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Dove finiscono i proventi della corruzione in Africa?

Dove finiscono i proventi della corruzione in Africa?

K metro 0 – Bruxelles – Denis-Christel Sassou Nguesso, figlio del Presidente della Repubblica del Congo, avrebbe sottratto milioni di dollari di fondi pubblici dalla compagnia petrolifera statale del paese. Facendoli poi “sparire”, attraverso una rete di società fittizie create per riciclare il denaro sporco e acquistare immobili di lusso all’estero. Tra cui un attico

K metro 0 – Bruxelles – Denis-Christel Sassou Nguesso, figlio del Presidente della Repubblica del Congo, avrebbe sottratto milioni di dollari di fondi pubblici dalla compagnia petrolifera statale del paese. Facendoli poi “sparire”, attraverso una rete di società fittizie create per riciclare il denaro sporco e acquistare immobili di lusso all’estero. Tra cui un attico a  Biscayne Boulevard, destinazione iconica di Miami, “The Magic City” della Florida.

Miliardi di dollari, sottratti ai fondi pubblici, soldi destinati a costruire scuole, ospedali e infrastrutture, scompaiono in una rete di conti bancari  offshore, immobili di lusso e società fittizie.

Transparency International ha condotto un’analisi approfondita di 78 casi, basata su dati ricavati da verbali giudiziari, fughe di notizie,  inchieste e altre fonti pubbliche, seguendo la pista del denaro per scoprire non solo dove finiscono i soldi sporchi, ma come vengono fatti sparire. 

Come e dove il denaro sporco trova una nuova casa

La ricerca di Transparency Interational ha  rivelato l’esistenza di un’ampia rete di aziende, immobili, conti bancari e beni di lusso, per un valore di almeno 3,7 miliardi di dollari, distribuiti in 74 paesi. Ma questa probabilmente è solo la punta dell’iceberg.

Le Isole Vergini Britanniche (BVI), Panama e le Seychelles sono i principali centri di creazione di società anonime utilizzate per nascondere beni e fondi rubati.

Francia, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e USA sono i paesi prescelti per l’acquisto di beni immobili collegati ad attività sospette.

Hong Kong, Svizzera, Regno Unito, EAU e USA sono le destinazioni principali dei conti bancari utilizzati per pagare tangenti, trasferire o conservare fondi sporchi.

Informazioni dettagliate sui conti bancari erano limitate a soli 43 dei 78 casi, il che suggerisce che il numero effettivo di depositi sospetti è molto più alto.

I principali centri finanziari non riescono a implementare efficaci misure antiriciclaggio. Nel 2023, ad es., le autorità di regolamentazione svizzere hanno segnalato che il 50% delle banche ispezionate aveva sistemi antiriciclaggio “ampiamente insoddisfacenti”.

Spesso, complesse strutture aziendali transfrontaliere o più società fittizie sono state utilizzate per creare uno schermo fra  gli individui corrotti e i loro soldi sporchi e  il bene  in questione.

Queste imprese sono registrate in paradisi fiscali dove  è difficile  accertare i veri proprietari.

Se le aziende sono lo strumento preferito per mantenere  l’anonimato, i beni immobili sono l’investimento preferito per il riciclaggio dei soldi sporchi, come si è visto in un terzo dei casi analizzati.

Francia, Regno Unito e USA si distinguono, tra le altre cose, per le scappatoie normative. Nel Regno Unito, la proprietà di immobili può ancora essere nascosta tramite società offshore detenute da trust, aggirando le recenti riforme sulla trasparenza. In Francia, le società straniere possono acquistare immobili senza dichiarare i loro veri proprietari, una lacuna che la sesta direttiva antiriciclaggio dell’UE mira a colmare. Negli USA, i facilitatori che operano sul mercato immobiliare non sono tenuti a verificare l’affidabilità di un cliente né a segnalare transazioni sospette.

Negli USA il riciclaggio in beni immobili (ville e appartamenti di lusso) ha raggiunto i 178 milioni di dollari. New York ha attirato gli acquisti più sospetti.

Un uomo d’affari nigeriano accusato di corruzione ha nascosto la sua villa da 25 milioni di dollari dietro una complessa architettura di società fittizie registrate negli USA e nelle Isole Vergini Britanniche.

Il cugino di un ex presidente del Gabon avrebbe acquistato tre case nei sobborghi di Washington, con 1 milione di dollari in contanti. Anche il dittatore gambiano detronizzato Yahya Jammeh ha cercato di nascondere la proprietà di una villa di Potomac dietro un trust.

In alcuni casi, gli immobili venivano acquistate attraverso fondi trasferiti direttamente dal paese di origine o in contanti. Queste transazioni sembrano essere passate inosservate o senza controlli. Grazie anche a fondi già detenuti in conti bancari locali, che hanno meno probabilità di suscitare sospetti, poiché coloro che sono coinvolti nella transazione spesso presumono che la banca abbia già verificato la fonte dei fondi.

Per combattere efficacemente la corruzione transfrontaliera e il riciclaggio di proventi illeciti, i governi, gli organismi internazionali e  gli operatori esperti nei settori finanziari  e non finanziari dovrebbero adottare misure adeguate. Come:

1) Rendere più la trasparente la proprietà dei beni, pretendendo che tutti gli assets, comprese le persone giuridiche, i conti bancari, i beni immobili, le opere d’arte, i veicoli e gli yacht, siano registrati presso un’autorità governativa. Tutte le informazioni al riguardo dovrebbero essere poi messe a disposizione  delle autorità competenti, come le forze dell’ordine, le autorità fiscali e le unità di intelligence finanziaria.

2) Regolamentare e controllare le attività dei facilitatori (i cui servizi sono cruciali per l’occultamento di beni acquisiti grazie alla corruzione), sottoponendoli a severe norme antiriciclaggio.

3) Rafforzare i meccanismi per rintracciare, sequestrare, confiscare e restituire i beni, colmando le lacune nella legislazione e rafforzando i poteri degli organi di vigilanza.

L’Africa, un continente ostaggio della corruzione

La corruzione è una tra le maggiori sfide che i paesi africani devono affrontare. Secondo la Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite, “la corruzione è uno dei principali costi e ostacoli alla trasformazione strutturale in Africa ed è il prodotto e la causa di una cattiva governance e di istituzioni deboli”.

La corruzione non solo disperde le scarse risorse pubbliche che potrebbero invece essere utilizzate per servizi pubblici e uno sviluppo significativo, ma indebolisce anche la democrazia erodendo la fiducia del pubblico nella capacità del governo di agire nel migliore interesse dei cittadini.

Eppure l’eliminazione della corruzione è una promessa elettorale sempre presente nella narrazione dei politici africani, ma gli studi esistenti classificano costantemente l’Africa come la regione più corrotta del mondo. Nell’ultima edizione del Corruption Perceptions Index (CPI), 44 paesi africani su 49 si collocano al di sotto del punteggio medio, con un rank della regione subsahariana di 32 su 100.

“In questo momento tutto il continente africano sta affrontando difficoltà su più fronti, dalla carenza di cibo all’aumento del costo della vita, con numerosi conflitti in corso. Eppure, nonostante il ruolo che svolgono nell’alimentare ognuna di queste crisi, la maggior parte dei governi continua a trascurare la lotta contro la corruzione”, ha dichiarato Samuel Kaninda, referente regionale per l’Africa di Transparency International.

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