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Francia, il premier Bayrou divide in due la legge sull’eutanasia

Francia, il premier Bayrou divide in due la legge sull’eutanasia

K metro 0 – Parigi – Il tema e il dibattito sull’eutanasia dividono profondamente la società francese: i sostenitori considerano la morte assistita una libertà fondamentale da difendere, mentre gli oppositori, in particolare gli elettori conservatori e i rappresentanti religiosi, temono un “pendio scivoloso” eticamente pericoloso. Il primo ministro francese François Bayrou ha così riacceso

K metro 0 – Parigi – Il tema e il dibattito sull’eutanasia dividono profondamente la società francese: i sostenitori considerano la morte assistita una libertà fondamentale da difendere, mentre gli oppositori, in particolare gli elettori conservatori e i rappresentanti religiosi, temono un “pendio scivoloso” eticamente pericoloso. Il primo ministro francese François Bayrou ha così riacceso la “questione” martedì scorso, quando ha annunciato l’intenzione di dividere in due parti separate una legge molto delicata che legalizzerebbe la “dolce morte”.

Il disegno di legge in realtà era stato esaminato dai legislatori lo scorso giugno, ma è stato interrotto in seguito alla convocazione di elezioni lampo da parte del presidente Emmanuel Macron. La proposta di Bayrou è divisa in due parti: la prima legalizzerebbe la morte assistita per i pazienti con diagnosi terminali a breve o medio termine; la seconda riformerebbe le cure palliative, il trattamento medico di fine vita per le persone con malattie complesse o terminali.

La mossa del premier transalpino ha dunque una valenza politica non indifferente. Così facendo, infatti, risponderebbe alle richieste di alcuni membri della destra e dell’estrema destra, ideologicamente contrari alla morte assistita ma più propensi a sostenere la riforma delle cure palliative. Al momento, infatti, l’eutanasia è vietata in Francia, ma la legge consente ai pazienti di richiedere l’accesso a una sedazione profonda e continua fino alla morte, purché sussistano le condizioni, che nel Paese sono molto rigide: il paziente deve difatti soffrire in maniera insopportabile e la sua morte deve essere riconosciuta come inevitabile e imminente.

Il nuovo premier, dunque, dopo che Michel Barnier è stato rovesciato dall’estrema destra in un voto di sfiducia, è deciso a fare delle concessioni precise pur di evitare la sorte del suo predecessore.

Non mancherà, di certo, l’opposizione di alcuni parlamentari, compresi quelli associati a Bayrou e alla fazione centrista di Macron. Ad esempio, il presidente dell’Assemblea Nazionale Yaël Braun-Pivet, un alleato di Macron, è tra coloro che spingono affinché entrambe le questioni siano trattate in un’unica legge, come inizialmente previsto.

“Il progetto di legge sul fine vita è una costante vittima collaterale del caos parlamentare che stiamo vivendo”, ha dichiarato a Sud Radio Olivier Falorni, un deputato del campo di Bayrou, ex relatore del progetto prima dell’interruzione dei lavori a giugno. Falorni ritiene che le cure palliative e la morte assistita siano, in pratica, “pilastri complementari”, con le prime come “risposta primaria” e la seconda come “ultimo ricorso”.

L’annuncio di martedì ha suscitato reazioni anche tra le organizzazioni e i gruppi per la cura dei pazienti. Claire Fourcade, presidente della Società francese per le cure palliative e l’assistenza, ha dichiarato all’AFP che la separazione delle questioni potrebbe accelerare i necessari progressi sulle cure palliative, eliminando la morte assistita dal dibattito.

Al contrario, l’Associazione per il diritto a morire con dignità, ha affermato che la separazione equivale a “cedere ai rappresentanti religiosi e agli oppositori dell’eutanasia”. Una legge simile per legalizzare la morte assistita in Inghilterra e Galles è difatti passata nel Parlamento britannico a novembre, a seguito di un voto libero in cui i deputati non sono stati costretti a sostenere una linea di partito.

di Sandro Doria

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