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Grecia, a vuoto la seconda votazione per il presidente della Repubblica

Grecia, a vuoto la seconda votazione per il presidente della Repubblica

K metro 0 – Atene – Come era prevedibile il Parlamento greco non è riuscito a eleggere un nuovo presidente, poiché nessuno dei quattro candidati ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria al secondo turno di votazioni. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento, Nikitas Kaklamanis, precisando che il prossimo turno di votazioni si

K metro 0 – Atene – Come era prevedibile il Parlamento greco non è riuscito a eleggere un nuovo presidente, poiché nessuno dei quattro candidati ha ottenuto la maggioranza dei due terzi necessaria al secondo turno di votazioni. Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento, Nikitas Kaklamanis, precisando che il prossimo turno di votazioni si terrà il 6 febbraio.

Nel secondo turno, il candidato del partito al governo Nuova Democrazia, Konstantinos Tasoulas ex presidente del Parlamento, ha ottenuto 160 voti su 300 complessivi, ma non è riuscito a raggiungere il quorum richiesto. Il candidato del partito di opposizione Pasok, Tasos Giannitsis, ha ricevuto 34 voti, mentre Louka Katseli di Syriza ha ottenuto 40 voti con il sostegno di Nuova Sinistra. Kostas Kyriakou, scrittore e candidato del partito Niki, ha ricevuto 14 voti. Infine, 52 deputati si sono astenuti dal voto.

Probabilmente si dovrà arrivare al quarto e ultimo turno, in cui saranno sufficienti all’elezione i voti della maggioranza semplice, detenuta da Nea Dimokratia, il partito di Tasoulas, con 156 su 300 seggi del Parlamento. Tasoulas sarà il primo presidente ad entrare in carica senza l’approvazione di almeno uno dei principali partiti di opposizione.

Finora in Grecia non c’è stata competizione per le elezioni presidenziali, ma c’è stato sempre accordo sul nome del futuro presidente. Questa volta anche l’ala sinistra Syriza ha nominato il suo candidato: l’ex ministro dell’Economia dell’ultimo governo Pasok, Louka Katseli. Mentre è l’avvocato Kostas Kyriakou il candidato di Niki, un nuovo partito ortodosso e ultraconservatore.

Questa situazione rappresenta una rottura con la tradizione politica greca. Per oltre cinquant’anni, le forze conservatrici e progressiste avevano mantenuto una prassi consolidata: i governi proponevano sempre un candidato proveniente dallo schieramento opposto, per garantire un’elezione condivisa e un’ampia legittimità istituzionale. Questa volta, però, il premier Kyriakos Mitsotakis ha deciso di cambiare rotta, presentando un esponente del proprio partito e rinunciando così al tradizionale sistema.

Cinque anni fa Mitsotakis nominò per la prima volta una donna alla massima carica del Paese: Katerina Sakellaropoulou, capo della Corte amministrativa suprema, considerata una progressista. eletta al primo turno con 261 voti e avrebbe potuto rimanere alla guida dello Stato per altri cinque anni, ma la corrente conservatrice di Nea Dimokratia la considerava troppo liberale e troppo aperta.

Per non indispettire, quindi, i parlamentari di destra, Mitsotakis non l’ha riproposto di rieleggerla. La situazione politica è in evoluzione, infatti mentre l’opposizione a sinistra di Nea Dimokratia è debole, i partiti a destra del partito al governo si stanno rafforzando. Alle elezioni europee tutti i partiti populisti ed estremisti di destra hanno ottenuto insieme circa il 20%.

Un nuovo leader di destra potrebbe essere sostenuto dai sostenitori della nuova era Trump. Sembra che l’entourage del primo ministro abbia intuito lo spostamento a destra e per questo motivo la scelta per il presidente è caduta su Konstantinos Tasoulas, vicino all’ala nazionalista del partito conservatore e di provata lealtà al partito.

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