K metro 0 – Dacca – Il Bangladesh Nationalist Party (BNP) ha annunciato una serie di iniziative per i prossimi giorni con l’obiettivo di esercitare pressione sul governo ad interim su diverse questioni cruciali.

Tra le richieste ci sono una tabella di marcia in preparazione delle elezioni, il controllo dell’aumento dei prezzi delle materie prime essenziali, il miglioramento della situazione dell’ordine pubblico. L’annuncio è stato dato oggi dal segretario generale aggiunto, Ruhul Kabir Rizvi.

Il programma partirà il 12 febbraio e si protrarrà fino al 25 febbraio, includendo raduni e manifestazioni in diverse città del Paese, tra cui la capitale Dacca. Tra i partecipanti, figurano 37 dirigenti di spicco del partito, tra cui il segretario generale Mirza Fakhrul Islam Alamgir.

Il BNP, all’opposizione della Lega Popolare di Hasina, è guidato da Khaleda Zia, ex primo ministro (1991-1996, 2001-2006), e il leader di fatto è Tarique Rahman, residente nel Regno Unito e figlio di Khaleda e del defunto presidente Ziaur Rahman. Il BNP ha boicottato le elezioni del 7 gennaio 2024, ritenendole non eque, e il parlamento unicamerale è stato sciolto il 6 agosto dopo la caduta di Hasina.

Il 29 gennaio, Salahuddin Ahmed, membro del Comitato permanente del BNP, aveva anticipato il programma dichiarando: “A nome del nostro partito, stiamo pensando di correggere alcuni errori del governo e di riportarlo sulla strada giusta per costruire una via democratica”.

Ahmed ha sottolineato l’urgenza di affrontare il ritardo nella convocazione delle prossime elezioni e ha espresso preoccupazioni riguardo alla proposta di includere nel preambolo della Costituzione il riferimento alla “rivolta di luglio” insieme alla Guerra di liberazione del 1971.

Inoltre, ha affermato che la partecipazione della Lega Popolare Bengalese (AL) alle elezioni sarà decisa dal popolo e che i processi giudiziari devono essere garantiti.

Il 14 gennaio, il segretario generale del BNP, Mirza Fakhrul Islam Alamgir, ha chiesto elezioni entro pochi mesi, affermando che “le elezioni sono possibili intorno a metà anno, tra luglio e agosto” e ha aggiunto: “Non c’è motivo di ritardare ulteriormente le elezioni una volta formata la Commissione elettorale e ripristinata una relativa stabilità nella governance”.

Muhammad Yunus, a capo del governo ad interim, ha dichiarato più volte che le elezioni si terranno dopo le riforme e che saranno i partiti politici a decidere, senza imposizioni dall’esecutivo. Yunus ha annunciato l’istituzione di sei commissioni per esaminare la riforma di settori chiave: sistema elettorale, polizia, giustizia, Commissione anticorruzione, amministrazione pubblica e Costituzione. Il governo ad interim ha successivamente istituito altre cinque commissioni per media, lavoro, donne, sanità ed enti locali, con rapporti previsti entro 90 giorni dall’inizio delle attività.

BNP ha presentato 62 proposte alla Commissione per la riforma della Costituzione, tra le quali l’introduzione del limite di due mandati consecutivi per il primo ministro, il ripristino dei ruoli di vicepremier e vicepresidente, l’istituzione di una Camera alta del Parlamento e la reintroduzione dei referendum popolari.

Il Bnp, inoltre, è favorevole a una disposizione costituzionale che regoli la formazione e il funzionamento di un governo provvisorio o di transizione e ha raccomandato la creazione di un equilibrio di poteri tra primo ministro e presidente. Riguardo alle riforme giudiziarie, ha suggerito che i tribunali inferiori siano posti sotto la supervisione della Corte suprema.