K metro 0 – Gerusalemme – Israele ha ricevuto recentemente l’elenco ufficiale dei tre ostaggi, catturati durante l’attacco a Israele del 7 ottobre 2023, che saranno liberati domani dal movimento islamista palestinese Hamas, come parte di un nuovo scambio di prigionieri tra le due fazioni. La notizia è stata confermata dai media israeliani, tra cui
K metro 0 – Gerusalemme – Israele ha ricevuto recentemente l’elenco ufficiale dei tre ostaggi, catturati durante l’attacco a Israele del 7 ottobre 2023, che saranno liberati domani dal movimento islamista palestinese Hamas, come parte di un nuovo scambio di prigionieri tra le due fazioni. La notizia è stata confermata dai media israeliani, tra cui il “Times of Israel.
Gli ostaggi israeliani liberati sono Arbel Yehud, una 29enne civile israeliana-tedesca; Agam Berger, una soldatessa di 20 anni, e Gadi Moses, un uomo di 80 anni. Arbel Yehud, che viveva nel kibbutz Nir Oz, era stata sequestrata insieme al suo fidanzato, Ariel Cunio, nella stessa giornata del 7 ottobre. La giovane coppia era stata prelevata direttamente dalla loro abitazione da parte di Hamas.
Agam Berger, invece, una soldatessa di 19 anni, catturata mentre si trovava in servizio nell’unità di sorveglianza delle forze armate israeliane presso la base militare di Nahal Oz. Infine, Gadi Moses, un coltivatore di patate di 80 anni, rapito insieme alla sua famiglia mentre era nella sua casa nel kibbutz Nir Oz. La figlia Doron e le nipoti Raz e Aviv Asher erano state rilasciate lo scorso novembre, ma Moses era ancora prigioniero.
Oltre ai tre ostaggi israeliani, Hamas ha annunciato la liberazione di cinque cittadini thailandesi, che erano stati presi in ostaggio durante lo stesso attacco di ottobre. La notizia è stata accolta con sollievo dalle autorità israeliane, anche se la situazione degli altri ostaggi, tra cui un cittadino nepalese e un tanzaniano, rimane incerta. Alcuni dei thailandesi rapiti sono già stati dichiarati morti, e la situazione umanitaria a Gaza rimane critica, con numerose persone ancora sotto il controllo di Hamas.
Nel contesto di questi sviluppi c’è stato anche un acceso scambio di accuse tra Israele e Hamas. Fonti palestinesi hanno accusato lo Stato ebraico di ritardare la consegna degli aiuti umanitari promessi nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, sostenendo che tali ritardi potrebbero influire negativamente sull’andamento delle negoziazioni in corso, comprese le operazioni di scambio di prigionieri. Hamas ha dichiarato che qualsiasi violazione degli accordi potrebbe compromettere l’intero processo. Tuttavia, la risposta di Israele non si è fatta attendere: tramite un portavoce del Cogat, l’agenzia israeliana che gestisce gli affari civili nei territori palestinesi, il governo israeliano ha respinto le accuse come “fake news”, dichiarando che, alle 11 di oggi, oltre 3.000 camion di aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza, e che l’accordo prevedeva l’ingresso di 4.200 camion in sette giorni.
Inoltre, secondo quanto riferito da Hamas, più di 500.000 palestinesi sono tornati nel nord della Striscia di Gaza dal 27 gennaio, quando le forze israeliane hanno iniziato a consentire movimenti dal sud verso il nord.
Sabato, infine, è previsto che Hamas rilasci altri tre ostaggi maschi, il che suggerisce che il processo di liberazione dei prigionieri potrebbe continuare nelle prossime settimane, sebbene le trattative restino delicate e instabili.