K metro 0 – Pechino – Un’indagine di Schemes, l’unità investigativa del Servizio ucraino di RFE/RL, rivela che circa due dozzine di aziende cinesi forniscono alla Russia gallio, germanio e antimonio, metalli rari che si trovano nei droni e nei missili che Mosca sta usando per colpire l’Ucraina. RFE/RL è la sigla di Radio Free
K metro 0 – Pechino – Un’indagine di Schemes, l’unità investigativa del Servizio ucraino di RFE/RL, rivela che circa due dozzine di aziende cinesi forniscono alla Russia gallio, germanio e antimonio, metalli rari che si trovano nei droni e nei missili che Mosca sta usando per colpire l’Ucraina. RFE/RL è la sigla di Radio Free Europe/Radio Liberty, organizzazione trentennale per le comunicazioni ed emittente radiofonica fondata dal Congresso degli Stati Uniti, presente in Europa, Asia e Medio Oriente per promuovere i valori e le istituzioni democratiche tramite la diffusione di informazioni e idee.
Da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, le nazioni occidentali hanno accusato Pechino di fornire a Putin microchip e altre tecnologie critiche a doppio uso che “alimentano la brutale guerra di aggressione”. Gli Stati Uniti e l’UE hanno così imposto restrizioni alle esportazioni di gallio, germanio e antimonio verso la Russia. Ma la Cina non partecipa alle sanzioni occidentali contro Mosca, il che significa che la loro efficacia è limitata. Le imprese asiatiche nel mirino non sono pertanto state toccate da queste sanzioni occidentali sia pur in vigore.
Le aziende cinesi individuate dall’indagine forniscono minerali critici al complesso militare-industriale russo, compreso il conglomerato statale Rostec, che afferma di procurare quasi l’80% delle armi che il Cremlino sta impiegando in Ucraina.
Nel dettaglio, secondo le registrazioni ottenute dall’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) ed esaminate da Schemes, almeno un terzo di questi fornitori è in parte di proprietà del governo cinese, che nega pubblicamente di aver “fomentato o alimentato le fiamme” della guerra. Tra i destinatari dei metalli rari cinesi figura persino un’azienda russa di proprietà giapponese che ha venduto a Mosca wafer di silicio di microelettronica per armi. Il Giappone ha subito reagito a sua volta coordinandosi con Washington e Bruxelles per le proprie sanzioni contro l’aggressione russa.
Una decisione alla quale ha dato seguito la dichiarazione del commissario per la politica delle sanzioni ucraino Vladyslav Vlasiuk: “Se c’è una cooperazione diretta tra un’azienda cinese e una russa, le sanzioni dei partner occidentali non influiscono direttamente. Possono continuare a fare quello che fanno tra di loro”. Tuttavia ha prontamente chiarito che “le sanzioni giocano comunque un ruolo importante nel complicare la catena di approvvigionamento dell’esercito russo”.
Molti Paesi del mondo, tra cui gli Stati Uniti e i Paesi membri dell’UE, conservano riserve di gallio, germanio e antimonio per la loro importanza nella microelettronica e nelle applicazioni militari. Tra le numerose applicazioni militari di questi minerali vi sono le armi nucleari, gli occhiali per la visione notturna, i sistemi di guida laser, i droni e i sensori a infrarossi per navi da guerra, aerei, missili e carri armati. A novembre, il Ministero della Difesa russo si era difatti vantato del fatto che il telemetro del designatore laser dell’Orlan-30 “permette di puntare con precisione una munizione guidata, che si tratti di una bomba aerea o di un proiettile d’artiglieria, su un bersaglio”.
Sempre a Schemes, Anton Pobuta, fondatore dell’azienda ucraina Lab 418, che produce droni, ha riferito: “Tali metalli sono utilizzati nei microprocessori. Un drone senza un controller di volo e senza questo microprocessore semplicemente non volerà”.
Quando il mese scorso la Cina, il più grande produttore mondiale di gallio, germanio e antimonio, ha vietato alle sue aziende di fornire i tre minerali agli Stati Uniti in risposta ai nuovi controlli statunitensi sulle esportazioni rivolti a Pechino, i funzionari asiatici hanno citato specificamente le loro applicazioni militari. Ma Pechino si è ormai assicurata una solida posizione sul mercato di questi minerali in Russia, dove tra gli acquirenti figurano diverse aziende già sottoposte a sanzioni statunitensi. Nel quadro del regime di sanzioni occidentali, la Cina è diventata così l’unico fornitore straniero di gallio e germanio in Russia nel 2023 e rimane il principale fornitore russo di antimonio, secondo i dati doganali russi ottenuti da Schemes.
Ad esempio, la Urals Optical and Mechanical Plant, che è sottoposta a sanzioni sia da parte degli Stati Uniti sia dell’Unione Europea, si descrive come il “principale fornitore di sistemi ottici” per l’esercito russo. Tra gli altri importatori russi di minerali rari cinesi figurano l’Enkor Grupp, un produttore di elettronica sottoposto a sanzioni statunitensi e il cui stabilimento è stato visitato dal Presidente russo Vladimir Putin lo scorso anno, e la Cryotrade Engineering, azienda anch’essa sottoposta a sanzioni da parte di Washington che collabora con la Rostec e altre imprese dell’industria militare russa.
di Sandro Doria