K metro 0 – Innsbruck – Questa mattina è stato arrestato nella sua villa di Innsbruck Renè Benko, il 47enne magnate austriaco. La notizia è stata data dal quotidiano austriaco Kronen Zeitung. La richiesta, scrive il quotidiano austriaco, arriva per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Benko, comunica la Procura anticorruzione
K metro 0 – Innsbruck – Questa mattina è stato arrestato nella sua villa di Innsbruck Renè Benko, il 47enne magnate austriaco. La notizia è stata data dal quotidiano austriaco Kronen Zeitung. La richiesta, scrive il quotidiano austriaco, arriva per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Benko, comunica la Procura anticorruzione (Wksta) di Vienna, è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere. Secondo il difensore di Benko, l’avvocato Norbert Wess, le accuse a carico del suo assistito “sono totalmente infondate”, aggiungendo che si riserva di chiedere la liberazione del suo assistito.
Il magnate tirolese René Benko, che si trova al centro del crac miliardario del gruppo immobiliare Signa, era considerato uno degli imprenditori più influenti d’Europa, con un patrimonio personale stimato in 5,9 miliardi di euro nel 2022, era il quinto uomo più ricco d’Austria. C’è il sospetto che abbia dirottato un milione di euro dei fondi ricevuti durante la pandemia Covid per lo “Chalet N”, che si trova a Lech Am Arlberg, in Austria.
Sullo stesso imprenditore stanno indagando le procure di Berlino e Monaco per il fallimento del centro commerciale KaDeWe, con le richieste di risarcimento da parte dei creditori che ammontano a 2,4 mld di euro. In Liechtenstein Benko è indagato per presunto riciclaggio di denaro attraverso le proprie fondazioni aziendali. Secondo la procura austriaca, infatti, René Benko avrebbe falsificato l’andamento dei conti del gruppo e i suoi e il fallimento del colosso immobiliare sia fraudolento e che i fondi sarebbero stati dirottati in Lussemburgo attraverso una società che gli investigatori riconducono alla famiglia del fondatore della Signa Holding.
Per indagare sul crac Signa la procura anticorruzione viennese ha costituto una unità investigativa speciale che ha lavorato per circa un anno scoprendo che Benko avrebbe cercato falsificare almeno una fattura per allontanare magistratura e creditori dai suoi fondi, detenuti in una fondazione.
La Signa Holding, la società madre del gruppo, ha dichiarato fallimento nel novembre 2023, il maggiore nella storia economica austriaca. Lo stesso Benko ha dichiarato fallimento nel marzo 2024. Secondo il curatore fallimentare il totale dei crediti nei confronti di Benko ammonta a circa 2,4 miliardi di euro.
René Benko è coinvolto anche nella maxi inchiesta della procura di Trento per il caso degli appalti addomesticati insieme ad altri 77 indagati. La Dda della procura di Trento lo ritiene a capo della presunta associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Lo scorso dicembre la procura generale di Trento aveva chiesto il suo arresto, ma le autorità austriache avevano rifiutato tale provvedimento, visto che Benko è cittadino austriaco.