K metro 0 – Varsavia – Il Tribunale Costituzionale Polacco (TK) ha annunciato l’avvio di un’indagine formale contro il Primo ministro Donald Tusk e numerosi membri di alto rango della coalizione di governo, accusati di aver attuato manovre tese a realizzare un “colpo di Stato” politico, con l’intento di alterare l’ordinamento costituzionale della Polonia. A
K metro 0 – Varsavia – Il Tribunale Costituzionale Polacco (TK) ha annunciato l’avvio di un’indagine formale contro il Primo ministro Donald Tusk e numerosi membri di alto rango della coalizione di governo, accusati di aver attuato manovre tese a realizzare un “colpo di Stato” politico, con l’intento di alterare l’ordinamento costituzionale della Polonia.
A rendere pubblica la notizia è stato il presidente del Tribunale Costituzionale, Bogdan Swieczkowski, in un’intervista all’agenzia di stampa polacca Pap, in cui ha spiegato che l’indagine sarà condotta dal procuratore Michal Ostrow.
Secondo l’accusa, Tusk ei membri del suo governo avrebbero preso provvedimenti per “realizzare o cessare” l’attività del Tribunale Costituzionale e di altre istituzioni centrali per il funzionamento della democrazia polacca, tra cui il Consiglio Nazionale della Magistratura e la Corte Suprema.
Queste manovre sarebbero state organizzate con l’obiettivo di alterare il bilanciamento dei poteri e, di fatto, limitare l’autonomia delle principali istituzioni statali, minando così la stabilità dell’ordinamento costituzionale polacco. L’inchiesta verte su presunti tentativi di manipolare o ostacolare il corretto funzionamento di questi organi, dando l’impressione di un progetto volto a controllare e centralizzare il potere.
La figura di Bogdan Swieczkowski, attuale presidente del Tribunale, è centrale in questo processo. Egli è stato nominato in questa posizione dal presidente Andrzej Duda, alleato del partito Diritto e Giustizia (PiS), che in passato ha cercato di riformare radicalmente il sistema giuridico polacco e che ha sollevato forti critiche contro le azioni del governo di Tusk.
Per il governo di Tusk, però, il Tribunale Costituzionale nella sua attuale configurazione è considerato illegittimo, dato che gran parte dei giudici sono stati nominati durante il periodo di governo del PiS. Nonostante ciò, il governo di Tusk ha ripetutamente ignorato le sentenze e le dichiarazioni del Tribunale, rifiutando di accettare le sue decisioni e creando una sorta di conflitto tra il potere esecutivo e quello giudiziario.
In risposta alle accuse, Tusk ha dimostrato una certa ironia e distacco dalla vicenda. Sul suo profilo social, ha pubblicato un video in cui, di fronte alla domanda di un interlocutore riguardo all’accusa di “colpo di Stato”, risponde con una battuta: “Dacci un taglio, abbiamo domande serie da affrontare qui”, prima di distendersi e iniziare una partita di ping pong. Un gesto che ha suscitato reazioni contrastanti, con i suoi sostenitori che lo difendono, mentre i suoi detrattori vedono in questo comportamento un segno di disprezzo per le istituzioni e per la gravità delle accuse mosse.
Questa situazione, che mette in evidenza la crescente polarizzazione politica in Polonia, ha sollevato anche preoccupazioni a livello internazionale. Le tensioni tra il governo e il Tribunale Costituzionale non sono un fenomeno nuovo, ma la decisione di avviare un’indagine formale aggiunge un nuovo capitolo alla lunga serie di conflitti tra le diverse fazioni politiche e le istituzioni giuridiche del paese. La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi, poiché le implicazioni per lo stato di diritto in Polonia potrebbero avere ripercussioni non solo a livello nazionale, ma anche sul suo ruolo all’interno dell’Unione Europea.