in tempi di difficoltà economiche, era un’importante fonte di nutrimento.

Durante periodi di scarsità alimentare, come l’occupazione giapponese (1910-1945) e la Guerra di Corea (1950-1953), la carne di cane è stata utilizzata come cibo di emergenza. Fino a pochi decenni fa, la carne di cane era consumata da un numero maggiore di persone, ma negli ultimi anni il consumo è drasticamente diminuito, soprattutto tra le nuove generazioni, che dovranno i cani principalmente come animali domestici.

Nonostante il forte sostegno della popolazione e delle organizzazioni per i diritti degli animali, la nuova legge ha suscitato proteste tra gli allevatori ei proprietari di ristoranti.

Il passaggio alla fine del consumo di carne di cane rappresenta non solo un cambiamento nella legislazione, ma anche una trasformazione profonda nella cultura e nella società sudcoreana. Questo cambiamento riflette l’evoluzione dei valori della popolazione, che oggi vede la protezione degli animali come una priorità.

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