K metro 0 – Bruxelles – I viaggiatori che sono soliti spostarsi in aereo per lavoro o per piacere non dovrebbero solo badare ai costi ma soprattutto alla sicurezza. E sapere che l’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha aggiornato lo scorso 13 dicembre l’Air Safety List, vale a dire la sua “lista
K metro 0 – Bruxelles – I viaggiatori che sono soliti spostarsi in aereo per lavoro o per piacere non dovrebbero solo badare ai costi ma soprattutto alla sicurezza. E sapere che l’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha aggiornato lo scorso 13 dicembre l’Air Safety List, vale a dire la sua “lista nera” contenente i nomi delle compagnie aeree non considerate sicure e per questo non più accettate nei cieli continentali. Si tratta di un controllo importante che non deve mai essere sottovalutato, perché ne va della sicurezza del passeggero, appunto.
EASA si occupa pertanto di questi periodici aggiornamenti, monitorando sempre la situazione nei cieli del mondo, per segnalare quelle compagnie che non rispettano gli standard previsti. Air Safety List si rivela così uno strumento essenziale per la sicurezza dei voli nell’Ue.
La lista identifica le compagnie aeree che, a causa di diversi fattori, non sono considerate sicure: primi fra tutti, le carenze nella manutenzione degli aeromobili e la scarsa formazione degli equipaggi. Tutti i vettori presenti in questo elenco, quindi, sono di fatto banditi dallo spazio aereo (anche se con alcune eccezioni). Ad oggi sono 129 le compagnie aeree inserite nella lista nera. Società che non vengono più ammesse con i loro aerei nell’Eurozona. Queste 129 compagnie arrivano da 15 Paesi diversi, e non sono state giudicate idonee al volo.
Con l’ultimo aggiornamento del dicembre ’24, l’Unione europea ha aggiunto una nuova compagnia di volo alla lista, Air Tanzania: la decisione di includerla deriva da gravi problemi di sicurezza riscontrati dall’EASA. Oltre ad Air Tanzania, l’elenco comprende altre 128 compagnie, per lo più provenienti da Paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia: TAAG Angola Airlines, Air Burundi, Congo Airways, solo per citarne alcune.
Dall’ultimo aggiornamento è stata tuttavia rimossa dalla lista la compagnia Pakistan International Airlines, che ha dimostrato di aver migliorato in modo significativo gli standard di sicurezza; pertanto, ora può nuovamente volare all’interno dello spazio aereo europeo. Come specificato nel documento dell’Ue, tuttavia, i vettori aerei presenti nell’elenco possono ricevere il permesso di esercitare i diritti di traffico a una condizione: utilizzare aeromobili presi a noleggio con equipaggio (con la formula del wet-lease) da un vettore aereo non soggetto a divieto operativo, purché siano rispettate tutte le norme di sicurezza pertinenti. All’elenco si aggiungono altre due compagnie: Iran Air e Air Koryo, rispettivamente compagnie di bandiera dell’Iran e della Corea del Nord. Questi vettori, nello specifico, non sono soggetti a un divieto operativo nell’UE, ma a restrizioni. In effetti, possono volare all’interno dello spazio aereo europeo, ma non con determinati aeromobili: Fokker F100 e Boeing B747, nel caso di Iran Air; e tutti gli aerei della flotta (tranne i TU-204), nel caso di Air Koryo.
Come detto, la nuova lista nera dello spazio aereo europeo include 55 vettori africani e aggiunge Air Tanzania, mentre Camair-Co del Camerun, ora assente dalla black list, prevede di riprendere il servizio verso Parigi nel 2025. Le compagnie aeree africane rappresentano quasi la metà dei vettori globali ritenuti troppo poco sicuri per volare nello spazio aereo dell’Unione europea.
Nel continente africano, 55 compagnie aeree con sede in 11 Paesi sono bandite dai cieli dell’Ue. In alcuni casi, i divieti sono stati imposti in tutto il Paese a causa di quella che l’Ue considera una supervisione normativa inadeguata da parte delle autorità aeronautiche nazionali. A tutte le aerolinee con sede nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, è vietato l’utilizzo dello spazio aereo dell’Ue a causa dei frequenti incidenti. Delle 129 fanno parte, infine, 22 compagnie aeree russe, messe al bando dall’Unione europea non per questioni di sicurezza, ma come provvedimento sanzionatorio nei confronti della Russia, impegnata nel conflitto contro l’Ucraina.
di Sandro Doria