K metro 0 – Roma – Genocidio armeno, stalinismo, ricerca dell’identità, giusti nei gulag: ecco i temi di “Amerikatsi”, film armeno, tra commedia e drammatico, montato, diretto e interpretato da Michael A. Goorjian. Attore e regista USA di famiglia di origini armene da parte del padre (i cui genitori erano superstiti del genocidio armeno del “1915 e dintorni”), e
K metro 0 – Roma – Genocidio armeno, stalinismo, ricerca dell’identità, giusti nei gulag: ecco i temi di “Amerikatsi”, film armeno, tra commedia e drammatico, montato, diretto e interpretato da Michael A. Goorjian. Attore e regista USA di famiglia di origini armene da parte del padre (i cui genitori erano superstiti del genocidio armeno del “1915 e dintorni”), e scozzesi, della madre. La pellicola riporta alla memoria collettiva il “Mec Yeqern”, il genocidio armeno a partire dal 1915, ma il suo è – nella migliore tradizione dei film d’ambientazione carceraria – soprattutto un grido di libertà.
Charlie è un bambino riuscito a sfuggire al Mec Yegern – in cui ha perso la madre – nascondendosi in un baule diretto negli USA. Dopo oltre trent’anni, nel 1948, torna nel suo Paese, rimpatriato come tanti altri armeni, ma si deve scontrare con la dura realtà del comunismo staliniano (l’Armenia diverrà Paese indipendente solo nel 1991, col crollo dell’Impero sovietico). Ma, dopo aver incontrato una donna armena, moglie del direttore di un carcere (conoscenza che poi gli tornerà determinante), con un figlio piccolo, una notte viene arrestato dalla polizia sovietica e portato in carcere con le accuse di essere una spia USA e diffondere pericolose idee anticomuniste.
Ma non tutto il male viene per nuocere. Dalla finestra della sua cella, Charlie si accorge di riuscire a vedere quel che accade nel palazzo di fronte, dove abita Tigran: guardia che lavora nella torre del penitenziario, ma avrebbe voluto dedicarsi solo all’arte, precisamente alla pittura (di cui Charlie è appassionato)… E Tigran e’ il cognato della donna che, tempo prima, aveva preso Charlie a benvolere; mentre suo marito è proprio il direttore del carcere…
In ultimo, Charlie riuscirà a migliorare molto le sue condizioni di vita nel carcere grazie all’aiuto di Tigran, di sua cognata e di altri imprevisti Giusti del gulag (come sappiamo, non sono esistiti solo i Giusti dei lager), che eviteranno, a lui e ad altri, la finale deportazione in Siberia. Sinchè, la morte di Josif Stalin, il 5 marzo 1953, e la simultanea ascesa al potere dell’ucraino Nikita Krusciov, segneranno, almeno in parte, la fine di un’epoca.
Il film – ha ricordato l’ Ambasciatore – ha rappresentato l’Armenia all’ultimo Festival di Cannes. E’ stato presentato in anteprima al Woodstock Film Festival nel 2022, vincendo il premio come miglior lungometraggio narrativo. L’Armenian Film Society ha tenuto un’ulteriore anteprima dell’opera al suo Armenian Film Festival del 2023 a Glendale, in California; la pellicola, inoltre, è stata selezionata come candidato armeno per il miglior lungometraggio alla 96a edizione dei Premi Oscar.