K metro 0 – Parigi – Nel 2024, altre 204 persone saranno diventate miliardarie nel mondo: una media di quasi quattro nuovi ricconi a settimana, sottolinea l’Oxfam, una Ong internazionale impegnata nella riduzione della povertà globale. A questo ritmo, il mondo dovrebbe avere cinque multimiliardari con “più di 1.000 miliardi di dollari” entro dieci anni.
K metro 0 – Parigi – Nel 2024, altre 204 persone saranno diventate miliardarie nel mondo: una media di quasi quattro nuovi ricconi a settimana, sottolinea l’Oxfam, una Ong internazionale impegnata nella riduzione della povertà globale. A questo ritmo, il mondo dovrebbe avere cinque multimiliardari con “più di 1.000 miliardi di dollari” entro dieci anni. In Francia, mentre la ricchezza combinata dei paperoni non è aumentata nel 2024, è però cresciuta “di oltre 24 miliardi di euro dal 2019, ovvero 13 milioni di euro al giorno”, secondo franceinfo.
Oltre un terzo dei miliardari del mondo lo sono grazie all’eredità e non all’imprenditorialità, ha analizzato con amarezza Oxfam. Al contempo, il 44% dell’umanità sarà sotto la soglia di povertà nell’anno appena trascorso, secondo la Banca Mondiale.
In un rapporto pubblicato oggi, “L’arte di prendere senza impegnarsi”, l’Ong Oxfam ha dunque messo in guardia dalla crescente disuguaglianza globale nel suo rapporto annuale. “La ricchezza dei miliardari è aumentata di 2.000 miliardi di dollari nel 2024, tre volte più velocemente rispetto al 2023”, si legge nel comunicato stampa che accompagna lo studio, pubblicato nel giorno di apertura del World Economic Forum di Davos (Svizzera) e dell’insediamento del miliardario Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti. “Molti dei super-ricchi devono parte della loro ricchezza al colonialismo storico e allo sfruttamento dei Paesi più poveri”, aggiunge Oxfam, che raccomanda una serie di misure per migliorare questo quadro desolante. Tra cui: “una maggiore tassazione delle ricchezze ereditate o guadagnate ingiustamente”, un tetto alle retribuzioni degli amministratori delegati e la cancellazione del debito dei Paesi in via di sviluppo. L’organizzazione accoglie anzi con favore la “vittoria simbolica” rappresentata dalla probabile introduzione, nel bilancio 2025, di un “contributo differenziato sui redditi elevati” e di un “contributo eccezionale sui profitti delle grandi imprese”.
Questa crescente concentrazione di ricchezza è accompagnata da altrettanta concentrazione monopolistica del potere”, precisa Oxfam, ‘con i miliardari che esercitano una crescente influenza sulle industrie e sull’opinione pubblica’. L’Ong cita l’esempio americano, dove il boss di X e miliardario Elon Musk ha sostenuto la candidatura alla presidenza del miliardario Donald Trump. “Il problema oggi non è solo che i miliardari contribuiscono all’elezione di questo o quel leader, ma che li creano”, ha sottolineato la direttrice di Oxfam Francia, Cécile Duflot. Negli Stati Uniti, ma anche in Francia, dove il miliardario Vincent Bolloré “mette la sua fortuna personale al servizio di un’agenda politica di estrema destra”, sostiene Layla Abdelké Yakoub, consulente di Oxfam France per la giustizia fiscale e la disuguaglianza.
Elon Musk, boss di Tesla e SpaceX, ma anche Marc Zuckerberg, Jeff Bezos, il boss di Appel, e Bernard Arnault, a capo di LVMH, saranno presenti oggi a Washington al giuramento di Donald Trump come 47° Presidente degli Stati Uniti. Tutto si svolgerà al chiuso, a causa del freddo polare, come nel 1985, 40 anni fa, quando Ronald Reagan ripeté le parole del Presidente della Corte Suprema per prestare giuramento nella Rotonda del Campidoglio: “Io, Ronald Reagan, giuro solennemente che eseguirò fedelmente l’ufficio di Presidente degli Stati Uniti, e che salvaguarderò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti. Che Dio mi aiuti”. Una formula immutabile che ogni presidente americano ha ripetuto, mano sulla Bibbia, da George Washington nel 1789. Donald Trump ripeterà le stesse parole, alzerà la mano destra e poserà la sinistra sulle stesse Bibbie del 2017, la sua, regalatagli dalla madre nel 1955, l’altra appartenuta ad Abramo Lincoln.
La parola “confini” sarà oggi onnipresente nel suo discorso. Donald Trump ha persino nominato uno “zar delle frontiere”, Tom Homan. Da martedì mattina, probabilmente, si recherà a Chicago e in altre città per arrestare gli immigrati clandestini, che sono circa 11 milioni negli States. “Deportazione di massa” è l’espressione con cui “The Donal” indica infatti l’intenzione di rimuovere alcuni o tutti gli 11 milioni di immigrati illegali che vivono nel Paese. È quello che Donald Trump descrive come “il più grande programma di deportazione della storia americana”. L’altra frontiera di cui Donald Trump parlerà è quella dei dazi sui prodotti provenienti da Europa, Canada, Messico e Cina. Un centinaio saranno i decreti da lui firmati appena insediato.