Clima, solo pochi Paesi rispettano il piano Onu per le emissioni

Clima, solo pochi Paesi rispettano il piano Onu per le emissioni

K metro 0 – New York – Di fronte alla sfida climatica più urgente del nostro tempo, solo 10 Paesi su 200 hanno rispettato la scadenza dell’Onu per la presentazione dei nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Questo ritardo rappresenta una seria battuta d’arresto negli sforzi globali per contrastare il cambiamento climatico, accentuato

K metro 0 – New York – Di fronte alla sfida climatica più urgente del nostro tempo, solo 10 Paesi su 200 hanno rispettato la scadenza dell’Onu per la presentazione dei nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Questo ritardo rappresenta una seria battuta d’arresto negli sforzi globali per contrastare il cambiamento climatico, accentuato dalla recente uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi.

Le Nazioni Unite hanno istituito un database per monitorare gli impegni climatici dei Paesi firmatari, e tra i pochi che hanno presentato i loro piani aggiornati ci sono: Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Santa Lucia, Nuova Zelanda, Andorra, Svizzera e Uruguay. Tuttavia, i principali inquinatori come Cina, India, Unione Europea e le economie del G20 sono clamorosamente assenti.

La crisi climatica richiede azioni immediate e obiettivi coraggiosi. L’Onu avverte che le emissioni globali devono essere dimezzate entro il 2030 per limitare il riscaldamento sotto i 2 gradi Celsius, come previsto dall’Accordo di Parigi. Nonostante questo, molti governi non hanno aggiornato i loro obiettivi, noti come Contributi Determinati a livello Nazionale (NDC).

Simon Stiell, capo del clima dell’Onu, ha descritto questo ciclo di impegni come “i documenti politici più importanti del secolo”. Anche se Stati Uniti, Regno Unito e Brasile hanno presentato i loro aggiornamenti in tempo, l’impegno americano resta in gran parte simbolico, essendo stato deciso prima del ritiro del Paese dall’Accordo di Parigi sotto l’amministrazione Trump.

Con la COP30 all’orizzonte, l’Onu aveva fissato una scadenza per settembre per consentire una valutazione adeguata degli obiettivi climatici prima del vertice di novembre in Brasile. L’Unione Europea ha promesso di consegnare il suo piano “ben prima” del vertice di Belém, mentre la Cina, il maggiore emettitore mondiale, dovrebbe rivelarlo nei prossimi mesi.

Gli esperti avvertono che le tensioni geopolitiche e le priorità economiche stanno rallentando l’azione climatica globale, rendendo più difficile una risposta coordinata al cambiamento climatico.

L’inerzia dei maggiori inquinatori potrebbe compromettere gli sforzi per contenere il riscaldamento globale. Con la COP30 alle porte, il mondo attende azioni concrete e impegni sostanziali per affrontare una delle sfide più pressanti del nostro tempo.

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